Cerimonie

I nuovi agenti di polizia hanno giurato fedeltà

I neodiplomati sono 42: 23 della Polizia cantonale, 13 delle comunali, due della Polizia dei trasporti, due della polizia cantonale dei Grigioni e due della Polizia Militare - LE FOTO
(Foto Reguzzi)
Red. Online
03.03.2019 14:50

LOCARNO - Si è tenuta oggi presso il Palacinema di Locarno la Cerimonia di dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi da parte degli agenti diplomati alla Scuola di polizia del V circondario SCP 2018. I neodiplomati sono 42: 23 della Polizia cantonale, 13 delle Polizie comunali di Bellinzona, Biasca, Chiasso, Locarno, Lugano, Malcantone ovest, Mendrisio, Minusio, Muralto, 2 agenti della Polizia dei trasporti, 2 agenti della Polizia cantonale dei Grigioni e 2 agenti della Polizia Militare.

Nel suo discorso il consigliere di Stato on. Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, ha sottolineato come da oggi gli agenti avranno modo di mettere in pratica quanto imparato, consapevoli che ogni giorno li porterà ad assumere nuove conoscenze, arricchendo così il loro bagaglio professionale.

Ecco i nominativi degli agenti neodiplomati

Polizia cantonale: Bettini Gabriele; Bilandzija Dario; Cakmakyurdu Burak Ali; Cattaneo Patrick; Cereghetti Elena Carlotta; Corti Vasco; D’Ambrogio Mattia; Ghisletta Angelica, Giugni, Niccolò; Manzoni Elia; Marioni Alessandro; Mercadante Matthias; Montemari Sally; Parisi Valentina; Sadek Omar; Santandrea Nicola; Schneeberger Evan; Stefanelli Federico; Sussigan Adam; Tastekin Nazli; Vaghi Mattia; Velardi Federico; Villani Andrea.

Polizia città di Bellinzona; Schär Nicola; Zivko Tomislav.

Polizia città di Locarno: Gogov Slave; Nebel Patrik.

Polizia città di Lugano: Marra Enea; Rallo Filippo.

Polizia città di Mendrisio: Derungs Daniele.

Polizia comunale: Pantic Filip (Muralto); Fransioli-Ignazio Chiara (Biasca); Weber Damiano (Chiasso); Barbosa Da Rocha Marcio André (Malcantone ovest); Petric Anto, Tognola Omar (Minusio).

Polizia dei trasporti: Frosio Massimo; Tarusello Stefano.

Polizia Militare: Bonfardini Andreas, Crameri Paolo.

Polizia cantonale Grigioni: Cerasuolo Kewin Cristiano; Spreiter Alessandro.

Qui di seguito il discorso integrale dell’on. Gobbi

«Orgoglioso, felice, consapevole. Tre aggettivi che definiscono i miei sentimenti, oggi, davanti a voi, al termine di questo anno di formazione, che vi ha portati a diventare a tutti gli effetti agenti di polizia, donne e uomini differenti rispetto a 12 mesi fa, donne e uomini con davanti un compito, un impegno essenziale, direi decisivo per la nostra società.

Sono orgoglioso di voi. So che avete sin qui affrontato una formazione impegnativa. Che avete superato momenti belli, ma pure momenti difficili che vi hanno anche messo in crisi, che vi hanno messo alla prova.

Però oggi potete dire di aver raggiunto il primo, importante, traguardo che vi porterà ad operare nelle differenti regioni del Ticino per garantire la sicurezza di tutti noi. Come capo del Dipartimento delle istituzioni, come responsabile politico di questa Scuola, mi inorgoglisce la consapevolezza di ritrovare oggi, qui, in questa sala donne e uomini pronte e formate.

Sono quindi felice per il buon esito complessivo di questa Scuola, ma soprattutto per i risultati che ognuno di voi ha saputo raggiungere. In questi mesi avete potuto fare “squadra”, avete operato in team, avete lavorato fianco a fianco, avete imparato a collaborare, consapevoli che da soli non si raggiunge alcun risultato. Ma per fare ciò, individualmente, avete dovuto profondere il massimo impegno.

Su questo siete stati giudicati. Su questo i vostri formatori hanno ritenuto che voi foste pronti ad affrontare questo importante lavoro. Sono nello stesso tempo però consapevole che la cerimonia di oggi con la promessa di fedeltà al termine della Scuola cantonale di Polizia 2018 rappresenti solo un momento – bello e gratificante – della vostra carriera professionale. Da oggi avrete modo di mettere in pratica quanto imparato, sapendo che ogni giorno vi porterà ad assumere nuove conoscenze, ad arricchire il vostro bagaglio professionale, a

capire come meglio affrontare le varie situazioni di intervento, i rapporti con il cittadino, con i colleghi, con i superiori. E sono pure consapevole della responsabilità che siete chiamati ad assumere e a dimostrare. La divisa che portate è un segno distintivo che vi caratterizza nel lavoro quotidiano. Dice immediatamente chi siete e che cosa fate. Vi dà dei poteri, certo, dei quali però mai dovrete abusare. Anzi, sempre sarete chiamati a operare con responsabilità e umiltà proprio per la divisa che portate.

Assieme ai vostri colleghi, siete inseriti in quel “sistema sicurezza” che abbiamo costruito per il Ticino. La regionalizzazione della Gendarmeria avvenuta nel 2015 è un tassello importante di questo sistema e ci permette una conduzione delle attività in modo regionalizzato sull’arco delle 24 ore, secondo il principio “un capo, un settore, un compito”. Dopo questo anno, durante il quale già avete maturato esperienza sul campo e importanti nozioni sui banchi di scuola, entrate a tutti gli effetti nel Corpo della Polizia. Un Corpo che ha bisogno di voi per muoversi, agire, operare, intervenire, prevenire, reprimere. Un Corpo che negli ultimi anni ha rinnovato i ranghi, grazie alle annuali scuole che riescono a far progredire le capacità delle nostre forze dell’ordine, siano esse la Cantonale, le Comunali o la polizia dei trasporti ferroviari.

Oggi la Polizia cantonale ha una dotazione di 678 unità di lavoro a tempo pieno. Gli agenti delle polizie comunali in totale sono 411. Dal 2011 sino al 2018, le 8 scuole per aspiranti poliziotti hanno formato 369 giovani, che sono così andati a compensare le partenze per i pensionamenti e a mantenere gli effettivi ottenuti con il potenziamento. È facile e immediato capire come il Corpo della Polcantonale e quelli delle Polizie comunali beneficino di un forte ricambio di forze. Da qui anche la necessità di avere però sempre una conduzione efficace, coordinata, forte e sicura per il Corpo di Polizia cantonale. In questo senso permettetemi dunque di rinnovare il mio ringraziamento e la mia stima a tutto il Comando: dal comandante Matteo Cocchi, agli ufficiali dello Stato maggiore con il responsabile vice comandante Lorenzo Hutter; dalle Gendarmerie con il capo area Decio Cavallini, ai tre reparti della Polizia giudiziaria con il capo area Flavio Varini, sino a giungere al Centro comune di cooperazione di polizia e doganale tra Svizzera e Italia Christophe Cerinotti. Ho lasciato per ultimo, ma non certo per importanza, la Sezione della formazione che organizza e coordina la Scuola di Polizia del V Circondario. E qui il ringraziamento va al direttore Cristiano Nenzi e a tutti gli ufficiali e docenti che si sono alternati nelle lezioni. Se il livello di sicurezza in Ticino ha raggiunto un grado di soddisfazione elevato è anche grazie alla formazione che viene impartita agli aspiranti. Così come – e non lo dimentico – all’importanza della formazione continua e della formazione esterna e di mantenimento. I miei non sono ringraziamenti di rito. Nella mia attività politica ho messo un accento deciso sulla sicurezza. Sono convinto – e con me il Consiglio di Stato - che il benessere del nostro Cantone passa indiscutibilmente anche - se non soprattutto - dal grado di sicurezza che si riesce a

raggiungere a favore delle persone e dei nostri beni. Vivere in un paese sicuro, in un paese che è garante delle leggi rappresenta un fattore, se non il fattore, che qualifica il paese stesso. Lo è per i suoi cittadini, che possono così godere di una qualità di vita elevata.

Lo è per chi opera nel tessuto economico: dagli artigiani, passando per i piccoli e grandi imprenditori, sino a giungere al mondo della finanza, senza dimenticare chi investe nelle nuove tecnologie. Un paese attrattivo in cui vivere, investire o passare del tempo per scoprirne le bellezze paesaggistiche e culturali. Ecco quindi che la sicurezza si trasforma in un volano per migliorare il benessere di tutta la collettività. E voi siete e rappresentate un tassello decisivo in questo contesto. Bisogna esserne coscienti, perché il vostro importante lavoro quotidiano ha un riverbero non solo immediato ma anche a lungo termine. Di recente, mi ha fatto piacere sentire – in occasione della consegna degli spazi grezzi che ospiteranno a Mendrisio la Gendarmeria – il municipale del capoluogo Samuel Maffi ribadire l’alto livello di sicurezza oggettiva raggiunto nel Mendrisiotto, ciò che ha permesso di generare un positivo senso di sicurezza soggettiva tra la popolazione. È l’obiettivo a cui tendere.

È il lavoro che pazientemente facciamo tutti assieme! Prima di congedarmi, voglio fare un’ultima riflessione: in questa SCP le donne sono sei. È un bel numero, se confrontato con le cifre degli anni scorsi. Rappresentate il 15% dell’insieme della scuola. Ma vorrei che in futuro le donne fossero più numerose. Un auspicio, una speranza, che vorrei realizzare. Forse anche attraverso nuove attività di sensibilizzazione, così come stiamo però già facendo non solo per la Polizia, ma per tutto il Dipartimento. Vedremo. Intanto oltre a voi, saluto idealmente le vostre 102 colleghe, di cui 64 agenti impegnate sul terreno. Ma oggi per voi deve essere un momento di festa. Una festa da condividere sì con i vostri colleghi e con chi vi ha seguito in questi mesi, ma soprattutto con i vostri familiari, che saluto con estremo piacere. Posso solo immaginare la soddisfazione e l’orgoglio che può provare una mamma o un papà, una compagna, o un compagno, o una moglie o un marito a vivere con il proprio familiare questo momento. La consapevolezza di affidare la persona forse più cara o comunque più vicina a un compito di grande rilevanza, accompagnandolo nel corso degli anni nella professione di agente di polizia. Vedo i vostri occhi lucidi: è un’emozione che sento dentro anch’io. Ho scambiato con voi, con ognuno di voi, la stretta di mano. È l’espressione, anche fisica, del patto che avete – che abbiamo! – sottoscritto oggi. Responsabilità, onestà, fiducia, umiltà, collaborazione e tenacia vi guidino sempre sull’arco della giornata lavorativa, ma anche nella vostra vita privata. Voi rappresentate le leggi e le fate rispettare: per tutti i cittadini da questo momento sarete un esempio, un modello. Siate sempre onorati di indossare questa divisa! Onorate sempre la divisa che indossate!»