I viaggi riprendono quota, nonostante i rincari
Quest’estate, i ticinesi saluteranno laghi e montagne elvetiche, almeno per un po’. La fase delle vacanze «casalinghe» sembra essere infatti tramontata. Sì, perché dopo tre anni di restrizioni, con la pandemia ormai archiviata, la voglia di viaggiare è grande. Pensando alle vacanze estive, i viaggiatori non hanno affatto intenzione di fermarsi al mare ligure o alla riviera romagnola. L’obiettivo, ora, sono le mete più lontane. E poco importa se per raggiungerle bisognerà sborsare un po’: quest’anno tornano alla ribalta i grandi viaggi. «Nei primi tre mesi dell’anno, abbiamo registrato un forte afflusso di prenotazioni», conferma in effetti Fabio Capone, responsabile di Kuoni per il Sopraceneri. «È tornata la richiesta per i viaggi complessi, a lungo raggio. Ad esempio, spopola l’Asia, con Thailandia, Bali e Giappone tra le destinazioni più gettonate». Mete lontane, quindi, e anche non troppo economiche.
Tra Nord Europa e Asia
«Già questo inverno – prosegue Capone – avevamo riscontrato una forte richiesta per le mete del Nord Europa, affascinanti ma non certo a basso prezzo, considerando ad esempio che per un soggiorno in Lapponia si spendono circa 2.500-3 mila franchi a persona». La tendenza viene confermata anche da Davide Nettuno, portavoce di Hotelplan: «Le prenotazioni per l’estate stanno arrivando con un buon anticipo e con tutta probabilità torneremo alle cifre d’affari pre-pandemia». Segno, insomma, che il settore ha ripreso quota dopo anni complicati. «Accanto alle destinazioni classiche del Mediterraneo, notiamo un crescente interesse verso Stati Uniti e Asia». Viaggi più lontani, quindi, e anche più lunghi. «Se prima la durata media delle ferie estive si aggirava attorno ai 7 giorni, oggi vi è anche la tendenza a prenotare una permanenza di due settimane».
Una voglia di viaggiare che parrebbe poco influenzata dai rincari, che comunque si evidenziano anche nell’ambito turistico. «Gli aumenti di prezzo ci sono stati», conferma Capone. «Non si tratta però sempre di aumenti a due cifre, e quindi la clientela si mostra più disposta ad accettarli. Probabilmente, qualcuno ha risparmiato durante la pandemia, quando i viaggi erano congelati. O forse, semplicemente, si preferisce rinunciare ad altre attività, non sacrificando le vacanze estive». Dopo il blocco degli ultimi anni - gli fa eco Nettuno - «la clientela, ora, sembra volersi concedere qualche sfizio in più. Non a caso, i posti in business class sono ricercatissimi. Insomma, dopo una lunga attesa per tornare a viaggiare, oggi ci si vizia e si è disposti a spendere qualcosa in più».
Tra le voci che hanno subito l’aumento maggiore ci sono i voli. «Il prezzo finale è influenzato da una serie di fattori concomitanti: costo del carburante, livello di occupazione del volo, richiesta da parte della clientela. Guardando all’estate, possiamo comunque attenderci un rincaro, anche se è difficile stimare di quanto», spiega Capone. Il consiglio rimane sempre il solito: prenotare con anticipo. «È illusorio attendere all’ultimo minuto per sperare di cogliere qualche offerta. Il last-minute è ormai un concetto superato e chi arriva tardi finisce per sovvenzionare coloro che si sono mossi in anticipo». Nonostante il mercato sia ripartito e le compagnie aeree abbiano recuperato parte del personale, del resto, la situazione non è ancora tornata del tutto alla normalità. E a farne le spese sono i viaggiatori. «Rispetto al periodo pre-pandemico - osserva Nettuno - le compagnie aeree hanno meno capacità di trasporto e, di fronte a una richiesta alta, i posti si riducono e i prezzi dei biglietti salgono».
Camere e auto
Più contenuto, invece, il rincaro delle camere di hotel. E questo nonostante le bollette più salate a causa dell’esplosione del costo dell’energia. «Parliamo in media di un 5-10% in più», rileva Nettuno. «Un incremento marginale, soprattutto se paragonato al rialzo subito dai voli». I prezzi, osserva invece Capone, «sono molto dinamici, ma grazie ai contratti stipulati in anticipo, le agenzie di viaggio riescono a garantire alla clientela una certa stabilità». Buone notizie, per contro, sul fronte del noleggio dell’auto. La penuria registrata lo scorso anno a causa della pandemia, quando molti rivenditori di servizi di autonoleggio avevano ridotto il parco auto, è rientrata. «Tutti prevedono di reinvestire, adeguando gradualmente l’offerta all’accresciuta richiesta», dice Capone. «I prezzi a carico dei clienti, quindi, dovrebbero mantenersi stabili, benché più elevati rispetto ai livelli pre-COVID».