I liceali tra bocciature e lezioni private

Le lezioni private sono diffuse tra gli allievi del Liceo di Bellinzona. Secondo un sondaggio promosso dalla Gioventù anticapitalista a cui hanno partecipato 305 studenti sui circa 800 iscritti, e i cui risultati sono stati presentati oggi in città, un terzo degli interpellati afferma di far ricorso a questa soluzione per recuperare terreno in alcune materie, soprattutto quelle scientifiche. Circa il 15% di chi ha risposto alle domande poste tramite un formulario dice di farlo una o più volte a settimana, quindi con una certa regolarità. Andando più a fondo, ma sempre con le cautele del caso trattandosi di un campione limitato, risultano inoltre variazioni notevoli tra i vari anni: in prima quasi il 30% degli studenti frequenta lezioni private una o più volte a settimana; la percentuale diminuisce poi in seconda a terza per aumentare nuovamente in quarta, l’anno decisivo. Emerge poi con chiarezza, ma non è una sorpresa, che le materie che creano maggiori difficoltà sono quelle scientifiche. Il 62% degli allievi che prendono ripetizioni lo fanno in matematica; seguono chimica (40,9%) e fisica (30,1%). Benché in misura minore, anche le lingue straniere sembrano creare qualche grattacapo: dei ragazzi che prendono lezioni private, uno su quattro lo fa in tedesco e uno su cinque in inglese. Gran parte dei partecipanti al sondaggio (75%) si rivolge a insegnanti privati, mentre un numero minore fa riferimento a parenti, conoscenti o altri studenti. Per la maggior parte degli allievi si tratta quindi di lezioni a pagamento. Quali i costi? In quasi il 60% dei casi, per un’ora di lezione si devono sborsare oltre 30 franchi.
I problemi di fondo
Questa la radiografia che emerge dal sondaggio. Secondo la Gioventù anticapitalista, un gruppo di militanti vicini all'MPS, il problema «va inserito nel contesto delle condizioni di studio concrete con le quali sono confrontati studentesse e studenti». Viene citato in particolare l’elevato tasso di bocciature nelle scuole medie superiori (i cinque Licei e la Scuola cantonale di commercio, SCC). A testimonianza vengono presi in considerazioni i tassi di promozione/bocciatura negli anni scolastici 2008-2009 e 2018-2019, valutando quindi l’evoluzione sull’arco di un decennio. Per quanto riguarda ad esempio le prime classi del Liceo di Bellinzona, nel primo anno citato i promossi erano stati il 79,2%; dieci anni dopo il 61,3%. A livello ticinese emerge che «una percentuale che oscilla tra il 40 e il 50% degli studenti che frequenta le scuole medie superiori non viene promossa o abbandona gli studi». Si citano due possibili chiavi di lettura: un inadeguato livello di preparazione degli studenti che escono dalla scuola media; e un probabile grado di esigenza troppo elevato. A preoccupare è soprattutto la citata matematica, con «tassi di selezione che superano spesso il 50% nel primo anno di Liceo».
Le misure suggerite
Il ricorso alle lezioni private è specchio proprio di questa situazione, a mente della Gioventù anticapitalista. Una situazione in cui «la scuola pubblica produce una situazione assai diffusa alla quale gli studenti e le loro famiglie sono costretti a rispondere con soluzioni private». Quali risposte a livello collettivo? Viene proposta anzitutto l’assegnazione ad ogni sede di scuola media superiore «di un pacchetto supplementare di ore – integrato nella dotazione oraria di istituto – per ampliare in modo significativo l’offerta di lezioni supplementari». Si suggerisce poi «l’organizzazione sistematica di attività di recupero pubbliche e gratuite (gestite a finanziate dalla scuola pubblica) nelle settimane precedenti l’inizio dell’anno scolastico». Sul tema di fondo della selezione nelle scuole medie superiori si pensa poi alla realizzazione di uno studio; e alla costituzione di un gruppo di lavoro tra docenti, esperti di materia e studenti che analizzi le ragioni della difficile transizione dalla scuola media al grado superiore.