Il «picchetto sindacale» finirà davanti al giudice

Per i sindacalisti di UNIA, il «picchetto» organizzato nell’ottobre del 2021 davanti ai cancelli dei magazzini comunali di Paradiso – ubicati a Pambio Noranco – era necessario. Un’astensione dal lavoro – della durata di circa 5 ore – organizzata per contestare condizioni contrattuali e ambientali difficili. Sullo sfondo anche la disapprovazione per il licenziamento di un operaio comunale e l’utilizzo di contratti di lavoro a tempo determinato con alcuni dipendenti. Per il Municipio di Paradiso – per bocca del sindaco Ettore Vismara – quanto messo in scena quella mattina era sproporzionato e non necessario. A tal punto che l’Esecutivo ha deciso di sporgere denuncia. Denuncia che ora si è tramutata in tre decreti d’accusa. A fine febbraio infatti, il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha condannato tre sindacalisti: il segretario Regionale di UNIA Ticino Giangiorgio Gargantini, il responsabile per il Sottoceneri Vincenzo Cicero e Matteo Poretti. Una condanna a 20 aliquote giornaliere, sospese per un periodo di prova di due anni. Il reato? Coazione, consumata e tentata. Secondo il procuratore pubblico il 25 ottobre del 2021 hanno bloccato l’accesso al magazzino comunale frapponendo tre veicoli tra il cancello del sedime e la strada adiacente «impedendo in tal modo – si legge nei tre decreti d’accusa – o comunque rendendolo più difficile, l’entrata e l’uscita dallo stesso dei dipendenti comunali e, soprattutto, dei mezzi di trasporto del Comune». Il tutto «inducendo numerosi dipendenti comunali all’astensione dall’attività lavorativa» e, così facendo, «minacciando de facto l’interruzione a tempo indeterminato dell’erogazione dei pubblici servizi a cui è astretto il Comune di Paradiso». Secondo il procuratore pubblico – che si rifà ad alcune e-mail inviate dal sindacato all’Esecutivo – i tre sindacalisti hanno inoltre «tentato di costringere, indistintamente, tutti i membri del Municipio del Comune di Paradiso a fornire a UNIA un ‘segnale chiaro’ di intenzione, da parte loro, a programmare un incontro urgente fra il sindacato e il Municipio». Ruggeri, nello stilare i decreti d’accusa, segnala inoltre che con quest’azione sindacale il sindaco Vismara è stato «costretto a recarsi» ai magazzini comunali «onde sbloccare la situazione e garantire l’operatività del Comune e la riattivazione dell’erogazione dei pubblici servizi a cui questi è chiamato».
Si va a processo
I decreti d’accusa, datati 17 febbraio 2023, sono già stati impugnati. Si andrà dunque a processo. Per il mondo sindacale, infatti, la questione è delicata e c’è il rischio che possano venir toccati alcuni principi ritenuti di fondamentale importanza. «Evidentemente questa situazione ci lascia perplessi – spiega, da noi raggiunto, Vincenzo Cicero –. Anche se in parte ci dà l’occasione di affrontare questioni sindacali di fondo nel corso del processo, legate soprattutto al diritto di sciopero, sancito dalla costituzione». Il nostro interlocutore solleva un altro aspetto e chiama direttamente in causa la Procura: «Ci preoccupa l’attitudine del Ministero pubblico – rilancia –. In alcuni casi, come in questo, è molto celere. Quando, invece, è chiamato ad affrontare altre questioni ben più gravi, segnalate proprio dalle organizzazioni sindacali, gli incarti restano fermi al Ministero pubblico per anni».