L'idea

«I Mondiali di ciclismo su strada a Bellinzona: perché no?»

Il numero uno di Banca Stato Fabrizio Cieslakiewicz lancia il sasso nello stagno: «Sarebbe un progetto eccezionale per tutto il Ticino, le condizioni ci sono, iniziamo a parlarne» - Nella storia quattro edizioni nel nostro cantone ma mai nel Sopraceneri
L'ultima volta dei mondiali di ciclismo su strada in Ticino fu nel 2009 a Mendrisio. © CdT/Archivio
Simone Berti
09.07.2022 06:00

I Mondiali di ciclismo su strada a Bellinzona? Ai molti appassionati di questo sport che risiedono nella regione forse verranno i brividi. A lanciare l’idea di organizzare un’edizione nella capitale e nei suoi dintorni è Fabrizio Cieslakiewicz: presidente della direzione generale di Banca Stato, è anche appassionato di ciclismo ed è stato a capo del comitato d’organizzazione delle tappe del Tour de Suisse svoltesi ad Ambrì, l’ultima lo scorso mese. «È vero che ci vogliono parecchi soldi, ma se tutto il cantone si muove e si unisce credo non sia un’idea fantascientifica - spiega al CdT - Sarebbe anche eccezionale dal punto di vista turistico, se pensiamo che un evento del genere convoglia decine di migliaia di persone per una settimana, e andrebbe a ribadire il concetto del Ticino come terra di ciclismo». Dopo che il Sottoceneri ha già ospitato nella storia quattro edizioni dei mondiali (due volte Lugano e altrettante a Mendrisio) potrebbe quindi essere la volta del Sopraceneri. Il sasso, un po’ in sordina, è stato lanciato giovedì nel corso della presentazione del «Gran Premio Ticino Banca Stato», in programma domenica 17 luglio proprio nella regione, tra Riviera e Leventina, con base a Lodrino.

La provocazione del già sindaco di Quinto si è inserita nelle riflessioni sulla scelta di organizzare le gare nel Sopraceneri, dove il traffico è meno problematico. Al momento di prendere la parola in rappresentanza di Banca Stato, sponsor della manifestazione, Cieslakiewicz ha appunto lanciato la suggestione. E ora la approfondisce con noi.

Si parla di 20 milioni...
Riconosce che tra il dire e il fare c’è di mezzo un’impresa da scalatore. Ma l’unione fa la forza. «Si può ipotizzare di riunire un gruppo di persone per valutare la fattibilità, coinvolgendo pure i numerosi ex ciclisti professionisti ticinesi, alcuni dei quali mi hanno detto di volerci pensare - afferma - Personalmente non ho un’idea di quali potrebbero essere i costi vivi di un’operazione simile, anche se c’è chi parla di cifre intorno ai 20 milioni di franchi, ma forse nel nostro contesto si potrebbe ridurre il tutto. Inoltre come detto se tutti pedalano nella stessa direzione, sarà sicuramente anche più facile raccogliere i fondi». Certo, Cieslakiewicz evidenzia che occorrerà valutare l’evoluzione della crisi ed il contesto economico, oltre ad altri fattori tra cui la condivisione della popolazione e di Comuni e Cantone: «Ma intanto perché non iniziare a parlarne? Anche perché come dimostrato a Lugano e Mendrisio, i ticinesi hanno sempre avuto un approccio molto positivo, quindi credo si potrebbe davvero fare qualcosa di eccezionale». Il direttore ritiene che questa sia una delle manifestazioni sportive di livello mondiale, e di questa ampiezza, che oggi il Ticino è ancora in grado di organizzare, «ovviamente prendendosi il tempo necessario e con le persone giuste». Bellinzona si presterebbe pure logisticamente.

L’impatto sull’economia
Anche nell’ottica affatto secondaria dei percorsi secondo Cieslakiewicz ci sono tutte le condizioni per farcela. «Per disegnare un buon circuito le salite non mancano di certo». Cita quella dei castelli che è massacrante e spettacolare anche se la discesa può essere un po’ pericolosa in caso di pioggia; poi ci sono le piccole ascese sulla sponda destra tra Bellinzonese e Locarnese, e quelle in collina sulla sponda sinistra, con riferimento a Camorino; eventualmente si potrebbe «sconfinare» in Mesolcina. Per la cronometro, poi, no problem: il fondovalle della Riviera farebbe al caso.

Oltre all’aspetto sportivo e al coinvolgimento popolare, l’evento avrebbe evidentemente un impatto positivo sull’economia. Parliamo di alberghi pieni durante la settimana di competizioni ma anche in quelle che precedono, con tutta la macchina organizzativa e le nazionali e gli staff sul posto; gli appassionati che giungerebbero da ovunque; l’immagine della regione proiettata globalmente. Intanto le prossime quattro edizioni sono già state assegnate: quest’anno (18-25 settembre) in Australia, nel 2023 a Glasgow, poi Zurigo 2024 ed il Ruanda l’anno seguente, con l’Africa per la prima volta «iridata». Quale l’ipotesi per Bellinzona? «Penso si possa ragionare sull’arco di 5-6 anni», risponde il direttore di Banca Stato. E allora perché non crederci?

«Oltre alle emozioni che suscita, un evento simile avrebbe un grande impatto nella promozione territoriale e per l’indotto economico». Il capodicastero Sport della Città Fabio Käppeli commenta positivamente l’idea di organizzare i mondiali di ciclismo nella capitale, ed è possibilista. «Sarebbe un compito certamente complesso ma in cui Bellinzona avrebbe un importante interesse».
Fabrizio Cieslakiewicz. © CdT/Gabriele Putzu
Fabrizio Cieslakiewicz. © CdT/Gabriele Putzu