Dopo l’incendio

«Il mulino è di tutti e vogliamo ricostruirlo»

Tra le macerie del Mulino di Maroggia, il direttore Alessandro Fontana guarda avanti: «Sono stati giorni molto duri ma siamo fiduciosi» - Intanto, la solidarietà arriva da tutto il Ticino
Alessandro e Luigi Fontana in una foto di qualche anno fa al Mulino di Maroggia. © CdT/ Chiara Zocchetti
Chiara Nacaroglu
25.11.2020 19:15

Non sono solo Maroggia e i maroggesi a piangere il loro Mulino. L’incendio che ha bruscamente interrotto una storia lunga due secoli ha scosso l’intero cantone. Quello del comune del Basso Ceresio era il più grande mulino industriale ticinese e permetteva a panettieri, pasticcieri, pizzaioli di tutto il cantone di preparare impasti a chilometro zero. Permetteva anche a tutti noi di mettere sulle nostre tavole prodotti ottenuti con la farina del mulino quasi «dietro casa».

Dal grano alla farina, dalla farina al pane: una filiera importante tutta locale alla quale ora viene a mancare un pezzo. Una mancanza alla quale si vuol cercare subito di sopperire. A spiegarcelo è il 36.enne titolare Alessandro Fontana che sei anni fa ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia dal papà Luigi, intervistato ieri. «Sono stati giorni molto duri - ci racconta - ma la solidarietà che ci è stata dimostrata dalla gente ci ha lasciati senza parole. L’interesse e l’attaccamento nei confronti del mulino ci danno fiducia anche per andare avanti». Sì, perché Alessandro è al lavoro non per capire se rialzarsi, ma come farlo. «Mercoledì abbiamo avuto il primo incontro con l’assicurazione e siamo fiduciosi di poter ricostruire lo stabilimento». Le tempistiche classiche per edificare da zero un complesso del genere, ci dice, prevedono un paio di anni.

Sul breve periodo invece si mira ad accordi con aziende di oltre Gottardo per poter portare avanti la fornitura dei clienti in Ticino: «Abbiamo messo in pista una serie di contatti per poterci approvvigionare da un collega della Svizzera interna e continuare così a servire i nostri clienti principali, una trentina tra panettieri e pasticcieri e tre-quattro grosse aziende dell’industria alimentare: mi piacerebbe riuscire a partire già la settimana prossima, vedremo. Insieme ai nostri dipendenti (una quindicina, ndr) sono i clienti la nostra priorità», ci dice. «Anche perché la nostra azienda è fatta prima di tutto da persone».

Dell’importanza della filiera legata alla farina del Mulino di Maroggia ci ha parlato Massimo Turuani, presidente dell’Associazione ticinese dei panettieri, pasticcieri e confettieri che riunisce una cinquantina di attività produttive. «Circa due terzi delle panetterie in Ticino si riforniscono anche a Maroggia», spiega. Rispetto al passato, quando si faceva rifornimento di farina una volta al mese, i tempi sono cambiati e oggi il carico arriva settimanalmente o ogni 15 giorni: «Quindi adesso c’è un problema di mancanza di scorte», ci dice. Ieri (martedì per chi legge, ndr) abbiamo sentito un mulino in Svizzera interna per organizzare un carico d’emergenza che arriverà venerdì mattina». Una strada però da percorrere solo provvisoriamente, la fedeltà al Mulino di Maroggia sembra destinata a resistere anche nelle avversità: «La farina è di buonissima qualità e l’azienda ha un grande spessore umanistico, - sottolinea Turuani - il rispetto che al Mulino hanno per la nostra categoria professionale è quasi introvabile ai giorni nostri».

«Maciniamo con passione dal 1888» questo lo slogan di un’immagine lanciata dall’azienda sui social in segno di speranza e per ringraziare tutte le persone che hanno espresso vicinanza all’attività. «Non solo noi dipendenti della famiglia Mulino Maroggia siamo il Mulino ma lo siete anche voi con la vostra passione ed entusiasmo», si legge sulla pagina Facebook dove l’azienda ha lasciato ai propri dipendenti spazio per presentarsi. E come non si ferma la passione per l’attività molitoria, non si fermano neanche i corsi di panificazione organizzati da Home Baker (www.homebaker.ch) prima al mulino e poi online a causa della pandemia.

Nella giornata di ieri, anche il Municipio di Maroggia ha espresso la sua vicinanza ai proprietari «confidando che, grazie alle loro notevoli, riconosciute e apprezzate caratteristiche imprenditoriali, trovino la forza e la collaborazione necessaria per riprendere l’attività e contestualmente ridare al Comune uno dei suoi simboli più significativi di preziosa operatività. Lo spaventoso scenario di fuoco e di fumo non ha solo distrutto l’imponente edificio che ha caratterizzato la qualità dell’intero comparto urbanistico del nostro villaggio, ma ha pure toccato in modo profondo e commovente il senso di identità e della storia di Maroggia che il Mulino ha concorso a scrivere in modo peraltro indelebile», conclude la nota dell’Esecutivo capitanato dal sindaco Jean-Claude Binaghi.

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