Mobilità

Il lago per muoversi meglio? «Ci sarebbe il potenziale»

Il battello messo a disposizione durante il periodo di sbarramento stradale tra Riva e Brusino ha rilanciato il tema del trasporto lacustre – Simone Bianchi: «La navigazione è una risorsa importante per la mobilità, ma serve l’integrazione con il sistema di trasporto pubblico»
Lidia Travaini
10.03.2025 06:00

«Trovo che il lago potrebbe essere sfruttato di più come via di comunicazione». A confidarcelo, una settimana fa circa, era stato Lucio Negri, sindaco di Brusino, località che per giorni era stata quasi isolata dal resto del mondo a causa di una frana. Una frana che aveva fatto ricorrere al lago, con scolari e pendolari che erano stati accompagnati a Capolago grazie a corse di battello straordinarie prontamente organizzate dalla Società Navigazione del Lago di Lugano (SNL).

E se lo straordinario diventasse ordinario? Ne abbiamo parlato con Simone Bianchi, direttore della SNL, perché il tema non è nuovo, anzi torna ciclicamente all’ordine del giorno. Vari test fatti non sono tuttavia mai sfociati in progetti definitivi. «Il lago rappresenta senza dubbio un’importante risorsa per la mobilità, non solo in situazioni straordinarie, come dimostrato dalla recente frana tra Brusino e Riva San Vitale. In questo contesto, affinché il trasporto lacustre possa essere una soluzione stabile e competitiva, è necessario che esso sia integrato nel sistema di mobilità pubblica tramite investimenti adeguati, infrastrutture moderne e un modello di gestione che lo renda sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico – premette Bianchi -. Attualmente, il servizio di navigazione sul Ceresio è esclusivamente turistico, ma alcune tratte presentano già oggi un potenziale significativo e potrebbero rientrare a tutti gli effetti nel trasporto pubblico transfrontaliero. Le linee Porto Ceresio-Melide e Porlezza-Lugano ne sono esempi concreti, dimostrando che il lago può contribuire alla risoluzione delle criticità legate alla mobilità quotidiana».

Condizioni da creare

Affinché questo possa avvenire però, le ipotetiche linee devono essere accompagnate da adattamenti logistici e strutturali. Vale a dire: il lavoro da fare è articolato: «Per diventare una soluzione strutturale, il servizio deve garantire una certa frequenza delle corse e orari adatti alle esigenze di lavoratori e studenti. È inoltre necessaria l’integrazione tariffaria con gli altri mezzi pubblici e quindi l’inserimento delle “vie d’acqua” nella Comunità tariffale Arcobaleno oltre la disponibilità di adeguate aree di parcheggio nei luoghi di partenza. In sintesi, su alcune tratte la navigazione già oggi potrebbe configurarsi come un servizio pubblico a tutti gli effetti».

«La vera sfida»

Una di queste, e non per niente c’è un progetto sperimentale in arrivo, è la linea Porlezza-Lugano: «Il progetto E.DI.PO. (Eco-DIgital line Porlezza) punta a rivoluzionare la mobilità sostenibile sul Lago di Lugano grazie a un battello elettrico che collegherà Porlezza e Lugano in tempi molto più rapidi rispetto a tutti gli altri mezzi di trasporto, sia pubblici sia privati», spiega Bianchi. Si tratta di un progetto che vede coinvolti attori dai due lati del confine e che dovrebbe vedere la luce entro il 2026. «La SNL rimane inoltre aperta a valutare ulteriori soluzioni in collaborazione con le Autorità cantonali e locali». Ma perché il battello fatica a delinearsi come mezzo di trasporto pubblico? «I tempi di percorrenza sono certamente un fattore, soprattutto in confronto alla mobilità su strada o ferrovia, ma oggi c’è tutta una generazione di battelli innovativi ed ecosostenibili in grado di rivaleggiare con tutti gli altri mezzi di trasporto. Tuttavia, la vera sfida è legata all’integrazione con il sistema di trasporto pubblico che deve sostenere attivamente un servizio con corse frequenti e continuative. Per rendere il battello un’opzione più competitiva, occorre un coordinamento efficace con gli altri mezzi di trasporto, orari ben sincronizzati con i flussi di pendolari e un’adeguata promozione delle tratte esistenti».

Lo scoglio più grande, se così vogliamo chiamarlo, è rappresentato dall’integrazione del lago nel sistema del trasporto pubblico. Un tema di cui si era parlato già qualche anno fa, ma che non ha «registrato ad oggi sviluppi significativi. Ma potrebbe riemergere nel quadro di una più ampia revisione della mobilità regionale. Noi crediamo fortemente nell’integrazione della navigazione nella rete di trasporto pubblico ma serve un fattivo gioco di squadra, in primis con il Cantone», sottolinea Bianchi. E questo partendo, o meglio facendo tesoro, della recente esperienza brusinese: «L’esperienza del servizio straordinario a Brusino ha dimostrato che, in determinate situazioni, la navigazione può essere una soluzione efficace e complementare al trasporto stradale e contribuire in modo concreto alla risoluzione dei problemi di mobilità per residenti e pendolari. Tuttavia, affinché un servizio simile possa diventare permanente, occorre valutarne attentamente la sostenibilità sia economica che logistica nel lungo termine e tutto questo non può ricadere solo su chi gestisce operativamente queste tratte».

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