Comuni

I cinque centri a metà legislatura: ecco il bilancio

Da una parte la spinta a «guardare avanti», dall'altra le vecchie abitudini – Gettiamo uno sguardo su Lugano, Bellinzona, Locarno, Chiasso e Mendrisio a un anno e mezzo dalle elezioni

«Guardare avanti». Ormai usato e abusato, il concetto perde forza se non è accompagnato da azioni concrete. Lugano e Bellinzona ci stanno provando. Le capitali economica e politica del Cantone puntano sull’innovazione per intercettare il futuro e affermarsi come città, a costo di staccarsi dalle certezze che le hanno accompagnate finora.

«Questo è il futuro», dichiarava la scorsa primavera sul nostro giornale il sindaco di Lugano Michele Foletti. A essersi meritata parole così solenni, quasi da film, è un’innovazione che sulle rive del Ceresio sta suscitando parecchio interesse, tra chi ne è entusiasta e chi invece la teme: le criptovalute. La Città si è impegnata a promuoverle tramite il famoso Plan B basato sulla collaborazione con Tether, uno dei colossi del settore. A livello di marketing l’operazione è già un successo: rimbalzando in rete, le notizie sul progetto hanno fatto circolare non poco il nome di Lugano e anche dentro i confini della città si è creata una certa euforia, soprattutto fra i più giovani. Il punto è capire cosa può portare l’iniziativa a medio e lungo termine. Per i suoi sostenitori, solo opportunità. Su tutte quella di accogliere a Lugano, come turisti, persone che hanno ingenti patrimoni in criptovalute e che vogliono avere l’opportunità di spenderle. Se poi la destinazione - concedetecelo - è un gioiello, meglio ancora. Però ci sono anche le preoccupazioni, legate ad esempio alle oscillazioni delle criptovalute, all’affidabilità di alcuni operatori, alla tracciabilità del denaro virtuale e al rischio del riciclaggio. Tra le file degli scettici, se non altro per una questione di concorrenza, compaiono diverse grosse banche: istituti di credito che fino ad oggi, seppur la curva dei loro contributi fiscali sia discendente, hanno fatto la fortuna di Lugano. Ora la città delle banche accoglie attori e società che sono in antitesi con le banche stesse: a volte la storia è strana. Far coincidere tutti gli sforzi innovativi di Lugano con il solo Plan B, tuttavia, non sarebbe corretto. La promozione delle criptomonete è la tappa di un percorso cominciato già qualche anno fa e costellato di progetti proiettati verso il futuro. Basti pensare alla digitalizzazione della Lugano Card con l’introduzione dei Lugapoints, agli sportelli che permettono di sbrigare online alcune pratiche amministrative, alle multe pagabili con un clic - mentre per contestarle bisogna ancora prendere carta e penna -, al progetto che permette di prestare gratis un computer a chi non ce l’ha - in modo da ridurre il divario digitale nella società - e non da ultimo alla creazione, nel 2019, del Lugano Living Lab, un laboratorio che vive d’innovazioni e s’impegna a diffonderle. Anche questo è il futuro.

Due decenni di biomedicina

A Bellinzona, invece, il domani si chiama biomedicina. Il polo che ha iniziato a prendere forma con la nascita dell’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) nel 2000 ha fatto passi da gigante. Tanto da convincere il Municipio, che l’ha sempre sostenuto, a puntare con ancora più entusiasmo sulle scienze della vita quale tassello principale della capitale che verrà. Così quasi un anno fa sono stati tolti i veli alla moderna sede dell’IRB all’ex campo militare e presto, a poche decine di metri, sorgerà il nuovo complesso dell’Istituto oncologico di ricerca (IOR). Sono oltre venti i gruppi di ricerca attivi per un totale di 300 fra collaboratori (pure dei laboratori dell’Ente ospedaliero cantonale) e dottorandi. Anche il Comune sta facendo la sua parte. Dodici mesi fa ha rilevato per 6 milioni lo stabile in via Vela che risulta praticamente già tutto occupato. Al secondo e terzo piano si è insediata la start-up inglese Peptone (specializzata nel campo delle proteine) che investirà 20 milioni creando una quarantina di posti di lavoro. Il primo piano sarà a disposizione della European School of Oncology e dell’International Extranodal Lymphoma Study Group, mentre in cima vi sono dei contatti con alcune società che si sono fatte avanti tramite la Fondazione Agire. Senza dimenticare che in via Pometta, dove c’è ancora qualche laboratorio dello IOR, ha preso momentaneamente casa la Choose Life Biotech. Come non citare, infine, la Humabs BioMed, la quale ha spiccato il volo dalla Turrita e adesso è un’eccellenza mondiale con uffici addirittura in California. «Sempre più start-up bussano alla nostra porta, ma gli spazi sono limitati», ha affermato recentemente il sindaco Mario Branda. Una galassia variegata che mira a diventare entro un triennio un Centro nazionale di competenza nella ricerca e che, dal 2026-2030, sarà impreziosita dal Parco dell’innovazione che si svilupperà al posto delle Officine FFS. L’avanguardistico quartiere accoglierà altresì una sede della SUPSI legata alle tecnologie e, forse, dei laboratori del Politecnico federale di Zurigo. Quest’ultima sarebbe la ciliegina sulla torta unitamente all’ospedale regionale alla Saleggina di Giubiasco che vedrà la luce nel 2030-2032.

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

Locarno

E pensare che la legislatura sulle rive del Verbano era partita con il botto: fuori un PPD dall’Esecutivo e storica entrata dei Verdi (e Indipendenti) a Palazzo Marcacci. Con il senno di poi, però, l’avvento degli ambientalisti nella stanza del potere, con l’indipendente Pierluigi Zanchi, ha sì dato un’ulteriore spinta «green» alla Città (pannelli solari sulle scuole, sviluppo del bike sharing, più percorsi ciclabili, luci a LED, eccetera). Ma l’inesperienza e forse l’ingenuità di Zanchi nel gestire il dicastero Sicurezza e lo spinoso dossier Polizia comunale gli si sono ritorte contro. Il Municipio ha infatti deciso di ridistribuire le responsabilità dei settori, togliendo appunto a Zanchi la Sicurezza per affidarla al più esperto e consolidato Davide Giovannacci. E d’altra parte inchieste amministrative, interrogazioni, audit, il licenziamento di un agente e alla fine il prepensionamento del comandante Dimitri Bossalini richiedevano un’azione incisiva - anche se forse un po’ più sollecita - da parte del sindaco Alain Scherrer e dei suoi colleghi.

Detto del delicato dossier PolCom, che ha caratterizzato questa prima metà di legislatura, passiamo alla progettualità. Che non è mancata nonostante, dopo 15 anni di avanzi d’esercizio, dal 2019 le finanze cittadine abbiano conosciuto dei deficit, anche pesanti. L’aggiudicazione del concorso per la valorizzazione di piazza Grande e l’elaborazione della variante pianificatoria per il comparto Santa Caterina (che ospiterà il futuro Museo cantonale di storia naturale) rappresentano fiori all’occhiello per Locarno, così come l’acquisto dal Cantone della Rotonda di piazza Castello.

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

Lugano

«Ciao, tutto bene?». «Bene, sì, grazie. Tu anche?». «Sì, grazie, ciao». Tipica conversazione tra conoscenti che si salutano al volo per strada. Il problema è capire cosa ci sia dietro quel «bene» di circostanza. Per ognuno la risposta è diversa. E se lo chiedessimo alla città di Lugano nel suo complesso, come va, cosa ci sarebbe dietro il suo «bene»? Sicuramente, se consideriamo l’ultimo anno e mezzo, una serie di problemi che sono arrivati «dall’alto» e che stanno avendo un impatto sulla vita in riva al Ceresio. L’onda lunga della pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, il carovita, un meteo che ci ha sballottati fra una siccità mai vista e scariche d’acqua tanto violente quanto pericolose: una lista funesta, e forse nemmeno completa, di fronte alla quale si può fare poco. È in altri ambiti che Lugano può e vuol essere artefice del proprio destino. Di certo nei suoi progetti, come quello di un nuovo polo congressuale al Campo Marzio: dopo un concorso chiuso senza vincitori nel settembre di un anno fa, il Municipio ha raccolto i cocci e riunito attorno a un tavolo i privati interessati a investire nell’opera. La strada è lunga, ma la via sembra tracciata. Non è invece ancora certo dove porterà l’ormai famoso Plan B: la promozione delle criptovalute si rivelerà un filone redditizio? Di certo, tra euforia e preoccupazioni, il tema non sta passando inosservato. C’è fermento anche in ambito culturale, con la Città che lo scorso settembre ha lanciato il progetto di un polo della musica a Besso, dove troveranno spazio diverse realtà del settore. A proposito di spazio, Lugano sta cercando di ricavarne anche per la cultura «dal basso», cioè quella che nasce e cresce fuori dagli schemi istituzionali. Non sembra invece essercene, di spazio, per un accordo con gli autogestiti a un anno e mezzo dalla demolizione del Molino. Lugano intanto pensa a costruire. In particolare a Cornaredo, dove presto inizieranno i lavori per la realizzazione del Polo sportivo approvata dodici mesi fa in votazione popolare. E dove uno stadio gremito di persone, in un triste martedì d’agosto di un anno fa, ha reso omaggio per l’ultima volta al sindaco Marco Borradori. Che per strada regalava sempre un saluto e un sorriso.

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti

Bellinzona

La tassa base rifiuti è aumentata. Ma non il moltiplicatore. La revisione della spesa è stata finora «blanda» per non scontentare i cittadini e le forze politiche. I rapporti con i commercianti sono improntati al dialogo, anche se questi ultimi hanno storto il naso di fronte al prospettato riordino di piazza Governo ma si sono detti soddisfatti per la conferma del villaggio natalizio in piazza del Sole nonostante la penuria energetica. Insomma, il Municipio di Bellinzona in questo primo anno e mezzo di legislatura ha adottato spesso un atteggiamento da equilibrista. Se dovessimo basarci solo su quanto emerso nella prima parte del tour dell’Esecutivo nei quartieri conclusosi di recente, ebbene, si potrebbe dire che a parte alcuni problemi peraltro comuni pure agli altri centri (traffico in primis) non sono state evidenziate particolari criticità. Superato non senza polemiche il quadriennio di debutto della Città aggregata alla luce dei sorpassi di spesa in tre opere comunali e dei morti in casa anziani a Sementina durante l’ondata pandemica più acuta, il consesso uscito dalle urne nell’aprile 2021 ha dovuto affrontare questioni impreviste (i danni del maltempo all’asilo Palasio a Giubiasco e in zona Sasso Grande a Gudo) e condurre in porto lunghe trattative (per l’insediamento del futuro ospedale regionale ai Saleggi e per il rifacimento di via ai Ronchi a Daro atteso da due anni). Parallelamente si è dovuto lavorare in prospettiva, su quei progetti strategici (del polo biomedico parliamo nel pezzo principale) che garantiranno lo sviluppo socioeconomico della capitale nei prossimi 20-30 anni. A questo proposito entro Natale (o al più tardi a inizio gennaio) verranno trasmessi al Legislativo due importanti messaggi: il primo è quello inerente la variante di Piano regolatore per l’innovativo quartiere che sorgerà al posto delle Officine FFS, mentre il secondo riguarderà la valorizzazione della Fortezza. Nel mezzo ci sono stati dei rapporti non sempre idilliaci con il Legislativo (il preventivo 2022 è stato approvato senza i voti della destra, dell’altra sinistra e del PPD, i quali avevano lasciato la sala per protesta) e un inevitabile occhio di riguardo alle finanze (previsti deficit fino al 2026).

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

Mendrisiotto

Doveva essere la legislatura che apriva le porte all’aggregazione. Ma l’obiettivo, oggi, sembra più lontano che mai. E il Mendrisiotto, o almeno il basso distretto, è ben lontano da qualsiasi matrimonio tra Comuni. Non perché altre priorità abbiano reso il tema meno caldo. Anzi, dell’argomento si è parlato tantissimo, tra Comuni, con il Cantone, ma anche tra rappresentanti politici e cittadini. Aggregazione a 3, a 6, a 5, o «almeno a 4». Il progetto, allo stato attuale, dà un po’ i numeri e anche i sindaci dei Comuni coinvolti esprimono perplessità. E c’è anche chi si chiama fuori, o bussa ad altre porte. Insomma, l’unione delle forze rilanciata per primo dal sindaco di Chiasso marcia un po’ sul posto, e difficilmente tra un anno e mezzo potrà rientrare nella lista dei successi di legislatura. Diverso invece il discorso relativo alle finanze comunali. Almeno quelle della cittadina di confine. Perché a Chiasso la desiderata e più volte prospettata riduzione della pressione fiscale potrebbe rientrare a pieno titolo tra le vittorie politiche della legislatura (se accolta dal Legislativo, e la cosa non sembra scontata). Il Municipio ha infatti proposto di ridurre di due punti il moltiplicatore d’imposta «per dare un segnale ai cittadini» e malgrado la difficile situazione socioeconomica. Un gesto significativo e non scontato, per un Municipio che si trova comunque confrontato con diversi dossier delicati e potenzialmente onerosi, come quello che riguarda le piscine comunali e le perdite di cloro, o l’FC Chiasso che naviga in cattive acque. Senza dimenticare il malessere negli istituti sociali. È stata finora una legislatura tranquilla solo in apparenza quella di Mendrisio. Seppur lontano dai tavoli in cui si parla di aggregazione (ma è davvero così?), al Municipio le sfide non sono mancate. A partire dalla proposta di aumento del moltiplicatore di 2 punti percentuali, per arginare una crisi finanziaria in corso da tempo. Un’iniziativa che farà molto discutere e la cui accettazione non è per niente lapalissiana. Senza dimenticare «la sfida iniziale» che lo ha costretto a trovare nuovi equilibri interni, che forse in parte non sono ancora tali; le discussioni durante le sedute di Consiglio comunale lo dimostrano.