L'analisi

Il Pardo ruggisce: raddoppiato il pubblico in Piazza Grande

Il direttore operativo del Film Festival locarnese, Raphaël Brunschwig, traccia un primo bilancio dell'edizione in corso – Rispetto all'edizione del 2021 la crescita degli spettatori si attesta attorno al 65%, ma nelle proiezioni serali sfiora il 100% – Diminuiscono invece i giornalisti accreditati
Mattia Sacchi
09.08.2022 06:00

«Era evidente che sarebbe stato il Locarno Film Festival a interrompere la siccità»: è uno dei tanti post scherzosi che si leggono su Facebook, sottolineando come anche lo scorso anno il weekend del Pardo fosse stato segnato dal maltempo. «Ma neanche la pioggia è riuscita a fermare la voglia di cinema degli appassionati - dice il managing director del Festival, Raphaël Brunschwig - Basti pensare che nella serata di sabato, tra chi è andato al FEVI e chi non ha rinunciato al fascino unico di Piazza Grande, sono accorse oltre 5.300 persone. Un ottimo dato».

Indicativo di come, dopo le limitazioni degli ultimi due anni, si possa dire che il Pardo è tornato a ruggire. E i numeri lo confermano: i dati di questi primi giorni registrano infatti un aumento dell’affluenza generale del 65% rispetto al 2021. Con il pubblico di Piazza Grande che è praticamente raddoppiato (+94%).

«Siamo ovviamente molto soddisfatti di questi primi giorni nei quali tutto sta andando per il meglio - dice Brunschwig - La cosa più bella è vedere l’intensità e la felicità con cui le persone stanno vivendo Locarno. Città che, come ha ribadito il consigliere federale Alain Berset, è simbolicamente, nei dieci giorni della manifestazione, la capitale della Svizzera. A conferma di quanto i festival siano luoghi dell’intensificazione».

Il bilancio è quindi positivo. Bisogna tuttavia sottolineare che le conseguenze della pandemia sono ancora percepibili. «In effetti, rispetto al 2019, l’ultima edizione “a pieno regime”, c’è una diminuzione generale di pubblico del 20% circa. Una perdita che è minore rispetto a quella che avevamo messo in preventivo, in un certo senso fisiologica, tra routine interrotte e spostamento delle abitudini di alcuni festivalieri storici e, soprattutto, dalla crisi dei cinema. Non a caso, è proprio l’affluenza nelle sale il dato più critico, perché in Piazza Grande, in molte sere l’affluenza è stata addirittura superiore a tre anni fa. Con un tempo migliore, probabilmente la differenza con il 2019 sarebbe stata ancora minore».

 Il diverso modo di fruire del cinema è quindi una sfida anche per il Locarno Film Festival, che ha già cominciato un percorso di rinnovamento, estenendo la sua visione a nuove frontiere. «Il Festival deve saper raccontare i nostri tempi - spiega Brunschwig - trovando quindi le chiavi per rivolgersi ai giovani. Per questo, oltre all’accessibilità digitale, abbiamo rafforzato i nostri progetti come il BaseCamp, le Spring Academy e Open Doors. Il nostro obiettivo è essere non solo al centro dei discorsi sui film ma, più in generale, delle immagini in movimento, valorizzando il talento e le diverse forme di espressione degli artisti emergenti».

Una direzione che conferma ancora di più come il Pardo non sia solo il punto di arrivo di un prodotto cinematografico, ma proprio un generatore di idee: «Penso che ormai sia chiaro come Locarno, nei giorni del Festival, sia il luogo dove intrattenere relazioni di vario genere. Basti pensare, tra le molte attività collaterali non legate al cinema, al primo simposio sulla sanità sostenibile, cui hanno preso parte alcuni dei più importanti professionisti internazionali».

La nota stonata

Così come accennato da Brunschwig , oltre ai già citati esperti del settore sanitario svizzero, a Locarno durante il Festival sono di casa sempre più personalità dell’industria cinematografica, rappresentanti dell’economia, politici e diplomatici. Proprio a ragione di ciò, ha sorpreso non poco l’anomalia di una copertura giornalistica inferiore alle attese da parte dei più importanti quotidiani italiani. Una nota stonata. Legata forse alla diminuta presenza di giornalisti. «C’è, in effetti, una flessione degli accrediti stampa - conferma il managing director del Festival - Non è un momento facile per la stampa culturale che, negli ultimi anni, ha subito forti ripercussioni. Non tutti i media possono permettersi di mandare i propri inviati. Siamo comunque soddisfatti della copertura della stampa nazionale e internazionale al Locarno Film Festival, che si conferma come uno dei più importanti festival cinematografici al mondo».

«Per noi questi risultati sono già motivo di orgoglio - chiosa Brunschwig - Tuttavia, siamo consapevoli di essere soltanto a metà della manifestazione: c’è ancora molto da fare. Tutti i componenti del team, che è il nostro vero punto di forza, sono concentrati per fare il meglio nei prossimi giorni. Nel frattempo, assieme al presidente, al direttore artistico e ad alcuni settori specifici, stiamo già lavorando per la prossima edizione: perché, come ha detto Marco Solari, il 75. anniversario è importante, ma guardare al futuro lo è anche di più».

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