Il caso

Il sogno svanito e la partita infinita

Dieci anni fa la popolazione di Arbedo-Castione approvò il riordino del comparto che avrebbe dovuto accogliere anche lo stadio dell’ACB, stralciato intanto dalla pianificazione - Non resta che ammodernare il vetusto Comunale: ciò avverrà a tappe
Avrebbe dovuto presentarsi così. © CdT/Archivio
Alan Del Don
02.05.2023 06:00

Sono passati dieci anni, ma sembra un’eternità alla luce di quanto è capitato in seguito. Il 14 aprile 2013 la popolazione di Arbedo-Castione approvò con soli 6 voti di scarto il riordino del comparto del quartiere con possibilità di edificare il «DaiTicino Stadium», la moderna arena da almeno 100 milioni di franchi dell’Associazione calcio Bellinzona (ACB). Un progetto elaborato dallo studio di architettura di Michele Arnaboldi e voluto fortemente dall’allora presidente granata Gabriele Giulini, il quale già sognava un’inaugurazione in pompa magna contro il Barcellona di Messi. Alle urne i cittadini respinsero invece in modo più chiaro (con il 57%) la creazione della prima zona riservata ai locali a luci rosse in Ticino. Un sì e un no, dunque, che arrivarono dopo una campagna sentitissima con in prima fila, in particolare, l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione.

La lenta risalita

A distanza di due lustri sono cambiate molte cose. La società anonima dell’ACB ha vissuto l’inferno - sportivo, beninteso - del fallimento sotto una voragine di 7 milioni di franchi di debiti. La squadra è ripartita dal calcio regionale grazie agli sforzi profusi dal fido timoniere Paolo Righetti e dal suo staff e, finalmente, da questa stagione ha potuto riassaporare il dolce gusto della Challenge League in virtù dell’impegno finanziario di Pablo Bentancur. Il sogno dello stadio è per contro svanito una volta conclusasi in modo brusco l’esperienza di Gabriele Giulini al comando del pluricentenario club della capitale.

Nemmeno un ultimo, disperato, tentativo di convincere nel 2017 una società inglese, guidata da un imprenditore italiano, ad investire a Castione è andato in porto. I soldi non sono mai stati sbloccati. Così il Municipio di Arbedo-Castione non ha potuto fare altro che rivedere la pianificazione dell’area a ridosso della linea ferroviaria (da fine 2026 arriveranno le nuove Officine FFS da 580,5 milioni), stralciando definitivamente l’impianto sportivo multifunzionale con annesso centro commerciale che avrebbe potuto ospitare anche dei concerti ed altri eventi.

Le due tribune coperte

L’ACB gioca tuttora sul vetusto Comunale. La Città si è adoperata a più riprese per sistemare lo stadio (in particolare nel 2008 e nel 2019, con un’ulteriore restyling la scorsa primavera), rispondendo così appieno alle esigenze della Swiss Football League che pretende 6.500 posti a sedere (attualmente sono 5.000). Il tema di un’avanguardistica struttura non è più all’ordine del giorno. Piuttosto si procederà con un ammodernamento a tappe. L’esempio che l’Esecutivo di Bellinzona sta seguendo è quello della Schützenwiese di Winterthur, ristrutturata nel 2015. Nelle scorse settimane, come abbiamo riferito il 31 marzo, il sindaco Mario Branda e i colleghi si sono recati in visita agli omologhi zurighesi. I quali, unitamente ai dirigenti del club di Super League (la promozione inseguita da 37 anni è stata raggiunta, un po’ a sorpresa, la scorsa stagione), stanno pianificando ulteriori interventi da eseguire in fasi distinte. Lo stesso scenario dovrebbe presentarsi all’ombra dei castelli con la realizzazione di due tribune coperte (lati sud e nord) nonché una palestra e una sala pesi.

Nel frattempo sembrano essere a buon punto le trattative per trovare un’intesa con la dirigenza granata per l’affitto del Comunale che, ricordiamo, è di proprietà della Città. Stando a quanto ci risulta la differenza fra domanda ed offerta è di alcune migliaia di franchi.

Luci rosse senza disagi

Non è stata creata la prima zona destinata alla prostituzione nel nostro cantone, ma a Castione un postribolo c’era già prima e c’è tuttora, lungo la «tirata» per Claro. I gestori hanno sempre sottoscritto con il Comune una convenzione che consente all’ente pubblico di intimare la chiusura del locale qualora non ne venissero rispettati i contenuti. Da quando è stato sottoscritto il documento non vi sono stati problemi di ordine pubblico.

Anzi, nel maggio 2017, dopo un iter travagliato, il meretricio è diventato il primo bordello ufficiale del Sopraceneri. Intanto è cambiata la gerenza, dopo che nel gennaio 2022 la precedente società ha cessato l’attività non riuscendo a pagare una fattura da un milione di franchi emessa dalla Confederazione per l’Iva non versata sugli incassi delle artiste.

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