Il dottor Christoforidis a Losanna

LUGANO/LOSANNA - Dimitri Christoforidis, oggi viceprimario del servizio per la chirurgia viscerale all'ospedale regionale di Lugano, è stato di recente nominato professore titolare all'Università di Losanna. Nato e cresciuto in Grecia, Christoforidis è arrivato in Svizzera con la famiglia all'età di 15 anni, ha frequentato il liceo a Interlaken e poi ha studiato medicina a Losanna, dove ha effettuato la maggior parte della propria formazione, per poi specializzarsi in chirurgia intestinale a Minneapolis (USA). Da più di 20 anni è legato al Canton Ticino anche per motivi famigliari. Tra gli elementi che hanno contribuito alla nomina c'è la sua attività di ricerca clinica, con numerose pubblicazioni e presentazioni scientifiche in congressi nazionali e internazionali, la sua attività didattica e quella clinico-organizzativa nel settore della chirurgia intestinale mini-invasiva. Lo abbiamo intervistato per l'occasione.
Professor Chrisoforidis, di che cosa si occupa all'EOC?«Come viceprimario del servizio di chirurgia viscerale, mi trovo a curare soprattutto le patologie dell'addome, si va dal mal di pancia per appendicite, diverticoli, o calcoli della cistifellea ai tumori dello stomaco o dell'intestino. Sono in particolare specializzato in chirurgia colorettale e mini-invasiva e mi è stata affidata la responsabilità per gli interventi su pazienti con tumori del retto, una patologia che necessita una presa a carico interdisciplinare e che come i tumori del fegato o del pancreas fanno parte della Medicina altamente specializzata (MAS), centralizzata all'Ospedale di Lugano. Oltre all'attività clinica, svolgo ricerca in ambito clinico, rivesto mansioni organizzative e incarichi legati all'insegnamento all'interno del nostro ospedale e all'Università di Losanna. Si tratta in generale di corsi pratici e d'insegnamento clinico vicino al malato, con piccoli gruppi di assistenti o aspiranti chirurghi».
Che cosa l'ha spinta a studiare medicina?«Si è trattato di una decisione maturata con il tempo, non immediata; inizialmente, infatti, ero attratto dallo studio dell'architettura. Una volta intrapreso il percorso degli studi in medicina, tuttavia, mi ha affascinato la complessità e l'importanza della materia. In medicina ci sono sempre due ambiti da tenere in considerazione: quello scientifico e quello umano. L'anatomia umana varia da persona a persona ed è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. La chirurgia, in particolare, è inoltre un lavoro pratico, dall'esito rapidamente visibile e valutabile».
Quale ruolo ha il rapporto medico-paziente nel suo lavoro? Come si sviluppa?«Proprio perché ciascun caso è diverso dagli altri, diventa fondamentale interpretare ogni singola situazione e a tal fine la comunicazione con il paziente riveste un ruolo non trascurabile. Si deve infatti comprendere quali siano le priorità del paziente, rassicurarlo e creare una relazione di fiducia, soprattutto nel caso in cui sopraggiungano complicazioni in seguito all'intervento chirurgico, è importante far capire al paziente che non sarà abbandonato, ma che il suo problema sarà affrontato nel migliore dei modi. L'aspetto umano riveste oggi un ruolo particolarmente importante, nel contesto di una medicina sempre più specializzata, tecnologica e incentrata sui risultati; senza dubbio tutto questo è importante, ma non si deve dimenticare che non esistono soluzioni già pronte che siano adatte per tutti i pazienti».