Il Governo non asseconda il DECS sulla Fogazzaro

LUGANO/BELLINZONA - L’avvocato Paolo Bernasconi, quando due mesi fa il Governo aveva sospeso precauzionalmente la revoca dell’autorizzazione a esercitare dell’istituto Fogazzaro, se lo sentiva che per la scuola privata l’avrebbe avuta vinta: «naturalmente il Consiglio di Stato deve ancora decidere nel merito - ci aveva detto, - ma se pensavano di mantenere la chiusura dell’Istituto non credo avrebbero concesso l’effetto sospensivo». E così è stato.
Ieri il Governo ha respinto le richieste del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), che aveva deciso lo scorso maggio che la scuola doveva cessare tutte le attività. La Fogazzaro può continuare a operare, ha scritto il Consiglio di Stato nella sua decisione (il direttore del DECS Manuele Bertoli si è astenuto e ha lasciato la sala al momento della delibera), perché il DECS «non ha saputo dimostrare in modo sufficiente che l’istituto Fogazzaro sia parte attiva nella scelta dei propri allievi su dove svolgere gli esami di maturità italiani, e anche meno che l’Istituto medesimo condizioni o guidi la scelta dei propri allievi, abusando quindi del proprio di diritto. Certo, questo Consiglio non nega, alla luce degli atti, che la situazione possa apparire per lo meno dubbia, tuttavia, e lo si ripete, al fine di giustificare l’esistenza di un abuso di diritto, l’autorità deve disporre di indizi seri, concreti e convergenti».
L’argomento del DECS, lo ricordiamo era che vi sarebbe stato un sistema collaudato, al centro del quale si colloca la Fogazzaro, volto a garantire agli studenti ticinesi l’ottenimento di attestati di maturità italiani in modo agevolato attraverso il liceo Papi di Pomigliano D’Arco, nel Napoletano. Indizi di ciò sarebbero fra gli altri il fatto che l’Istituto bloccava le camere d’albergo per gli allievi, che i formulari d’iscrizione all’esame erano inviati dalla Fogazzaro, che a Napoli fosse presente un rappresentate dell’Istituto, che la trasferta in aereo fosse gestita dalla scuola, che esisteva una procura che autorizzava la Fogazzaro a rappresentare gli studenti, e che esistevano contatti tra la scuola e il liceo Papi.
A mente della Fogazzaro invece, la stessa inchiesta del DECS avrebbe dimostrato l’assenza di un legame strutturale, organizzativo ed economico tra l’Istituto e il liceo campano. L’ipotesi «diplomificio» sarebbe «una favola giornalistica non suffragata da prove», mentre i viaggi organizzati e le camere prenotate sarebbero niente più che un servizio di accompagnamento che la scuola offre agli studenti, «così da permettere agli stessi di concentrarsi sugli esami». Studenti che, ricorda inoltre la Fogazzaro, devono scegliere almeno tre possibili sedi in cui sostenere gli esami, e che la decisione ultima in questo senso spetterebbe all’Ufficio scolastico regionale italiano. La scuola ribadisce anche che è vero che la maggior parte degli allievi opta per Napoli, ma non tutti, al contrario di quanto sosterrebbe il DECS. Né proverebbero nulla i contatti tra le parti, «conseguenza del fatto che il piano d’insegnamento viene elaborato in base alle richieste formulato dalle sedi d’esame.
Il Governo, come visto, ha sposato la tesi dell’Istituto, stabilendo che: «Non vi è tutto sommato nulla di strano nel fatto che un istituto scolastico privato accompagni i propri allievi non solo nell’ambio della fase formativa in Ticino, ma anche nella fase di gestione e organizzazione degli esami»; «La decisione in merito all’attribuzione della sede d’esame spetta sempre e comunque alla competente autorità italiana»; e che «Non è dimostrato in modo sufficiente dall’inchiesta che la Fogazzaro sia effettivamente parte attiva nella scelta dei propri allievi, ancor meno che guidi le loro scelte».
L’unica condizione imposta dal Governo (già postulata quando era stato concesso l’effetto sospensivo al ricorso oggi accolto dell’Istituto) è che la Fogazzaro «dovrà lasciare ai propri studenti la totale libertà di scelta, mettendo a loro disposizione una lista d’istituti d’esame più ampia possibile, escludendo dalla stessa l’Istituto Papi di Pomigliano D’Arco».