Il lutto

Il coraggio di una vita in prima linea

Si è spento all’età di 78 anni Dick Marty, ex magistrato e politico di lungo corso - Le sue inchieste sulla CIA e sui massacri in Kosovo avevano destato scalpore in tutto il mondo - Nel 2020 venne messo sotto scorta di massimo grado per minacce provenienti dai Balcani
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Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
28.12.2023 15:00

Dick Marty non ce l’ha fatta. L’ex magistrato e politico si è spento oggi all’età di 78 anni. Volto notissimo in Canton Ticino e non solo, Marty era malato da tempo di tumore. «La mia vita è stata costellata da molti fatti importanti – aveva detto in una recente intervista – e alcune telefonate decisive: l’ultima è stata quella di fine aprile di quest’anno quando un medico mi ha informato della malattia».

Circondato dai suoi cari si è spento a casa sua a Fescoggia, dopo che le sue condizioni di salute sono improvvisamente precipitate negli ultimi giorni. 

Da Friburgo a Bellinzona

Una vita vissuta sempre in prima linea, la sua. A 30 anni viene nominato procuratore pubblico del Canton Ticino. È il 1975 e Marty sta lavorando per il Max Planck Institute di Friburgo in Germania, dove è responsabile per la sezione di diritto svizzero. Una telefonata lo raggiunge. Dall’altra capo del telefono c’è Ferruccio Bolla, all’epoca consigliere agli Stati PLR, che gli chiede di tornare in Ticino. Marty acconsente. Fa il concorso e lo vince.

Negli anni seguenti si distingue per la sua lotta contro la criminalità organizzata e la droga. Tanto da ricevere nel 1987 un’onorificenza dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti. Anche perché fu proprio lui uno dei magistrati che scoperchiò l’incredibile traffico di droga sull’asse New York, Italia e Svizzera che prese il nome di Pizza Connection. Inchiesta che porterà all’introduzione del reato di riciclaggio, fino a quel momento assente in Svizzera. 

Una lunga carriera a Berna

Magistrato ma anche politico. Perché nel 1989 Marty è eletto in Consiglio di Stato del Canton Ticino per il PLR. Assume la direzione del Dipartimento delle finanze e nel 1992 diviene presidente del Governo. Alcuni anni dopo, nel 1995, si candida per il Consiglio degli Stati, per il quale viene eletto in rappresentanza del Canton Ticino. Carica che manterrà fino al 2011. In parallelo alla sua attività di parlamentare a Berna, nel 1998 diventa membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

I rapporti sulla CIA e il Kosovo

Ed è proprio in questa veste che rispolvera le sue origini di avvocato e procuratore pubblico. Perché nel 2005 è nominato relatore del Consiglio d’Europa per l’indagine sulle presunte prigioni segrete della CIA in Europa. Pochi mesi dopo, il 7 giugno 2006, pubblica un rapporto in cui afferma che 14 Paesi europei si sono resi complici degli Stati Uniti in una «rete» di abusi dei diritti umani. Tra questi anche la Svizzera che sarebbe stata coinvolta attivamente o passivamente nella detenzione o nel trasferimento di prigionieri. È un rapporto-bomba. Che ha riverberi e ripercussioni a livello internazionale. Tanto da spingere il presidente americano di allora, George W. Bush ad ammettere la detenzione di presunti terroristi fuori dai confini statunitensi.

Cinque anni dopo, è il 2011, Marty presenta un altro rapporto che scotta. Questa volta a essere indagati sono i gravi e i ripetuti atti di violenza commessi in Kosovo dall’esercito di liberazione del Kosovo (UÇK) accusato da Marty di aver rapito e ucciso diverse centinaia di cittadini serbi per espiantare i loro organi e rivenderli sul mercato nero. Accuse fortissime, non solo al Kosovo, ma anche alla comunità internazionale che non avrebbe fatto niente pur sospettando qualcosa, a seguito delle quali Marty subirà minacce di morte e per quasi due anni dovrà vivere sotto scorta.

L’ultimo racconto

Una vita sempre in prima linea, la sua. Che Marty ha raccontato anche nelle pagine di un libro uscito proprio un mese fa per Casagrande editore di Bellinzona. «Verità irriverenti - Riflessioni di un magistrato sotto scorta», questo il titolo del libro, nel quale l’ex magistrato e politico ripercorre le fasi più importanti della sua vita. Ma getta uno sguardo anche sull’attualità, dall’assalto a Capitol Hill, dalla guerra in Ucraina al crollo di Credit Suisse, senza disdegnare di riflettere sulla crisi dello Stato di diritto, sulle fragilità della democrazia e sulla questione della neutralità svizzera.

Oltre alla sua attività politica, dal 1996 al 2007 Marty è stato anche presidente di Svizzera Turismo, presidente della Fondazione svizzera dello scoutismo e anche membro di altre numerose associazioni.