Lugano

Il Maghetti diversifica

Chiacchierata con il direttore della Fondazione Riccardo Caruso in vista dei cambiamenti sul tipo di eventi che verranno proposti al pubblico – C’è l’interesse di varie associazioni a prendere in affitto gli spazi del quartiere – Domenica parte la nuova stagione del cinema Iride, che ha attivato delle sinergie con le attività commerciali vicine
Negli anni il Maghetti ha avuto il coraggio di puntare su formule nuove. © CdT/Gabriele Putzu

Tempo fa in pochi avrebbero puntato sul Maghetti. Il sentimento dei luganesi nei confronti del quartiere era più orientato sulla poca stima piuttosto che sul concetto di crocevia di scambi e di storie. Le cose però sono cambiate, e anche radicalmente, dal punto di vista della tipologia degli eventi e di cosa offrire al pubblico. Il successo di quest’area non è arrivato per caso e non è stata una questione di fortuna. C’è voluta pazienza e il coraggio di puntare su formule nuove. Come ricorda il direttore della Fondazione Maghetti Riccardo Caruso prima di iniziare la nostra chiacchierata, il quartiere non è solo un’area dove affittare spazi, ma un luogo con una grande possibilità di socializzazione. Partiamo proprio da qui, dagli spazi. Perché in una Lugano definita da alcuni carente sotto questo aspetto, varie associazioni hanno bussato alla porta del Maghetti.

Di tutto e un po’

«Ci hanno contattato diverse associazioni a riprova del fatto che il quartiere è diventato un punto interessante per promuoversi, oltre a posizionarsi in modo differente – rileva Caruso –. SCuDo, ad esempio, ha organizzato un evento il 20 settembre al parco giochi del Maghetti in occasione della settimana mondiale dell’allattamento. Anche l’Associazione Ciao Table ci ha chiesto gli spazi il 24 settembre per un pomeriggio di intrattenimento dedicato alla fiera della cultura e del tempo. Cerchiamo di spaziare su ogni tipo di offerta». Un’altra novità – forse la più importante – è quella che riguarda la programmazione della stagione del cinema Iride, che riparte domenica 4 settembre da una nuova gestione a cura di Joel Fioroni, attualmente alla guida del Lux di Massagno. Una ripartenza che si è deciso di affidare al grande cinema italiano. Ma non è tutto. «Una novità interessante è la costruzione di collaborazione tra l’ultima realtà cinematografica ancora operativa nel cuore della città e le altre attività presenti al Maghetti – ci spiega Caruso –, stiamo parlando di portare avanti il concetto aperitivo-cena-cinema, oppure fare uno sconto sul biglietto della sala». La volontà di far riemergere questa realtà, negli anni penalizzata anche dalla poca visibilità data dalla posizione «defilata» in cui si trova, appare dunque forte. Fioroni mesi fa ci aveva confidato che uno dei problemi principale dell’Iride «è sempre stata la difficoltà di non essere mai riuscito a uscire dagli schemi del passato e di non essere stato in grado di comunicare in maniera efficace la sua esistenza». Per attirare l’attenzione, oltre ad aver cambiato il look al logo della sala, verranno quindi posizionati dei pannelli all’esterno del Maghetti come punti di informazione.

Ma le novità non finiscono qui. Tra il 14 settembre e il 5 ottobre il Maghetti proporrà quattro pomeriggi di café-concert con piano bar e musica dal vivo che si svolgeranno in modo alternato in galleria e in piazza Maghetti. L’esperienza passata con le serate musicali «era stata apprezzata», questo sì, anche se qualche inquilino non aveva tanto gradito. Inoltre, torneranno in auge i momenti di degustazione di vini che il quartiere aveva proposto per tanti anni. «Il 15 ottobre verrà proposto al pubblico il Maghetti Wine&Food Festival, con la grande differenze che quest’anno, rispetto alle edizioni passate, l’attore giocherà in casa, perché l’evento sarà organizzato dalla Corte dei sapori con la presenza di diverse cantine ticinesi, svizzere e italiane».

Una seconda giovinezza

Ma in sostanza, a cosa è dovuta questa seconda giovinezza del Maghetti, che è ritornato ad essere uno dei luoghi più frequentati di Lugano? «Abbiamo fatto un salto di qualità, sia per l’aspetto estetico che per quanto riguarda i contenuti che proponiamo – osserva il direttore della Fondazione –. Ci ha aiutato anche la riqualifica della pavimentazione pedonale di tutta la zona, il centro cittadino sembra essersi apparentemente spostato verso di noi. Inoltre, sono imminenti anche due ritorni storici: il primo è il ristorante messicano (al posto dello storico La Taqueria El Chilicuil, ndr), mentre riaprirà anche El Macarron, che proporrà un’offerta gastronomica da asporto con una parte di shop. E probabilmente verrà chiamata La bottega del Maghetti».

© ArchiPoncho SA
Chiesa-Pilekic Studio di Architettura    
© ArchiPoncho SA Chiesa-Pilekic Studio di Architettura    

Riecco il progetto per la sopraelevazione

Al Maghetti, insieme alle novità di cui abbiamo parlato, sono spuntate delle modine. Non riguardano un progetto della Fondazione, bensì di Angelo Gilardoni, proprietario dell’edificio che dà su piazza Indipendenza e che un tempo ospitava il Credit Suisse. L’immobiliarista melidese l’ha acquistato nel 2015 per 60 milioni e ha già trasformato i vecchi spazi bancari in uffici e appartamenti. Operazione non semplice: Gilardoni ha dovuto confrontarsi con la Fondazione Maghetti, che si è opposta due volte ad altrettante domande di costruzione. La conversione interna degli spazi (in tutto più di 9.300 metri quadrati) alla fine è stata portata a termine. Ora manca l’ultimo elemento, cioè la soprelevazione dell’edificio per creare due appartamenti (residenze primarie di oltre 200 metri quadrati): un’opera per cui è appena stata pubblicata una domanda ad hoc. «Il progetto della sopraelevazione – ha spiegato Gilardoni – è stato modificato per venire incontro alle richieste emerse nel dialogo con gli opponenti». Stavolta l’innalzamento passerà? Il progetto (investimento totale attorno ai quattro milioni) è firmato dalla Archiponcho di Sergio Chiesa.