Lugano

Il risveglio del Quartiere Maghetti

L’area, dopo gli investimenti e il restyling, sta vivendo una seconda giovinezza ed è diventata uno dei luoghi più frequentati della città - Domani la festa d’inaugurazione dei nuovi spazi: musica e gastronomia per tutto il giorno
© CdT/ Chiara Zocchetti
John Robbiani
01.10.2021 06:00

Non in molti avrebbero puntato sul Maghetti. Il quartiere col tempo aveva perso un po’ del suo appeal ed è dunque abbastanza incredibile constatare come, soprattutto a partire da quest’anno, l’area sia diventata una delle più vive di Lugano. Una delle più attive e frequentate. Di giorno e di sera. Più o meno è quello che è successo anche in via della Posta, in via Magatti e alla Galleria. E appunto l’asse via della Posta-Magatti-Galleria-Maghetti ha letteralmente spostato il baricentro della città, allargando de facto la zona pedonale fino a piazza Indipendenza. Ma il successo di quest’area non è arrivato per caso e non è stata una questione di fortuna. C’è voluta pazienza, e il coraggio di puntare su formule nuove. E ci sono voluti grossi investimenti. Per domani la Fondazione Maghetti ha deciso di organizzare una festa per inaugurare il nuovo Quartiere e ieri ha convocato la stampa per illustrare i passi che, negli ultimi anni, sono stati compiuti per arrivare al successo. È vero, i lavori di restyling si sono conclusi già da un po’, ma l’arrivo della pandemia ha impedito che un’inaugurazione vera e propria potesse essere svolta prima.

Essere accoglienti
«Avevamo capito - ha spiegato Rinaldo Passera, presidente della Fondazione Maghetti - la necessità di rendere più accogliente la galleria interna del quartiere, avviando un progetto di ammodernamento che avesse come obiettivo quello di garantire per i prossimi decenni la buona vivibilità del Maghetti. Che continuasse cioè ad essere un luogo interessante da frequentare. Una decisione coraggiosa, presa in piena crisi economica e dovendo tra l’altro reperire importanti risorse economiche. Ma il risultato di oggi ci conforta e giustifica le energie spese». «Come detto - ha confermato il direttore della Fondazione, Riccardo Caruso - volevamo che il Maghetti tornasse a essere un luogo attrattivo, andando a toccare alcuni elementi che potessero vincere un senso di pesantezza che si andava vieppiù percependo. Si è quindi lavorato sulle altezze delle vetrine per aumentare la percezione sensoriale dello spazio e sull’illuminazione, soprattutto nei punti deboli quali le entrate principali che erano alquanto buie. Abbiamo inoltre cercato di rendere ancora più fluida la percorribilità interna, eliminando qualsiasi barriera architettonica». E anche all’oratorio sono stati eseguiti dei rinnovamenti importanti, tra cui una veranda che ha aumentato gli spazi da poter utilizzare per le varie attività. Per Caruso comunque la parte più coinvolgente è stata quella che ha riguardato i contatti con le aziende (bar, ristoranti, negozi e uffici presenti nel Quartiere). Con quelli nuovi, sì, ma anche con quelli già presenti. «Che hanno creduto nel progetto e sono quindi rimasti al Maghetti, affrontando con coraggio e sacrificio il periodo del cantiere». Sono seguite innumerevoli trattative per il riaffitto di 12 negozi interni che si erano resi disponibili, ai quali se ne sono aggiunti altri 5 all’esterno che nel frattempo si erano liberati. C’è stata sì la defezione di California Bakery (la società avrebbe dovuto occupare buona parte degli spazi che si affacciano sulla piazza e ha «bloccato» il rilancio per più di un anno), ma il problema è stato risolto. «Per fortuna - ha spiegato Caruso - una volta riusciti a liberarci da questo contratto (California Bakery ha avuto gravi difficoltà finanziarie in Italia, ndr) abbiamo subito imbastito un nuovo progetto ristorativo per la piazza Maghetti che ha portato alla splendida realtà odierna». Realtà chiamata Corte dei sapori che, nella piazza centrale, è animata dalla Braceria, da Pesce pazzo e da Latte macchiato, che si sommano alle altre attività attive nella ristorazione presenti al Maghetti. «Volevamo le persone giuste. Non abbiamo mai voluto affittare solo per riempire gli spazi. Senza dimenticare poi che per un sano equilibrio e per garantire a tutti i commercianti di poter lavorare al meglio, non abbiamo mai voluto accogliere candidature che andassero in conflitto o concorrenza diretta con attività già esistenti». E considerando che il Maghetti ha anche una sua dimensione residenziale (60 appartamenti).

Fedelissimi dal 1984
Ed è così che alle vecchie attività commerciali si sono aggiunte quelle nuove. Ma c’è chi il Quartiere lo conosce come le sue tasche. Pensiamo all’Erbolario, presente dal lontano 1984. «Il Maghetti si è risvegliato - hanno ricordato i proprietari dello storico negozio - ed è tornato ad essere il salotto buono ed elegante della città, lontano dal caos cittadino e dai rumori, che invita a una grande e ritrovata intimità nei contatti umani, tanto necessari dopo questo periodo di forzato isolamento».

L’USI e i servizi
L’operazione Maghetti, per avere successo, è riuscita anche perché, come detto, la Fondazione ha deciso di cambiare un po’ gli schemi rispetto al passato e - oltre a ristorazione e commerci - ha deciso di puntare sui servizi. Sono arrivate società della new-technology e anche il Corriere del Ticino ha deciso di trasferire la sua redazione di Lugano nel quartiere. Poi è arrivata l’Università della Svizzera italiana, che nel 2019 ha inaugurato Il Litorale. L’iniziativa - come ha spiegato il responsabile del progetto Dimitri Loringett - rappresenta una sorta di «extra muros» dell’USI nel cuore della Città di Lugano. «Concepiti come luogo di incontro fra società e mondo accademico, gli spazi al secondo piano dello stabile in Piazza San Rocco 3 – già delle suore Paoline – sono stati ridefiniti e adattati per consentire anche attività lavorative in condivisione, il cosiddetto coworking». Il Litorale nasce infatti dalla volontà dell’USI di sviluppare iniziative che aderissero al suo «terzo mandato» (servizio alla comunità). La decisione di portare il progetto al Maghetti è dovuta, da una parte, alle interessanti condizioni offerte dalla Fondazione e, dall’altra, soprattutto alla posizione geografica di particolare pregio. Si è trattato quindi di una situazione win-win, nella quale l’USI ha trovato un luogo adatto per realizzare il suo progetto».

Domani la festa d’inaugurazione: ecco il programma
Domani è prevista la festa di inaugurazione del nuovo Quartiere Maghetti. Si inizierà alla 10 con il taglio del nastro da parte del municipale Roberto Badaracco. Musica dal vivo è prevista alle 10.15 alla Galleria della Filanda, al Chiostro alle 12.30 e in piazza Maghetti alle 16 e alle 19. Alle 16, sempre in piazza, si potrà assistere alla perfomance di Fabrizio Vendramin (action painting), mentre dalle 14 alle 18 nel parchetto giochi è prevista animazione per i bambini con Glitter tatoos.

Ma non è tutto. Degustazioni di cibo e vino e di variegati menu del giorno saranno possibili in questi locali:_Wine Bar, Pesce pazzo, Latte Macchiato, Thai Take Away, Caffè Roma e Grande Pizza Caffè. Inoltre, per quanto riguarda lo shopping, la giornata di domani riserverà sconti ed offerte speciali nei negozi del Maghetti. Ed è anche previsto un concorso a premi. Le schede di partecipazione si possono trovare nei negozi del quartiere. Primo premio: 300 franchi, secondo premio 200 franchi e terzo premio 100 franchi (tutti in buoni acquisto).