Lugano

Il sorriso di Valenzano Rossi e l'amarezza di Schnellmann

La municipale uscente prevale nel derby interno al PLR
©Gabriele Putzu

«Badaracco e Valenzano Rossi!». Una voce di donna rompe il brusio sotto la veranda del bar Olimpia, ritrovo dei liberali radicali. Sullo schermo del suo telefono, il risultato che il partito aspettava. Il risultato più «realistico», per citare il presidente Paolo Morel: la conferma dei due municipali uscenti. Scatta un applauso di media intensità. «Ghisletta... – commenta qualcuno all’indirizzo del neoeletto socialista - sarà un bel tacà a liit». I protagonisti più attesi, intanto, non sono ancora arrivati.

Fuori c’è un protagonista mancato: Fabio Schnellmann, giunto duemila voti dietro Valenzano Rossi. «Pensavo che lo scarto fra noi sarebbe stato minore» ammette il granconsigliere senza cercare di nascondere la sua delusione con frasi fatte o ipocrisie. Nella tornate precedenti, la distanza era stata nell’ordine delle centinaia, non delle migliaia. Di prossime, per lui, non ce ne saranno. «Non proverò più, stavolta per davvero. L’avevo già detto in passato, è vero, ma poi il partito mi ha cercato ancora e non ho saputo dire di no. Mi fa piacere che complessivamente abbiamo tenuto».

Poco distante, intanto, nel silenzio domenicale di un palazzo amministrativo in via Pretorio, si sentono grida di felicità: quelle di Karin Valenzano Rossi. «Quando sono arrivati i risultati ero nel mio ufficio con i miei cari e i più stretti sostenitori, ed ho cominciato a urlare» racconta la municipale una volta giunta in piazza della Riforma. Mentre parla ai giornalisti, qualcuno fa suonare una trombetta da stadio. Il volto è rilassato e raggiante allo stesso tempo. «È stato un voto incerto per tutti» racconta, relativizzando la tensione e l’ansia che l’hanno accompagnata fino al voto. «Notti insonni? Direi di no. Però mi hanno dato fastidio alcuni coltelli lanciati sul finale della campagna» dice, alludendo forse al principio di polemica in merito a un radar «fantasma» apparso un anno fa sul lungolago.

Sul suo viso è una breve parentesi amara, poi si riapre in un sorriso ampio. Badaracco appare più traquillo: a livello di numeri, la sua rielezione era abbastanza certa. «Era difficile fare di più - commenta - vista l’influenza della sfida tra Foletti e Chiesa». Fra quattro anni le ambizioni potrebbero essere diverse, per il vicesindaco? «Puntare alla poltrona di sindaco è complicato. Chiesa si sta già preparando per la prossima tornata... Per farcela dovremmo fare un grosso lavoro a livello di partito, invertire la tendenza. Senza un sostegno forte alla base, a livello personale è difficile raggiungere un obiettivo simile». Di obiettivi più o meno raggiungibili, prima dei risultati, avevamo parlato con Morel. «Alcuni in questa campagna hanno parlato di un PLR poco ambizioso, ma pensare di poter guadagnare un seggio in Municipio, oggi, è irrealistico senza avere altre personalità forti da mettere in campo. Le abbiamo cercate, eccome, ma abbiamo ricevuto dei no. Per questo sarei contento di una conferma dei due uscenti». Così è stato. «Intanto un obiettivo l’abbiamo raggiunto: ricreare un ambiente sano all’interno del partito e preparare una squadra che possa avere ambizioni maggiori fra quattro anni, sia in Municipio sia in Consiglio comunale». Lo sguardo, insomma, va già lontano. E c’è chi scommette che le prossime elezioni saranno ancora più incerte ed emozionanti.

In questo articolo: