I piatti van via come il treno: anche il gusto è ticinese
Saran passati al massimo cinque minuti dalla fine dei discorsi. Che i presenti si gettano a capofitto sul buffet. Solo prelibatezze ticinesi. È il minimo. Oggi va in scena il nostro orgoglio. «Tiriamocela» un po', dai. Come antipasto c'è il piatto di affettato misto. Prosciutto crudo San Pietro, due fette di salame Rapelli, un po' di verdura, formaggio rigorosamente DOP di Ravina (in Leventina) e formaggella della valle di Blenio e la trota nostrana marinata. Boh. Montagna e fiume/lago. Un mix che stuzzica. Il consigliere di Stato Christian Vitta non si fa pregare. Siamo al secondo. A scelta o tutti e due per gli affamati: risotto Carnaroli della Riseria di Taverne ai mirtilli con la formaggella bleniese (sempre) oppure polenta è luganighetta in salsa. È di un giallo strano, chiaro. Come quando sbuca l'arcobaleno e non fai in tempo a tirar fuori il telefonino che è già sbiadito e sui social non fa la differenza. L'importante è che sia buono. Lo è. Parola del sottoscritto e del nostro fotografo. Ecco il dessert. Il panettone mini, cioccolatini a volontà con il logo «Ceneri 2020», biscotti e amaretti. I pacchettini portano il nastro color rosso e blu, meglio di quello rosa cantato da Battisti. Il Ticino, ancora. Come il vestito della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. Il tutto bagnato da Merlot rosso e bianco made in Pelossi e Valsangiacomo e da birra artigianale. In sottofondo si sentono i corni delle Alpi. A Camorino è un brindisi dietro l'altro. Siamo entrati nel tunnel e non vogliamo più uscirne.