Il caso

Il fascino immutato della Tremola

Ad una decina d’anni dagli ultimi interventi lo storico collegamento nel prossimo quadriennio verrà sottoposto ad un lifting che interesserà la pavimentazione e i muri di sostegno – Il Governo: «L’obiettivo è prolungarne la conservazione»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
16.08.2023 06:00

Vedi la Tremola e non puoi non rimanere ammaliato, rapito da una meraviglia con pochi eguali al mondo. La strada a serpentina che, sul versante sinistro dell’omonima valle, da Airolo conduce al Passo del San Gottardo dopo ben 24 tornanti (ognuno con il proprio nome) e poco più di 13 chilometri è un gioiello a cielo aperto. Una gemma che va salvaguardata (tenendo conto degli aspetti paesaggistici ed architettonici) e tramandata alle future generazioni quale esempio di ingegneria viaria d’alta montagna. Lo sa benissimo il Governo che ha sottoposto nelle scorse settimane al Gran Consiglio la richiesta di credito di 2 milioni di franchi per alcuni interventi non più procrastinabili. Opere indispensabili per la conservazione di questo inestimabile patrimonio storico che da oltre sette decenni (da quando fu ricostruito nel dopoguerra) si presenta praticamente con lo stesso aspetto.

Dal pedaggio a Kübler e Coppi

La strada cantonale del Gottardo, compresa la Tremola, fu costruita negli anni 1827-1830 dall’ingegnere locarnese ed ex consigliere di Stato Francesco Meschini. «A partire dall’inaugurazione la strada assunse subito un ruolo molto importante per il trasporto delle merci e le persone tra i due versanti delle Alpi - rileva il Governo -. Dall’anno 1849 un servizio postale con due corse giornaliere fu instaurato tra Flüelen e Camerlata. Fino alla messa in esercizio della galleria ferroviaria (1882) la strada era tenuta aperta durante l’inverno quando per i trasporti venivano utilizzate le slitte. Per le importanti spese di manutenzione e per garantire l’agibilità invernale del Passo i cantoni di Uri e Ticino prelevavano un pedaggio sulle merci in transito». Verso il 1870 dal Passo transitavano annualmente 70.000 viaggiatori e tra le 10.000 e le 20.000 tonnellate di merci. Oggi la Tremola è essenzialmente un percorso turistico e per gli amanti della bibicletta, che sognano di emulare le gesta dei vari Kübler, Koblet, Coppi e Bartali nonché, in tempi recenti, dei ciclisti che partecipano al Tour de Suisse.

I precedenti accorgimenti

Non è la prima volta che vengono stanziati dei crediti d’opera per la conservazione della strada (muri di sostegno, tornanti, scarpate, manufatti vari, eccetera). Ben sette, dal 1993 al 2010, per una spesa pari a 13,3 milioni di franchi circa. «La strada della Tremola come la conosciamo oggi è molto diversa da quella costruita dal Meschini. Gli interventi di manutenzione e le importanti modifiche attuate negli anni, dovute all’aumento del traffico delle merci e all’avvento del traffico motorizzato, hanno notevolmente cambiato la struttura originaria. Lo stato attuale della strada è, in grossa sostanza, quello risultante da un importante lavoro di ricostruzione fatto nel dopoguerra e terminato nell’anno 1951», precisa l’Esecutivo cantonale.

Le misure e le priorità

È da una decina d’anni, pertanto, che non si mette mano al mitico collegamento. Che, premettiamo, è comunque in buono stato. Nel 2021, osserva il Consiglio di Stato, è stato esperito un rilievo generale dello stato della strada «ponderando l’entità e l’estensione dei difetti riscontrati e definendo delle priorità d’intervento in base alla rilevanza dell’oggetto considerato. L’obiettivo generale dello studio era di elaborare un concetto di risanamento globale per il tratto stradale di rilevanza storica formulando delle misure d’intervento concrete per le varie tipologie di strutture presenti miranti a prolungarne la conservazione e ridurre gli interventi di manutenzione straordinaria».

Evitare materiali non originali

Ebbene, sono stati riscontrati dei punti da sistemare nella pavimentazione in dadi (contraddistinta, in certi tratti, da lievi affossamenti, mentre altri, più importanti, sono dovuti al cedimento della sottostruttura), in una ventina di muri di sostegno a monte e a valle e in alcuni ponti e tombini. «Per assicurare il mantenimento dell’opera occorre intervenire in modo costante con provvedimenti di ripristino mirati, rispettosi del valore storico e architettonico evitando l’impiego di materiali e soluzioni costruttive non originali», puntualizza il Governo. Per gli interventi ritenuti prioritari, da svolgere nei prossimi quattro anni, dal Gran Consiglio si auspica lo stanziamento di un credito di 2 milioni che passerà al vaglio entro la fine dell’anno.