Il Park Hotel di Rovio in vendita per cinque milioni

«Si tratta dell’unico albergo a Rovio, il quale è ben conosciuto fino ad oltre i confini di Stato. L’albergo dispone di un magnifico parco, il quale offre ai clienti tranquillità e rilassamento durante tutte le stagioni dell’anno e da dove si gode di una vista spettacolare sul lago di Lugano. La bella piscina inoltre promette un po’ di freschezza durante i giorni caldi dell’estate. Per i bambini esiste un parco giochi e un piccolo zoo. L’edificio conta in totale 50 camere (87 letti) nonché 7 camere (14 letti) con entrata separata. La grande e luminosa sala da pranzo con veranda dispone di più di 200 posti ed è ideale per banchetti». Questo, nella sua interezza, il testo che annuncia la messa in vendita per cinque milioni di franchi del Park Hotel di_Rovio, a segnare la fine del tentativo di rilancio della struttura, passata di mano nel 2018. La famiglia Sabino, storica proprietaria, aveva detto di aver ricevuto negli anni oltre duecento offerte per rilevarlo, optando infine per venderlo all’avvocato Ernesto Palomba e a sua figlia. Il legale, nel 2019, aveva poi definito «una batosta» la prima stagione d’apertura, caratterizzata da qualche restauro e «da una perdita di centinaia di migliaia di franchi». Passata la pandemia, la struttura non ha più riaperto e, ora, risulta appunto in vendita (abbiamo cercato di contattare la famiglia Palomba senza successo).
La destinazione è quella
La messa in vendita dell’albergo è notizia fresca. Formalmente, il Municipio di Val Mara non ne ha discusso. D’altronde, trattandosi di una trattativa fra privati, più che monitorare può fare poco. Il sindaco Jean-Pierre Binaghi ci ha confermato che a livello pianificatorio i terreni hanno destinazione alberghiera, dunque se si volesse tramutarlo, ad esempio, in residenze sarebbe necessaria una variante di Piano regolatore. Variante che, oltretutto, dovrebbe essere compatibile con la verifica della contenibilità delle riserve edificabili: un esercizio che il_Comune si appresta a fare.
«Merita di essere rilanciato»
Che l’albergo possa tornare operativo è comunque auspicato da più fronti. Sicuramente da Mendrisiotto Turismo: «La sua chiusura si fa sentire sia sul minor numero di camere a disposizione che di tasse turistiche», dice la direttrice Nadia Fontana-Lupi. Prima di passar di mano nel 2018 l’albergo conteggiava circa 15 mila pernottamenti annui. «Mi auguro che finisca in mano a persone lungimiranti che proseguano l’attività – chiosa la direttrice, – perché una struttura in una posizione così invidiabile e con questa tradizione merita di essere rilanciata per il bene di tutta la regione».