Il curling scivola verso Sigirino

La pista per il curling scivola via da Lugano. È un piccolo colpo di scena, la notizia diffusa ieri dal Municipio. Il progetto del polo sportivo perde quindi un pezzo, cioè l’impianto che avrebbe dovuto sorgere al Maglio per dare spazio ad una disciplina, il curling, che alla Resega non ha abbastanza ore ghiaccio per soddisfare i suoi sempre più numerosi appassionati. Per loro non è comunque un dramma, perché la Federazione Curling Ticino ha un piano B: una nuova traiettoria che punta a nord, verso Sigirino, dove sta per nascere un progetto dedicato agli sport sul ghiaccio.
Separazione consensuale
Il motivo che spinto la Città, d’intesa con la Federazione, a rinunciare ad inserire la pista nel nuovo centro sportivo previsto a Canobbio è un misto di questioni logistiche e finanziarie. Nel progetto di massima, come spiegatoci dal capodicastero Roberto Badaracco, era stata immaginata una costruzione classica dal costo di circa 4,5 milioni: una spesa che Comune e Federazione avrebbero diviso a metà. Il problema è sorto in fase di progettazione definitiva, quando la Città ha realizzato che sarebbe stato impossibile incastonare una struttura di questo tipo tra i campi e gli altri contenuti previsti nella zona e che quindi, mancando lo spazio in superficie, l’unica via sarebbe stata quella di andare sotto terra, rinunciando a una parte dei posteggi. Ma un edificio interrato costa ovviamente di più: nel caso in questione 1,5 milioni in più. Soldi che né il Comune né la Federazione volevano o potevano spendere.
Posteggi salvi
Non è un dramma nemmeno per la Città. «Dover interrare una struttura simile, con tutte le necessità legate alla generazione del freddo e agli standard energetici, ha fatto lievitare il prezzo - esordisce Badaracco -. Del resto per un capannone non ci sarebbe stato spazio, avremmo dovuto stravolgere il nostro progetto e non avrebbe avuto un bell’impatto sul contesto. E non dovendo costruire un impianto interrato eviteremo anche di sacrificare una parte dei posteggi: il che non è male». Sulla bilancia va messo anche il risparmio per l’ente pubblico sull’investimento, a cui vanno aggiunti gli oneri di gestione che sarebbero spettati alla Città per le macchine generatrici di freddo e per la sicurezza dell’impianto. In compenso, senza entrare nel dettaglio, il Municipio ha fatto sapere che «sosterrà la Federazione che si è impegnata a trovare una soluzione alternativa nel Luganese». Una pista calda è quella che porta a Monteceneri. Il sasso andrà a bersaglio?
Spazi ai talenti
La traiettoria immaginaria del progetto per il curling ci porta a Sigirino, dove sta maturando l’idea di creare un centro dedicato agli sport sul ghiaccio. Siamo ancora in una fase embrionale, nulla di definito, ma il promotore di questa visione, Gianni Ochsner, ha già avuto modo di presentarla al Municipio di Monteceneri. Per saperne di più sui contenuti previsti dovremo attendere i primi passi della procedura, che nel caso in questione prevede la pubblicazione di un Piano di quartiere. Una cosa si può anticipare: il progetto, come ci ha spiegato Ochsner, è pensato in particolare per la formazione dei giovani. Di sicuro, se escludiamo la già occupatissima Resega, una struttura del genere manca nel Luganese. Ne avevamo scritto tre anni fa («C’è un disperato bisogno di ghiaccio») portando l’esempio dell’Hockey Club Ceresio, destinato ad abbandonare la pista di Rivera destinata a sua volta a lasciare spazio a un hotel.
Ma ci sono anche altre discipline bisognose di nuovi spazi. Come il pattinaggio artistico ad esempio, o il «nostro» curling. Andrea Lenzin, presidente della Federazione Curling Ticino, è fiducioso sul progetto e non pensa di aver lasciato una prospettiva certa per una incerta. «Ci spostiamo semplicemente da un progetto pubblico a uno privato. Anche al Maglio non avevamo certezze granitiche e quello che è successo ne è la dimostrazione».
Alla Federazione sarebbe andata bene anche la struttura non interrata da 4,5 milioni. «Per noi non sarebbe stato opportuno spendere di più per una variante che non ci avrebbe portato vantaggi». Con Palazzo civico, comunque, nessun rancore. «La Città ha fatto le sue scelte, non ci siamo rimasti male. Sarebbe stato così se non avessimo avuto alternative, ma una esiste e ci vediamo solo dei vantaggi».