Documenti

Il caos italiano per i passaporti si ripercuote anche sul Ticino

Lunghe attese nella Penisola e ritardi anche al Consolato di Lugano – Per chi deve rinnovare anche il permesso C e B il problema è doppio – «Ma i tempi si stanno riducendo e in caso di urgenza non serve l’appuntamento»
©Gabriele Putzu

Sta avendo ripercussioni anche in Ticino il caos passaporti dell’Italia. Nella vicina Penisola, ormai da settimane, si registrano lunghe attese per ottenere il rilascio dei documenti. E, stando a quanto ci è stato segnalato da alcuni lettori, i disagi hanno interessato anche il Consolato generale d’Italia a Lugano.

Occorre armarsi di pazienza, dunque. Il problema, tuttavia, sorge quando, oltre al passaporto, in scadenza c’è il permesso di domicilio o di dimora. Documenti che, per essere rinnovati, necessitano appunto della carta d’identità o del passaporto. Ed è così che alcuni cittadini italiani che vivono in Ticino da anni si sono trovati con il timore di non poter restare qui.

Il timore di dover andare via

Una paura che ha avuto anche Marta, una donna italiana del Bellinzonese che da vent’anni vive in Ticino. Ma che cosa è successo? Quando la donna ha provato a prenotare, online, il rinnovo della carta d’identità, ha incontrato lungaggini impreviste. «La prima data disponibile - racconta - era dopo sette mesi. Un bel problema, dato che a distanza di trenta giorni mi sarebbe scaduto anche il permesso C». L’Ufficio della migrazione, a Bellinzona, le ha assegnato un termine di tre mesi per fornire una copia del documento di identità. Un lasso di tempo insufficiente, visti i tempi d’attesa. «Quando ho contattato il Consolato italiano di Lugano, mi è stato detto che tutti gli appuntamenti disponibili erano prenotati fino a metà giugno». Quindi, la precisazione: «Resta ferma la possibilità di richiedere la carta d’identità al Comune AIRE». Un Comune che, però, non sempre si trova a pochi chilometri dal Ticino e che potrebbe non rilasciare il documento in poche ore. Fortunatamente, l’Ufficio della migrazione è stato comprensivo e ha sospeso la pratica, in attesa del documento valido.

«Fino a sei mesi di tempo»

Il problema, infatti, è noto anche a Bellinzona. «Abbiamo registrato diversi casi di persone che, avendo il documento italiano scaduto, hanno avuto problemi a rinnovare il permesso B o C a causa dei ritardi accumulati dal Consolato generale d’Italia», commenta Silvia Gada, a capo della Sezione della popolazione. In passato, una situazione simile si era verificata durante la pandemia e i vari lockdown. «Ma si trattava di un problema generalizzato, che coinvolgeva tutti i Paesi, non solo l’Italia». Per il rinnovo del permesso di dimora (B) o di domicilio (C), evidenzia Gada, «è imprescindibile avere un documento - che sia il passaporto o la carta d’identità - in corso di validità. Ci tengo però anche a tranquillizzare tutti coloro che si trovano in questa situazione: a nessuno abbiamo revocato - né revocheremo - il permesso B o C a causa di questioni burocratiche italiane». Anzi, l’Ufficio della migrazione finora è sempre andato incontro alle esigenze degli utenti. «È importante però - dice Gada - che la persona che ci inoltra la richiesta di rinnovo del permesso indichi anche la data in cui è stata inoltrata la domanda per rifare il passaporto o la carta d’identità alle autorità italiane. In mancanza del documento italiano mandiamo un primo richiamo dando un tempo d’attesa di tre mesi, il secondo richiamo dà altri due mesi di tempo ed eventualmente un terzo richiamo fissa un termine di un mese. Fino a sei mesi, quindi, noi attendiamo senza problemi. L’importante, come detto, è far presente il problema e precisare che ci si è già attivati per richiedere il rinnovo del documento, perché altrimenti noi sollecitiamo dando due mesi di tempo per presentare il documento d’identitàS

Screenshot piattaforma Prenot@mi, prima data disponibile accedendo l'8 marzo 2023.
Screenshot piattaforma Prenot@mi, prima data disponibile accedendo l'8 marzo 2023.

Il problema sta rientrando

Da parte italiana, comunque, assicurano che i disagi stanno rientrando. «Da quanto mi risulta, ora i tempi di attesa per un appuntamento per il rilascio del passaporto sono di circa uno o due mesi», spiega il console generale d’Italia Gabriele Meucci. «In caso di urgenza, diamo la possibilità di presentarsi direttamente al nostro consolato - senza appuntamento - per ottenere immediatamente il passaporto. In media, riusciamo a ricevere fino a 7-8 persone al giorno». Discorso diverso, invece, per la carta d’identità. «Non ce ne occupiamo noi, ma il Ministero degli Interni a Roma. Al Consolato prendiamo solo le impronte e i dati biometrici, per poi inviarli alla banca dati nazionale, come fanno i Comuni italiani». Di conseguenza, dice il console, «eventuali lungaggini non sono imputabili a noi. I tempi di attesa sono lunghi qui, così come in moltissime città italiane. Ricordo però che il documento imprescindibile, per i cittadini residenti all’estero, è il passaporto - non la carta d’identità - e questo possiamo rilasciarlo in 15 minuti per i casi urgenti».

Oltre 8 mila documenti rilasciati

Lo scorso anno, rileva Meucci, «abbiamo rilasciato 5.060 passaporti e preso dati biometrici per quasi 3 mila carte d’identità. Le lamentele per i ritardi saranno state due o tre, più una quindicina di mail in cui si chiedeva come procedere in caso di urgenza. A queste persone abbiamo spiegato di presentarsi in Consolato senza appuntamento e la pratica è stata sbrigata velocemente». In tutti i casi, l’invito del console è di muoversi per tempo: «Contiamo oltre 130 mila cittadini italiani residenti in Ticino, quindi il consiglio è sempre quello di anticipare i tempi. Peraltro, molti Paesi extra UE consentono l’ingresso solo a chi ha un passaporto con validità residua di 6 mesi. Per far fronte alle molte richieste, comunque, abbiamo esteso gli orari di apertura al pubblico degli uffici e aumentato gli sportelli. In questo modo, speriamo di ridurre al minimo le attese per il rilascio del passaporto, mentre - lo ribadisco - le tempistiche per la carta d’identità, pur problematiche, non sono una nostra responsabilità».