Il 2022 del lago di Lugano nella morsa della siccità

Anche per il Ceresio il 2022 non è stato un anno facile: le temperature sono aumentate, la siccità ha fatto da padrona tutto l’anno e i principali immissari come il Vedeggio, la Magliasina, il Cassarate, la Mara e il Laveggio hanno sofferto moltissimo. Lo ribadisce senza nascondere qualche preoccupazione soprattutto se i medesimi eventi climatici dovessero ripresentarsi nel prossimo futuro, il presidente della Società pescatori Ceresiana, Maurizio Costa, con cui abbiamo voluto fare il punto sullo stato di salute del nostro specchio lacustre. Un consuntivo d’obbligo anche in vista della tradizionale gara di pesca sociale di Santo Stefano e dell’assemblea del sodalizio in programma il prossimo 14 gennaio nella sala del Consiglio comunale di Lugano.
Barche in secca
«Indubbiamente il nostro lago – aggiunge subito il nostro interlocutore – si è dimostrato la risorsa idrica più preziosa a cui possiamo attingere, malgrado il livello basso raggiunto quest’anno (non a torto si parla di minimi storici) che non ha permesso a diversi pescatori di poter uscire con la barca, e inevitabilmente lo sarà sempre di più in futuro». In proposito Costa sottolinea subito come sono sempre più comuni rivieraschi stanno oggi seriamente vagliando la possibilità di «pescare» nelle acque profonde per rifornire con regolarità i rispettivi acquedotti, ciò che di conseguenza negli anni a venire imporrà alle amministrazioni locali di aumentare in modo importante il livello di attenzione e prevenzione sul fronte degli inquinamenti.
Meno inquinamenti
Inquinamenti che nel 2022, fortunatamente in controtendenza rispetto al passato, sono però stati piuttosto contenuti. «Tranne qualche episodio riscontrato sul Pian Scairolo, quest’anno posso dire che non abbiamo avuto grandi problemi - rileva il presidente della Ceresiana – e questo significa anche che la campagna di sensibilizzazione messa in atto dal Dipartimento del Territorio ha incontrato successo». Buone notizie anche sul fronte della depurazione: «Nel corso di alcuni incontri con il nuovo direttore dell’impianto di Bioggio – rende noto Costa – ci è stato assicurato che i lavori per la realizzazione del sistema per l’eliminazione dei microinquinanti dovrebbero iniziare a breve. Si tratta di un passo importante auspicato da tanto tempo e di cui beneficerà in particolate il bacino sud e ovviamente il golfo di Agno».
Dodici tonnellate dai dilettanti
Sull’andamento della pesca in generale, a livello dilettantistico il consuntivo resta positivo e i quantitativi non dovrebbero distanziarsi da quelli registrati nel 2021 con oltre 12 tonnellate di pescato. Le continue immissioni di salmerini e coregoni hanno senz’altro avuto successo, precisa il presidente, e sono parecchi i pescatori che si stanno indirizzando verso questi particolari pesci. Se il persico resta la specie più pescata nel Ceresio anche nel corso del 2022, il lucioperca è rimasto in una fase altalenante. Dal canto suo la trota lacustre se non ha dato grandi risultati all’apertura invernale, ne ha invece offerti nei mesi di maggio e giugno: ciononostante la «regina» del lago continua a soffrire per la mancanza dell’alborella, sua principale fonte di nutrimento. E proprio l’alborella resta per il momento ancora un’incognita. Il progetto cantonale di reintroduzione della specie nel Ceresio (da dove è praticamente scomparsa da oltre un ventennio n.d.r.), punta al momento sull’allevamento in cattività nello stabilimento di Brusino: un’operazione quest’ultima che ha avuto senz’altro successo, per contro non si può dire che vi sia stato un risultato altrettanto positivo per quanto concerne le immissioni effettuate negli anni scorsi nel lago. «Ovviamente non disperiamo – rileva Maurizio Costa - e ci auguriamo che qualcosa possa cambiare tra qualche anno».
Cattura record: 30 chili
Punto dolente, come in passato, resta invece il siluro, specie alloctona che ha invaso i principali bacini lacustri e i fiumi a sud dell’arco alpino e che preoccupa non poco per la sua voracità e insaziabilità. «Questo particolare pesce – spiega il presidente dei pescatori luganesi – è indubbiamente in crescita anche nel lago di Lugano. Ne eravamo consapevoli e sapevamo, dopo aver individuato i primi esemplari negli anni scorsi, che sarebbe stata solo una questione di tempo per osservarne una presenza maggiore nelle nostre acque. E a riprova di tutto ciò va detto che nell’arco dei passati mesi ci sono state segnalate parecchie catture una delle quali del peso di ben 30 chilogrammi, ha fatto segnare per il Ceresio un record. Cercheremo di seguirne attentamente l’evoluzione nei prossimi anni ma è chiaro che ormai dobbiamo adattarci a convivere con questa specie: non escludo a questo punto che potrebbe diventare un fattore importante della pesca del futuro».
Il rischio acque profonde
I dati raccolti unitamente ai regolari controlli effettuati dal Cantone, conclude Maurizio Costa, evidenziano in ogni caso che la qualità delle nostre acque resta piuttosto buona. Questo non toglie qualche preoccupazione per l’aumento delle temperature: «Speriamo che la tendenza non sia ancora al rialzo e questo per evitare il noto problema dell’inversione termica che si sviluppa durante l’inverno e che spinge le acque più profonde, meno ricche di ossigeno, a salire in superficie causando improvvise morie di pesce».