Il piano di risparmi di Lugano avanza: «Raggiungeremo gli obiettivi»
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Lugano ha trovato i soldi. Sul tavolo del Municipio, ieri, è arrivato un documento che fa il punto sul piano di riequilibrio finanziario avviato da Palazzo civico, ed è un punto incoraggiante. «Non possiamo ancora entrare nel dettaglio dei risparmi discussi, anche perché gli incontri con le varie divisioni della Città non sono ancora finiti, ma posso dire che ragionevolmente raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati» commenta, da noi contattato, il municipale responsabile delle finanze Marco Chiesa.
Dicevamo degli obiettivi. Per quanto riguarda la gestione corrente – tutto quello che concerne il funzionamento ordinario della macchina amministrativa – il Consiglio comunale aveva chiesto un impegno a risparmiare almeno 10 milioni all’anno entro la fine del 2026. Sindaco e colleghi si erano detti d’accordo, chiedendo a loro volta di poter includere nel «perimetro» della manovra i contributi comunali, che comprendono gli aiuti alle associazioni.
«Stiamo lavorando in particolare sulle spese per beni e servizi, su quelle per il personale e sui contributi – spiega sempre Chiesa – ovviamente limitandoci alle voci su cui il Comune ha un margine di manovra». Sui versamenti imposti per legge, va da sé, non si può fare nulla. O meglio: si può agire a livello di «politica estera» discutendone con il Cantone, ma questa è un’altra storia. Lugano al momento è concentrata su se stessa e sta passando in rassegna tutti i suoi settori di attività.
È interessante capire come verrà distribuito lo sforzo finanziario tra le varie divisioni. Ognuna sta facendo la sua parte, «ma come ha chiesto il Consiglio comunale – spiega sempre Chiesa – stiamo prestando particolare attenzione alla socialità e alla formazione: quelli saranno gli ambiti meno toccati, anche perché molte delle loro spese sono dettate da norme superiori».
Per quanto riguarda invece gli investimenti, l’Esecutivo vorrebbe attenuare il loro impatto ricavando 250 milioni sull’arco di due legislature dai disinvestimenti, in particolare la cessione di proprietà comunali (si parla ad esempio del palazzo Ex dogane e di Villa Negroni) o delle quote pubbliche di società (Casinò in primis). L’idea è controbilanciare l’ammontare degli investimenti netti affinché la Città non debba ricorrere troppo ai prestiti bancari nei prossimi otto anni, facendo crescere un debito verso terzi che oscilla già attorno al miliardo di franchi.
Al contempo, Lugano lavora sulla fissazione delle priorità dei vari investimenti, scegliendo i progetti che non possono aspettare e quelli che invece possono essere rimandati o diluiti nel tempo (un esempio in questo senso è la realizzazione del nuovo parco Viarno a Pregassona). «Stiamo portando avanti un lavoro certosino rispettando le modalità e i tempi prestabiliti» conclude Chiesa.
«L’ultima volta, a Lugano, era stato fatto nel 2013». L’anno del deficit di cinquanta milioni. «Periodicamente è giusto effettuare una verifica di tutte le spese: dovrebbero farlo tutte le amministrazioni pubbliche». I prossimi passi, per Lugano, saranno la presentazione di un rapporto finale sulla gestione corrente il prossimo aprile, mentre per gli investimenti il termine è fissato per giugno. Il tutto, coinvolgendo sempre la Commissione della gestione.