Ticino

Il CdM «silura» l'istanza di ricusazione di Quadri e Verda Chiocchetti

L'organo di vigilanza ha giudicato le richieste dei due giudici del TPC «manifestamente inammissibili» nonché «infondate nel merito e parzialmente tardive» – L'avvocato difensore: «Come può lo stesso CdM autoassolversi? Chiaramente impugneremo la decisione»
©Chiara Zocchetti
Red. Online
24.09.2024 17:30

Il Consiglio della magistratura (CDM) comunica che le istanze di ricusazione nei confronti «dell’intero consiglio della magistratura», presentate separatamente ma con una medesima formulazione dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti lo scorso 16 settembre, «sono state da esso stesso evase» si legge in una nota appena diffusa dallo stesso Consiglio della magistratura.

«Considerato il noto e consolidato principio giurisprudenziale per il quale istanze di ricusazione manifestamente infondate o costituenti un abuso di diritto possono essere decise dal ricusato stesso, il Consiglio della magistratura ha emanato, in data 23 settembre 2024, due decisioni dal contenuto sostanzialmente identico con cui tali istanze di ricusazione sono state giudicate manifestamente inammissibili, nonché infondate nel merito e parzialmente tardive».

Che cos'era successo?

I giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, ricordiamo, avevano presentato un’istanza di ricusazione del Consiglio della magistratura. A mente dei due giudici l’organo di vigilanza avrebbe violato il segreto d’ufficio, ma soprattutto avrebbe mostrato parzialità e accanimento nei loro confronti. L’istanza di ricusazione – presentata dall’avvocato dei due giudici, Marco Broggini – era stata inoltrata dopo le rivelazioni apparse due settimane fa su Liberatv.ch. Il portale aveva infatti riferito che era stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Quadri e Verda Chiocchetti. Un’informazione che Liberatv.ch avrebbe avuto prima dei due interessati, dato che il loro legale era assente e non aveva potuto ritirare la raccomandata del CdM. Secondo i due giudici, quindi, la notizia sarebbe trapelata direttamente dal CdM, l’unico al corrente del procedimento disciplinare, visto che l’avvocato Broggini era assente. Per i due giudici del TPC si era trattato, dunque, di una fuga di notizie pilotata, che dimostrerebbe la volontà di accanimento nei loro confronti. In più, a loro avviso vi sarebbe stata anche una violazione del segreto d’ufficio da parte del CdM.

«Impugneremo la decisione»

«È una decisione inaccettabile» ha commentato dal canto suo l’avvocato difensore Marco Broggini. «Come può lo stesso CdM autoassolversi? Chiaramente impugneremo la decisione».