Bronchiolite

Il consiglio ai genitori: «Tenete controllati respiro e appetito»

Il parere di due pediatri sul virus respiratorio sinciziale che sta colpendo i bambini – I sintomi sono tosse e raffreddore – Nella maggior parte dei casi non ci sono complicanze
Martina Salvini
22.11.2022 06:00

Nel periodo invernale, il virus respiratorio sinciziale è tra i più aggressivi. «I sintomi sono quelli tipici dei virus del periodo invernale: tosse, raffreddore, febbre, molto catarro. Fino ad arrivare a un distress respiratorio e, quindi, alla necessità di dare ossigeno al bambino», spiega il dottor Mauro Riavis, pediatra attivo soprattutto nel Luganese. Il genitore, come è giusto che sia, si preoccupa ogni qual volta il proprio figlio si ammala. «Tuttavia - precisa Riavis - è bene chiarire che la maggior parte delle infezioni da RSV è simile a quella di altri virus. Se il bambino sta relativamente bene e continua a mangiare può essere curato normalmente a casa».

«Sintomi più lunghi»

Specialmente nei neonati o nei bambini più piccoli, però, i sintomi possono persistere più a lungo. «Visto che si tratta di un virus più aggressivo, se normalmente i sintomi influenzali si risolvono nel giro di una settimana, per i lattanti colpiti da RSV la sintomatologia può protrarsi per due o tre settimane», spiega il medico. «Più un bambino è piccolo e più bisogna tenerlo sotto controllo, dando ai genitori indicazioni precise per verificare che il piccolo non sia apatico, che continui a bere le solite quantità di latte». E, soprattutto, che non respiri a fatica o troppo velocemente. «In questi casi si consiglia di far visitare il proprio figlio dal pediatra curante. Raramente può essere indicato un ricovero in ospedale, soprattutto se il bambino necessita di ossigeno. Si può effettuare il test antigenico rapido per confermare la presenza del virus, ma serve unicamente nel caso di ricovero per isolarlo dagli altri pazienti. Non ha invece alcuna ripercussione sulla scelta della terapia più adeguata». Tra i bambini ricoverati ogni anno, aggiunge Riavis, «ci sono solo rari casi di insufficienza respiratoria che necessitano l’uso di un respiratore per qualche giorno».

In anticipo

Quest’anno «il virus ha fatto la sua comparsa un po’ in anticipo», dice da parte sua Giacomo Nobile, presidente dell’Associazione dei pediatri della Svizzera italiana. «Non mi sembra però il caso di preoccuparsi, dato che si tratta di un virus presente da sempre». La particolarità, secondo Nobile, è dovuta piuttosto al fatto che vi sono tanti casi in contemporanea. «Abbiamo più bambini malati, ma le complicanze non sono più frequenti», chiarisce Nobile, consigliando ai genitori di rivolgersi ai medici in caso di dubbio, «soprattutto se i bambini sono molto piccoli, respirano con difficoltà o fanno fatica ad alimentarsi».

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