Chiasso

«I danni dei piccioni? Possiamo fare ben poco»

Le autorità comunali non hanno i mezzi per fronteggiare il problema e i proprietari si devono accollare le spese di pulizia e riordino - Servirebbero delle piccionaie
E non se vogliono andare. ©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Luca Bernasconi
12.03.2021 06:00

Lo sapevate che in condizioni favorevoli i piccioni possono riprodursi anche 7-8 volte all’anno? E che un’unica coppia riesce ad allevare fino a 12 piccoli? Sono numeri notevoli che testimoniano come una colonia di piccioni in un determinato luogo può generare diversi tipi di problemi, da quelli sanitari a quelli dei danni causati dai loro escrementi. Si possono quindi comprendere le lamentele dei cittadini di talune zone di Chiasso dove i piccioni proliferano. Lamentele indirizzate alle autorità comunali le quali, però, possono fare ben poco.

Con le mani legate

«Abbiamo un po’ le mani legate. Possiamo solo invitare i cittadini a un comportamento esemplare, principalmente ricordando loro che è proibito dare da mangiare ai piccioni», ci dice il capo dell’Ufficio tecnico Rudy Cereghetti. La presenza importante di questi volatili si registra a Chiasso soprattutto nella parte bassa di corso San Gottardo, attorno alla chiesetta di Fatima e nella zona del municipio.

«Dovreste vedere in quali condizioni si trovano certi punti della pavimentazione pregiata del Corso a causa del guano» aggiunge Cereghetti. Di conseguenza gli addetti del Comune devono pulire l’area con una certa regolarità. Sì perché gli escrementi su strade e abitazioni sono anche corrosivi. Ma ognuno, in sostanza, si deve accollare le sue spese. «Tocca ai proprietari rimediare ai danni provocati al loro patrimonio immobiliare privato, in quanto la presenza dei piccioni costituisce un elemento naturale e all’ente pubblico non può essere imputata alcuna responsabilità oggettiva» scriveva nel 2012 il Municipio in risposta a un’interrogazione (e non sembra che da allora la situazione sia molto cambiata). Insomma, i piccioni sono considerati alla stregua della grandine o di un altro improvviso evento naturale.

Vettori di malattie

Ma oltre ad arrecare danni alle cose, i piccioni possono essere anche vettori di malattie. «Un sovraffollamento di piccioni costituisce un rischio potenziale di infezioni, dato dagli agenti patogeni presenti per lo più nelle feci, ma la possibilità di contrarre malattie è comunque molto limitata» aggiungeva il Municipio. E in effetti Cereghetti non ricorda ci siano mai stati casi di infezione a Chiasso.

Prevenzione

Come si può affrontare allora il problema? In primis con la costruzione di una o più piccionaie. A Chiasso il Comune ne aveva approntata una in via Comacini ma - come ci racconta il nostro interlocutore - era stata oggetto di attacchi vandalici da parte di animalisti. Oggi la piccionaia non c’è più perché sul sedime è stato edificato il palazzo Tertianum.

E da tempo in Svizzera non è più consentito l’uso di mangime sterilizzante.

A questo punto sono due le vie raccomandate. La prima, come accennato all’inizio, è la proibizione assoluta di dare da mangiare ai piccioni. A Chiasso, ma anche in altri Comuni, esiste una chiara ordinanza municipale in tal senso, con tanto di contravvenzioni per coloro che non la osservano.

In secondo luogo occorre fare in modo che i piccioni non trovino luoghi ideali per i loro nidi. Occorre quindi ridurre gli spazi fruibili dai piccioni negli edifici. A volte è sufficiente allontanare i piccioni in modo non cruento. In altri casi, occorre limitare al minimo gli spazi usati come posatoi o dormitori, installando delle protezioni sulle aperture libere dei solai o appositi dissuasori. «Ad esempio c’è chi ha deciso di mettere delle reti a difesa di balconi o altri anfratti. O anche chi ha posato degli spuntoni sui corrimani delle terrazze» conclude il nostro interlocutore.

Quella strage a Ponte Chiasso

Contro il sovraffollamento di piccioni non si può certo intervenire in maniera barbara e spiccia, in sprezzo delle norme vigenti. Ma c’è chi, comunque, nel dicembre 2017 ha pensato di risolvere così il problema a Ponte Chiasso. Qualcuno ha visto delle mani sporgere da un furgone e gettare mangime agli uccelli. Di lì a poco trenta e più piccioni sono stramazzati al suolo nella zona della centralissima via Bellinzona, con le automobili che li schiaccaivano. Le carcasse e il mangime erano stati raccolti dagli addetti dell’Asl e consegnati ai laboratori per essere analizzati. Pochi erano però i dubbi che a commettere quella strage sia stata una persona e non un’altra causa.