Demografia

Il mini esodo di Campione che continua a spopolarsi

Dalla chiusura del casinò nel 2018 quasi due terzi di coloro che hanno lasciato l’enclave sono rientrati nei confini italiani – Preoccupa la progressione del fenomeno – Gli stranieri residenti sono un quarto degli abitanti
Troppo cara la vita nell'enclave. O in Ticino. © CdT/Chiara Zocchetti
Bernardino Marinoni
06.11.2023 06:00

In un lustro i residenti a Campione d’Italia sono passati da 1.942 – tanti se ne contavano il 31 dicembre 2018 – a 1.726 unità, dato anagrafico al giugno scorso. Un abbandono non compensato dall’incremento degli iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero (Aire), specie nei limitrofi comuni ticinesi: 2.160, a giugno 2023, numero da primato, ma l’incremento rispetto a fine 2018 non è che di un’ottantina di unità. Dunque, per almeno due terzi coloro che negli ultimi cinque anni hanno lasciato Campione d’Italia sono rientrati nei confini geografici peninsulari: troppo cara la vita nell’enclave (o in Ticino). Per questo, nella più recente seduta consiliare, dai banchi della minoranza Christian Toini aveva sollecitato interventi sociali contro il malessere che induce ad un mini esodo di cui è considerata allarmante la progressione, per quanto l’impennata del fenomeno si sia rilevata a ridosso della chiusura del Casinò (i residenti tra 2018 e 2020 erano passati da 1.942 a 1.779).

Russi in pole position

Ma la diminuzione è stata pressoché costante, anche se era iniziata già a inizio secolo. Nel 2001 la popolazione residente si approssimava a 2.300 unità, per scendere sotto le 2.000 unità nel 2016, ma allora la compensazione degli iscritti all’Aire era palese e i campionesi trasferiti in Ticino avrebbero doppiato i residenti in paese, dove il crollo è stato registrato tra 2019 e 2020. Un documento elaborato in seno all’Amministrazione comunale, esaminando l’andamento demografico fino al 2020, evidenzia la marcata diminuzione complessiva dei residenti, con un «calo in dieci anni di quasi 300 unità, ovvero oltre il 15% del totale degli abitanti». Fenomeno che non si è contratto, come detto, se si considera l’ultimo lustro, e l’osservazione del consigliere Toini, oltre 200 abbandoni del paese in un quinquennio, ne dimostra l’accentuazione. Pure riaperto, il Casinò non ha garantito un posto a tutti coloro che vi erano stati occupati fino a metà 2018 e, per quanto sia stato istituito un Ufficio sociale per fronteggiare il disagio, come ha ricordato il sindaco, segnalando anche i problemi di decentramento del Comune rispetto ai poli di servizio italiani, Campione ha continuato a spopolarsi. Del resto, l’elevato costo della vita era già un fattore determinante nell’andamento demografico campionese, per quanto rapida fosse stata la progressione e dei residenti che, in base ai censimenti della popolazione, dai 311 abitanti del 1861 erano diventati 1.435 cent’anni dopo fino al massimo di 2.267 nel 2001. Poi la flessione, quantomeno dei residenti italiani, perché sarebbe stata ancora più accentuata senza l’afflusso di stranieri, cresciuti nell’enclave in misura abnorme. Nel comune di Campione d’Italia gli stranieri residenti sono passati da 139 – a fine 1991 – a 507 a fine 2013, contando quasi un quarto degli abitanti. Un dato che evidenzia «una percentuale di stranieri di gran lunga superiore a qualsiasi altra realtà provinciale, regionale e nazionale» triplicando in poco più di vent’anni la popolazione proveniente dall’estero, in prima fila quella di etnia russa, «un inarrestabile e rapidissimo trend» giunto a costituire quasi il 12% dell’intera popolazione campionese, per quanto i circa 500 stranieri residenti nell’enclave abbiano rappresentato ben 51 differenti nazionalità. Infine, si conterebbero alcune decine di domande di residenza di lavoratori frontalieri che nell’enclave, oltre a vantaggi fiscali, starebbero trovando affitti più abbordabili.

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