Il nucleo, le ruspe e Botta

Riqualifica e valorizzazione del nucleo o «totale distruzione della sostanza storica»? A Novazzano torna prepotentemente d’attualità un progetto firmato dall’architetto Mario Botta che mira alla realizzazione di un complesso residenziale con una ventina di appartamenti e di una rimessa interrata nel cuore della località, accanto al Municipio. Sebbene il piano pubblicato oltre due anni fa (era l’inizio del 2017) abbia già ricevuto il nullaosta del Dipartimento del territorio e luce verde da parte dell’Esecutivo, la licenza edilizia è stata impugnata e l’incarto è tuttora fermo sui tavoli del Tribunale cantonale amministrativo. A firmare il ricorso è stata la Società ticinese per l’arte e la natura (STAN) che non vede di buon occhio il progetto in quanto esso prevede la parziale demolizione di una porzione del nucleo, spiega la stessa associazione.
Ma facciamo un passo indietro. Il progetto presentato nel 2017 riguarda due mappali accanto alla Casa comunale, nel nucleo. Il disegno prevede la demolizione (non totale) delle costruzioni che sorgono su questi terreni e l’edificazione di un nuovo complesso con 21 appartamenti e di una rimessa interrata con 39 posteggi. Per consentire la creazione della rampa di accesso alla rimessa e l’uscita su via Giuseppe Motta alle auto il Municipio ha sottoscritto con il promotore un diritto di superficie della durata di 100 anni a favore di uno dei mappali coinvolti (il 1401, che si affaccia su via Indipendenza). In quell’occasione l’Esecutivo aveva spiegato in un messaggio che l’opera in programma rappresenta un «importante investimento» che «è oggi divenuto impellente a causa dell’avanzato stato di degrado dei manufatti esistenti e, solo in minima parte, ancora abitati». Nel messaggio si metteva anche nero su bianco che in futuro sotto un mappale adiacente potrebbe essere edificato un autosilo comunale e che lo stesso potrà eventualmente servirsi della rampa realizzata dal privato. Per il Municipio il piano permetterà la riqualifica e valorizzazione di una grande porzione del nucleo, si sottolineava.
Non è però dello stesso avviso la STAN che recentemente in una sua pubblicazione ha definito «devastante» il progetto, che implica la demolizione di parte del nucleo. L’intervento propone «un’edificazione continua di tipo condominiale, che azzera qualunque richiamo alla varietà disomogenea, in parte frammentaria e ricca di relazioni, alle sottili variazioni ritmiche delle aperture, tutti aspetti caratterizzanti e tipici dell’edilizia di origine rurale», scriveva ancora la STAN.
Serata pubblica giovedì
Le motivazioni e perplessità della STAN saranno al centro di una serata informativa che il gruppo organizza giovedì 11 aprile alle 20.15 in Casa comunale a Novazzano. Alla serata parteciperanno gli architetti Benedetto Antonini, vicepresidente della STAN, Fabio Reinhart dell’ETH di Zurigo e lo storico dell’architettura Nicola Soldini. I loro interventi collocheranno le vicende novazzanesi nel contesto del dibattito culturale sulla difesa dei nuclei storici.