Mobilità

Il mercato dell’auto è ripartito

Lo scorso anno le vendite sono aumentate del 12,3% in Ticino e dell’11,6% in Svizzera - Dimezzati i tempi di attesa per le vetture nuove – La quota dell’elettrico avanza, ma meno rapidamente del previsto - Marco Doninelli (UPSA): «I fabbricanti investono molto, ma la clientela non è pronta»
Martina Salvini
20.01.2024 06:00

«Non possiamo parlare di record, ma certamente il mercato dell’auto ha ripreso quota». C’è soddisfazione nelle parole di Marco Doninelli, direttore dell’Unione professionale svizzera dell’automobile (UPSA) sezione Ticino. Dopo un triennio di difficoltà, infatti, l’industria automobilistica sembra essersi definitivamente lasciata alle spalle la crisi. «Prima c’è stata la pandemia, con le relative chiusure, poi è arrivata la guerra in Ucraina. Entrambe, seppur in modo diverso, hanno avuto un impatto enorme sulle vendite, sia nel 2021 che nel 2022», ricorda Doninelli. Nel 2023, però, la musica è cambiata. E a confermarlo sono i dati, che raccontano di vendite cresciute dell’11,6% in Svizzera e del 12,3% in Ticino. «Lo scorso anno, sono state vendute in Svizzera 252.214 auto, mentre in Ticino le immatricolazioni di vetture nuove sono state 15.033. Non siamo tornati ai livelli pre-COVID, ma l’incremento è senz’altro positivo».

Ritrovata normalità

A testimoniare la ritrovata normalità non sono poi solo i dati delle vendite, ma anche i tempi di attesa per ricevere l’auto nuova. Se prima, a causa dei problemi di fornitura delle componenti, per avere una macchina nuova l’attesa era ancora superiore all’anno, oggi non è più così. «In generale, oggi nei concessionari la disponibilità di auto nuove è molto buona. E, fatta eccezione per alcune marche, nella maggior parte dei casi i tempi di attesa sono tornati a livelli accettabili». Si parla di 2-3 mesi per le vetture europee e di circa 6-7 mesi per quelle giapponesi e coreane. Di pari passo, si è assestato anche il mercato dell’usato, per quanto i prezzi siano ancora piuttosto elevati. «Dopo il boom di richieste degli scorsi anni, quando i tempi di attesa per le auto nuove erano molto lunghi, oggi il fatto che siano tornate disponibili le vetture nuove ha fatto calare la domanda di quelle d’occasione, il cui prezzo andrà sempre più ad abbassarsi».

Tesla non avanza

La maggior parte delle case automobilistiche - osserva ancora Doninelli - nel 2023 ha chiuso con il segno ‘‘più’’, fatta eccezione per Citroën, Peugeot e Jaguar». Stabile, invece, la Tesla, che malgrado un mercato dell’elettrico in continua espansione, non ha registrato alcun incremento nelle vendite. «Le auto elettriche sono sì in crescita - nel 2023, ad esempio, in Svizzera ne sono state vendute il 30% in più -, ma sono anche sempre più numerose le case automobilistiche che si sono lanciate in questo settore, facendo quindi concorrenza a Tesla, che lo scorso anno ha in effetti aumentato le vendite solo dello 0,4%». Se fino a due anni fa, per chi intendeva acquistare un veicolo elettrico la scelta ricadeva necessariamente su una Tesla, oggi quasi tutte le marche propongono nel proprio catalogo alcuni modelli elettrici.

Il diesel perde colpi

Osservando i dati, oltre alle auto elettriche, nel 2023 hanno conosciuto un incremento anche le vetture ibride plug-in (+26%) e le ibride (+22%). Per contro, le vendite della macchine a gas sono crollate e risultano in calo anche le immatricolazioni di auto diesel. Un calo, quello del diesel, iniziato qualche anno fa dopo lo scandalo del diesel-gate. «Da quel momento - spiega infatti Doninelli - i fabbricanti di automobili hanno deciso di virare sulla produzione di motori alternativi, che via via stanno soppiantando quelli diesel. Mentre risulta stabile la quota di mercato delle vetture a benzina». Il diesel, insomma, sta via via sparendo, «anche perché oggi è molto complicato, e anche oneroso, fabbricare una vettura diesel che rispetti le norme anti-inquinamento, sempre più rigide».

Il futuro dell’elettrico

Nonostante la crescita degli ultimi anni, comunque, è difficile che la quota di veicoli con spina arrivi a coprire l’intero mercato. «Tutte le case automobilistiche, ma anche la politica, stanno puntando massicciamente sull’elettrico, in modo da raggiungere il 100% delle vendite nel territorio dell’Unione europea entro il 2035. Il problema sono però le resistenze della clientela». E questo per una serie di ragioni: il prezzo dei veicoli elettrici rimane elevato e, soprattutto, rimangono i problemi di ricarica. «Nonostante in Svizzera le colonnine di ricarica pubbliche siano piuttosto diffuse, rimane una grossa carenza nelle abitazioni private, soprattutto per chi abita negli appartamenti e nei nuclei dei paesi, dove è più difficile installare stazioni di ricarica». Insomma, evidenzia il direttore di UPSA, «nonostante la crescente disponibilità di modelli, il segmento delle auto elettriche non sta crescendo come ci saremmo aspettati».

Addio alle utilitarie?

In un mercato in rapida trasformazione, l’impressione è che le vetture a buon mercato stiano ormai sparendo, soppiantate da modelli sempre più costosi. «Il punto - osserva Doninelli - è che le auto vendute oggi sono di classe superiore, sempre più accessoriate e con motori più potenti. Quasi tutte le auto proposte, in effetti, hanno già l’aria condizionata, i sensori, il navigatore. E questo ha fatto lievitare i costi». Non solo. A giocare un ruolo sono anche le scelte delle case automobilistiche. «I fabbricanti oggi puntano sempre più sulla vendita di vetture di categoria superiore. Le auto, infatti, per soddisfare i nuovi requisiti legati alla riduzione delle emissioni, sono sempre più costose da costruire. Sempre più case automobilstiche, quindi, rinunciano alle utilitarie, su cui il margine di guadagno è ridotto». Nei prossimi anni, le auto europee, giapponesi e coreane potrebbero prevedere soltanto modelli di categoria superiore, mentre quelli a buon mercato essere appannaggio dei cinesi. «Per ora non è il caso della Svizzera, ma in alcuni Paesi europei si sono in effetti già affacciate le case automobilistiche cinesi. E tra non molti anni potremmo veder sparire del tutto modelli storici come la Polo o la Panda».