Il funerale all inclusive

A Carasso la nuova Casa funeraria privata propone l’ultimo saluto dalla A alla Z - Le autorità politiche e religiose all’inaugurazione: "Un servizio all’intera comunità"
Servizio completo. Qui una delle tre camere mortuarie
Red. Online
22.03.2016 05:30

BELLINZONA - Si chiama «Casa Funeraria Bellinzona» e offre un ultimo saluto dalla A alla Z, in stile americano. Evitando lo stress che accompagna il già doloroso momento del distacco da un proprio congiunto, in un solo stabile i parenti in lutto possono usufruire di tutti i servizi per un congedo il più sereno possibile. Nella nuova struttura di tre piani e 3.000 metri quadrati presentata ieri a Carasso (non senza qualche rito scaramantico d'obbligo) il funerale è «all inclusive». Si va dal servizio funebre completo alla fornitura di fiori passando in caso di necessità anche dall'autopsia. Dopo due anni di lavoro, il centro promosso dagli impresari funebri Dante Pesciallo e Luca Andreetta nella zona artigianale-industriale del Patriziato carassese con un investimento privato di oltre due milioni di franchi è stato inaugurato alla presenza di una folta schiera di esponenti del mondo economico e politico regionale, accolti dal brano dei Gotthard «Heaven» (paradiso). «È un sogno cominciato 37 anni fa quando sono entrato in questo settore ma che non sarebbe mai diventato realtà senza Dante Pesciallo», ha affermato Luca Andreetta prima del taglio del nastro sottolineando ironicamente che l'idea del collega lo aveva inizialmente un po' turbato.

Progettata dagli architetti argentini Juan Manuel Campopiano e Alberto Julio Fresco dello studio Lokomotiv.archs office LKMV di Sementina, la Casa funeraria è aperta a tutti: credenti di ogni confessione e atei. Le autorità politiche invitate dai promotori hanno sottolineato come la nuova opera – pur essendo stata realizzata da privati con intenti evidentemente commerciali – sia destinata a fornire un servizio all'intera comunità. Nel corso della cerimonia il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha spiegato che il centro, con le sue capacità di accoglienza, facendo gli scongiuri potrebbe ad esempio servire in caso di situazioni d'emergenza con numerose vittime. Da parte sua il sindaco di Bellinzona Mario Branda ha evidenziato la validità dell'iniziativa anche in un'ottica economica regionale. Infine l'arciprete di Bellinzona, don Pierangelo Regazzi, ha affermato che «qui ci si può sentire a casa pur nel dolore della morte». Porte aperte sabato 26 marzo dalle 14 alle 18.