Il Monte Tamaro cambia: largo alla nuova cabinovia
Il Monte Tamaro è sempre più vicino a rifarsi il look. Se tutto andrà liscio, infatti, fra poco più di un anno cominceranno i lavori per sostituire l’attuale cabinovia con una nuova. E non si tratterà solo di installare 34 nuove cabine da otto posti, bensì anche di spostare leggermente più a nord l’arrivo della funivia e di sostituire tutte e tre le stazioni per migliorarne l’inserimento paesaggistico e l’accessibilità per le persone con disabilità. Si tratta di un progetto da oltre una quindicina di milioni di franchi che prevede, fra l’altro, l’inserimento di pannelli solari sul tetto della stazione a valle al fine di rendere l’impianto autosufficiente dal punto di vista energetico. Intanto la titolare dell’impianto, la Monte Tamaro SA, sta lavorando a un altro grande – e distinto – progetto: collegare con una nuova funivia l’Alpe Foppa al Motto Rotondo. A tal proposito la necessaria variante di Piano regolatore, frutto di due anni di sforzi da parte di un tavolo di lavoro creato ad hoc, è quasi pronta per essere sottoposta all’esame preliminare cantonale.
Nel dettaglio
«L’infrastruttura, benché rinnovata nel 1995, ha più di cinquant’anni – spiega il direttore della Monte Tamaro SA Nicola Cattaneo. – La concessione scade nel 2032 e alle condizioni attuali sarebbe difficilmente rinnovabile. Abbiamo quindi deciso di anticipare i tempi e operare già ora le necessarie sostituzioni, anche per questioni legate ai consumi energetici, alla qualità del servizio, all’accessibilità e agli aspetti ambientali. La nuova telecabina migliorerà nettamente questi aspetti, a partire dall’installazione di un importante impianto solare sul tetto della stazione a valle che produrrà energia equivalente al consumo dell’impianto».
Il progetto di sostituzione e rinnovamento andrà in pubblicazione nei prossimi giorni, e nello stesso periodo verrà analizzato anche dai diversi uffici cantonali e federali competenti. L’eventuale parere positivo è atteso per fine giugno. Il futuro tracciato della telecabina ricalcherà quello esistente fino alla stazione intermedia, per poi essere spostato (parliamo di 8 piloni) leggermente verso nord. In altre parole, la nuova stazione a monte sarà 16 metri più vicina al ristorante Alpe Foppa; cosa che permetterà di apporre miglioramenti logistici e di accessibilità al ristorante.
La nuova stazione peraltro sarà parzialmente interrata: «Il tetto sarà calpestabile – dice Cattaneo – e in generale per tutte e tre le stazioni è prevista cura architettonica, con una particolare attenzione al loro inserimento nel paesaggio. Saranno molto più discrete: quella intermedia avrà una volumetria dimezzata rispetto all’attuale». Le tre stazioni verranno tutte realizzate con il medesimo sistema costruttivo che prevede uno zoccolo in calcestruzzo armato e una struttura di copertura in carpenteria metallica. Le facciate saranno rivestite in legno e in minore misura con lastre in fibrocemento (senza amianto) recuperate dall’edificio esistente. Quanto alle cabine, saranno più ampie di quelle attuali e la portata oraria sarà di 800 persone all’ora. In generale, saranno rimosse diverse barriere architettoniche, inserendo ad esempio un lift nella stazione a monte ed eliminando i dislivelli per accedere alle cabine.
«Contiamo di iniziare i lavori fra un anno – dice Cattaneo. – Lo spostamento dell’impianto nella parte a monte ci permetterà di lavorare in estate sulla parte alta del tracciato senza interrompere l’esercizio. Da settembre poi lavoreremo sul tratto fra la stazione intermedia e quella a valle, con l’intenzione di inaugurare il nuovo impianto a giugno del 2025».
Intanto si lavora alla funivia bis
Passiamo all’altro grande progetto della Monte Tamaro SA – una nuova funivia che colleghi l’Alpe Foppa al Motto Rotondo, dove si intende anche creare un punto di ristoro – che si trova a uno stadio più embrionale. Le ultime notizie al riguardo risalgono a un paio d’anni fa, con la costituzione di un tavolo di lavoro composto da rappresentanti della Monte Tamaro SA, dei Comuni di Monteceneri e Mezzovico-Vira, del Cantone e del pianificatore (Planidea SA). «Da allora – riferisce Cattaneo – sono stati effettuati gli studi necessari per allestire la variante pianificatoria che permetterà di costruire l’impianto, in particolare sui suoi effetti sul traffico e sulla fauna. A livello faunistico sono emerse alcune criticità, che stiamo approfondendo per capire come mitigare le possibili conseguenze negative sugli animali. Sono fiducioso: sono questioni ricorrenti nella costruzione di questo tipo di impianti ed esistono misure riconosciute e già applicate nel resto della Svizzera».
Quanto al rinnovo dell’impianto esistente, gli studi ambientali (RIA) indicano un miglioramento rispetto alla situazione attuale.