Ticino

Il caso Gobbi? «La vicenda è tutt’altro che chiusa»

Le reazioni di Dadò (Centro) e Sirica (PS) sugli ultimi aggiornamenti riguardanti l'inchiesta sull'incidente che ha coinvolto il consigliere di Stato
©Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
11.06.2024 18:20

Mentre l'inchiesta è ormai praticamente chiusa, il «caso» politico, come vedremo, è e rimane più che aperto. Già, perché se da una parte Gobbi ha dichiarato che la decisione del pg «chiude definitivamente qualsivoglia ipotesi di mio coinvolgimento e (...) smentisce ogni illazione e maldicenza di cui sono stato oggetto», dall'altra in politica c'è chi storce il naso. 

«La vicenda è tutt’altro che chiusa», commenta in tal senso il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, che a metà marzo aveva scoperchiato il caso tramite un’interpellanza dal titolo «Un misterioso incidente, è abuso di potere?». «L’atto d’accusa prospettato dal pg, infatti, dimostra in maniera evidente che qualcosa non quadrava, anche se sembrerebbe che a dover rispondere siano solo i pesci piccoli», prosegue Dadò, rispedendo al mittente le critiche di chi lo aveva accusato di aver «montato la panna». Anzi. «Questa decisione dimostra pure che le mie domande erano più che doverose e tutto fuorché «panna montata»». E ora, spiega il presidente del Centro, «è ancora prematuro rispondere nel dettaglio alle più che legittime domande del Parlamento, in particolare poiché le parti hanno ancora 10 giorni per fare le proprie osservazioni». Ma, osserva, «prima o poi il Governo dovrà rispondere in maniera chiara e puntuale a tutte le domande, ancor di più alla luce di quanto sembrerebbe essere emerso dall’inchiesta penale». Domande a cui potrebbero seguirne altre. Anche perché, chiosa Dadò, «andrà anche spiegato alla popolazione perché se da una parte si prospetta il reato di favoreggiamento, dall’altra non sembrerebbe esserci alcun favoreggiato. Questi aspetti, per il buon nome delle istituzioni e per la fiducia che i cittadini devono poter avere nei confronti dei politici, andranno chiariti e non potranno rimanere dubbi».

Stesso tenore anche per il co-presidente del PS, Fabrizio Sirica: «Invece che dare risposte, questa decisione ha aumentato le domande: come è possibile che ci sia favoreggiamento e manchi invece un favoreggiato?», si domanda il co-presidente. E ancora: «Come è possibile che il direttore del Dipartimento delle istituzioni, in nessun momento in questi mesi, si sia reso conto di essere stato appannaggio di un favoreggiamento?». Oppure: «È normale che più volte Gobbi abbia detto che tutte le procedure erano state rispettate, quando invece sembrerebbe non essere andata così?». Ma anche: «È mai possibile che a pagare siano sempre i più deboli?». Sirica, in questo senso, tiene pure a esprimere solidarietà agli agenti coinvolti: «Penso che in ogni caso non sia stato semplice per loro trovarsi in quella situazione. Magari la pressione non l’hanno subita, ma l’hanno sentita». Insomma, tirate le somme, per Sirica «restano ancora molte domande sul tavolo, motivo per cui sarà ancora più importante che ci sia totale chiarezza nel dibattito parlamentare che seguirà alle risposte del Governo all’interpellanza di Dadò. E poi si vedrà se quelle domande saranno sufficienti, oppure se occorrerà approfondire ulteriormente la vicenda». 

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