Votazioni

Il freno ai costi nel settore sanitario, che cos'è e perché è così controverso

L'iniziativa del Centro «Per premi più bassi» vuole affrontare il problema alla radice creando un meccanismo di contenimento degli oneri legato alla crescita dei salari – Secondo i promotori, è un mezzo per rendere il sistema sostenibile; per i contrari c'è un rischio di razionamento delle cure
©GAETAN BALLY (Keystone)
Giovanni Galli
15.05.2024 06:00

Mentre l’iniziativa popolare del Partito socialista vuole aumentare i sussidi di cassa malati, quella del Centro chiede di intervenire alla radice del problema, frenando l’evoluzione dei costi sanitari, dalla quale dipende la crescita dei premi. Vediamola da vicino.

Che cosa chiede l’iniziativa popolare?

Intitolata «Per un freno ai costi nel settore sanitario», l’iniziativa è stata depositata nel 2020 con quasi 104 mila firme valide. Il Centro vuole far sì che i costi dell’assicurazione obbligatoria, dai quali dipendono i premi, si evolvano conformemente all’economia e ai salari medi. La Confederazione, in collaborazione con i Cantoni, gli assicuratori malattia e i fornitori di prestazioni (medici, ospedali, farmacisti, laboratori e case di cura), deve attuare le misure necessarie per tenere i costi entro questi limiti. 

Da che cosa nasce l’iniziativa?

I costi dell’assicurazione obbligatoria crescono molto più velocemente dei salari e gravano in misura crescente sui bilanci familiari. Tra il 2012 e il 2022 i costi per abitante sono aumentati del 31%, mentre l’evoluzione dell’economia nazionale è stata del 10% e i salari nominali sono progrediti del 6%. Dall’entrata in vigore della LAMal, nel 1996, i costi lordi (finanziati tramite i premi e la partecipazione individuale ai costi) sono aumentati del 302%. Nel 2023 i costi netti a carico dell’assicurazione obbligatoria ammontavano a 35 miliardi di franchi, circa 4 mila per assicurato. Questo aumento è dovuto a una crescita del consumo di prestazioni, all’invecchiamento della popolazione e ai progressi della medicina. Il sistema sanitario, inoltre, è caratterizzato da inefficienze, sprechi e incentivi sbagliati, che concorrono all’aumento dei costi. Secondo i promotori dell’iniziativa, si potrebbero risparmiare diversi miliardi di franchi senza perdite di qualità. Da più di uno studio risulta che fino a un quinto delle prestazioni (in moneta più di 6 miliardi di franchi) non è necessario. Secondo il Centro, il sistema non è in grado da solo di riformarsi e non c’è un reale interesse a contenere i costi. Questa incapacità viene trasferita nell’aumento dei premi. 

Come funzionerebbe questo freno?

L’iniziativa non specifica come deve funzionare il meccanismo di freno ai costi né le misure che Confederazione e Cantoni devono adottare per ridurli. I dettagli andranno disciplinati nella legge (fra questi, anche le modalità di calcolo dei salari e della crescita economica). Una volta approvata l’iniziativa, gli attori del sistema dovranno concordare misure vincolanti e ammodernare le tariffe. Il partito ritiene che esista un elevato potenziale di risparmio. Il freno ai costi nella sanità deve funzionare un po’ come il freno all’indebitamento per le finanze federali. In ogni caso, l’iniziativa popolare prevede una disposizione transitoria per far sì che il Parlamento, in caso di sì popolare il 9 giugno, non vada per le lunghe nell’elaborazione di una legge d’applicazione.

Che cosa prevede questa disposizione transitoria?

I promotori dell’iniziativa vogliono mantenere gli attori del sistema sanitario sotto pressione. Se questi, nei due anni successivi all’eventuale approvazione dell’iniziativa (quindi giugno 2026), non si sono ancora accordati per trovare misure di risparmio e se i costi per assicurato crescono di oltre un quinto (20%) rispetto all’evoluzione dei salari nominali, Confederazione e Cantoni dovranno adottare misure di contenimento efficaci per l’anno successivo (2027). Ad esempio, potrebbe essere deciso un taglio delle tariffe di medici e ospedali se gli interventi per un dato trattamento superano una certa soglia. 

Che cosa significa, concretamente, una crescita dei costi superiore del 20% a quella dei salari?

Se, ad esempio, due anni dopo l’accettazione dell’iniziativa i salari nominali aumentassero del 2% e i costi pro capite dell’assicurazione obbligatoria solo del 2,3% non bisognerebbe intervenire. Ma se l’aumento dei costi per assicurato fosse già solo del 2,6% (quindi oltre il 20% rispetto a quello dei salari nominali), allora Confederazione e Cantoni dovrebbero attuare misure di contenimento. Per evitare di innescare questo meccanismo, gli attori del sistema sanitario dovrebbero sfruttare subito il tempo a disposizione per concordare il più rapidamente possibile provvedimenti vincolanti. In ogni caso, nel libretto delle votazioni (dovrebbe giungere nei prossimi giorni a domicilio) i promotori fanno della disposizione transitoria una regola, dicendo che se i costi sanitari aumentano di oltre il 20% all’anno rispetto ai salari, la Confederazione, insieme a tutti gli attori coinvolti, adotta provvedimenti al fine di ridurli. Lo scopo dell’iniziativa è di contenere in permanenza i costi, ma prendendo il testo alla lettera non è chiaro se la disposizione transitoria si debba applicare sempre o solo una volta dopo i primi due anni. 

Quali sono le ragioni dei sostenitori?

Il Centro è l’unico partito di Governo favorevole. A sostegno dell’iniziativa ci sono anche un comitato composto da esponenti socialisti e centristi e l’associazione degli assicuratori Santésuisse. I premi di cassa malati, si afferma, sono il riflesso dei costi, che crescono molto più velocemente dei salari. Per contenerli bisogna pertanto agire alla radice. Con l’iniziativa si creano le basi costituzionali per far sì che gli attori del sistema adottino misure di contenimento vincolanti. Il sistema attuale è anche pieno di falsi incentivi. Il sistema sanitario è infatti l’unico settore in cui gli attori determinano autonomamente il prezzo e le prestazioni che intendono fatturare. I promotori, inoltre, negano recisamente le tesi dei contrari, secondo cui l’iniziativa porterà a un razionamento delle cure e a una perdita di qualità (ci sono sovrafatturazioni e un forte potenziale di riduzione dei costi senza ridurre la qualità), a un plafonamento dei budget, nonché a una medicina a due velocità (ci si arriverà, invece, non facendo nulla). 

Che cosa dicono, invece, i contrari?

Sono contrari UDC, PLR, PS, Verdi e Verdi liberali e i Cantoni (proprietari degli ospedali) unitamente all’altra associazione degli assicuratori Curafutura e a tutte le associazioni dei fornitori di prestazioni. Il freno ai costi è troppo rigido, perché collega unilateralmente l’incremento consentito dei costi allo sviluppo di salari e economia, senza tenere conto di fattori importanti come l’invecchiamento della popolazione e i progressi della medicina. Il rischio è che trattamenti necessari dal punto di vista medico non possano più essere eseguiti o non possano essere forniti immediatamente. L’aumento dei costi giustificato dal punto di vista medico è superiore alla crescita dell’economia e dei salari. L’iniziativa invece, fissando dei limiti a tavolino, pone le basi per il razionamento delle prestazioni e il passaggio a una medicina a due velocità, con cure di qualità solo per chi dispone di assicurazioni private. Si lamenta anche la mancanza di chiarezza su quanto potrebbe succedere se il tetto dei costi dovesse essere superato. 

Che cosa prevede il controprogetto?

Le Camere hanno messo a punto un controprogetto a livello di legge che entrerà in vigore in caso di bocciatura dell’iniziativa. Ogni quattro anni il Consiglio federale dovrà definire obiettivi di costo per determinare l’aumento massimo dei costi dell’assicurazione obbligatoria, in ogni caso tenendo conto dei fattori che portano di base all’incremento di questi costi. Anche i Cantoni potranno fissare loro obiettivi, dopo aver consultato gli attori del sistema. Gli attori del settore sanitario dovranno giustificare in anticipo perché e in quale misura i costi aumenteranno nei singoli ambiti. Questo, secondo il Parlamento, garantisce la necessaria trasparenza. Se i costi dovessero crescere in modo ingiustificato oltre la soglia concordata, Governo e Cantoni dovranno trovare misure correttive. Il Consiglio federale dovrà poi ridurre le indennità in eccesso nell’obsoleta struttura tariffale Tarmed nel settore delle cure mediche ambulatoriali.