Pandemia

Il sostegno della clinica Moncucco alla ricerca medica di punta

Il nosocomio contribuisce allo studio nazionale coordinato dall’Inselspital di Berna sulla funzionalità polmonare dei pazienti guariti dal coronavirus
KEYSTONE/Ti-Press/Alessandro Crinari
Red. Online
24.12.2020 09:13

La Clinica Luganese Moncucco contribuisce allo studio nazionale coordinato dall’Inselspital di Berna che verrà a breve pubblicato con un’importante risonanza internazionale

Gli specialisti della Clinica Luganese Moncucco proseguono senza sosta l’impegno rivolto alla cura dei pazienti ticinesi senza dimenticare il sostegno alla ricerca medica di punta.

Proprio un gruppo di nostri pazienti guariti dal virus SARS-CoV-2 durante la prima ondata è stato osservato in questi mesi: la loro funzionalità polmonare è stata monitorata e i dati osservati sono stati inclusi nel rilevante studio nazionale prospettico coordinato dall’Inselspital di Berna, che è stato recentemente accettato per pubblicazione dalla rivista scientifica European Respiratory Journal (ERJ), edita dalla Società europea polmonare con sede nel Regno Unito.

Il PD Dr. Christian Garzoni, principale investigatore dello studio, spiega che “un gruppo di pazienti ricoverati per COVID-19 presso la Clinica Luganese Moncucco durante la prima ondata, ha partecipato ad uno studio promosso dall’Inselspital di Berna. Presso la nostra struttura, lo studio è stato coordinato dal Dr. Bruno Naccini e dalla Dr.ssa Daniela Manta, medici pneumologi, affiancati dall’Unità di Ricerca Clinica”.

Molto concretamente, continua Garzoni “questi pazienti vengono sottoposti a controlli clinici a scadenze regolari dopo la risoluzione dei sintomi della malattia per studiarne le conseguenze: dopo tre mesi, sei e dodici mesi dalla malattia COVID-19. Si tratta pertanto di uno studio di osservazione e di valutazione del decorso di questi pazienti.”

Per la Dr.ssa Alessandra Franzetti Pellanda, Responsabile dell’Unità di Ricerca Clinica della Moncucco “il lavoro specialistico e di team è essenziale per raggiungere obiettivi cosÌ importanti. Presso la Clinica operano professionisti qualificati interessati e motivati a promuovere studi clinici che possano contribuire all’avanzamento delle conoscenze in ambito medico-scientifico. La nostra Unità di Ricerca Clinica fornisce loro un supporto nelle diverse fasi degli studi clinici”.

La missione principale della Clinica Luganese Moncucco rimane quella di curare al meglio i propri pazienti. L’Unità di Ricerca Clinica consente, in modo strutturato ed efficace, di contribuire a questo obiettivo orientando e avvalorando ipotesi scientifiche attraverso studi clinici, volte a migliorare costantemente la qualità delle cure..

“Questa strategia sinergica” prosegue la Dr.ssa Franzetti Pellanda “porta importanti risultati com’è il caso di questo lavoro di ricerca intitolato Funzionalità polmonare e valutazioni radiologiche a quattro mesi dopo l’’infezione da COVID-19: primi risultati dello studio nazionale prospettico osservazionale svizzero sugli esiti polmonari da COVID-19 promosso dall’Inselspital. Questo studio mostra i primi risultati: sembra ormai chiaro che il virus, dal quale fortunatamente si può anche guarire, lasci nello stato di salute generale delle persone conseguenze persino gravi medio e lungo termine”.

Il Dr. Bruno Naccini, pneumologo e ricercatore e Presidente della Lega polmonare ticinese, evidenzia come “nei pazienti arruolati nello studio, ricoverati in Ticino presso la nostra Clinica e in altre strutture in Svizzere, si osserva che a livello polmonare, nei tre mesi successivi la malattia vi è la persistenza di stanchezza cronica e di difficoltà respiratoria di varia entità. Si riscontrano anche una perdita della massa muscolare, una capacità polmonare ridotta (quantificata nel 20-30% in meno rispetto alla condizione pre-COVID-19), delle embolie con quadri di diversa gravità e difetti di coagulazione del sangue”.

Si sono inoltre indagate, e si continua a farlo, le alterazioni emerse dalla TAC polmonari.

Per la Dr.ssa Daniela Manta, anch’essa pneumologa e ricercatrice per questo studio, “Le immagini mostrano spesso quello che viene comunemente definito vetro smerigliato, un’infiammazione del polmone, spesso molto estesa che ne compromette la funzionalità. L’aspetto di questa infiammazione risulta essere facilmente riconoscibile alle immagini TAC e caratterizza gli ammalati di COVID-19”.

Anche grazie al ruolo dei fisioterapisti che, dopo la fase acuta della malattia continuano a seguire i pazienti per settimane o mesi nella necessaria riabilitazione polmonare, i tessuti di questi organi e la muscolatura del diaframma recuperano la loro funzionalità. A distanza di sei mesi dalla malattia, i pneumologi possono costatare un sensibile miglioramento delle condizioni dei pazienti.

Per il Dr. Naccini “il tempo consente di regola un buon recupero. La grande stanchezza e le difficoltà respiratorie fortunatamente si affievoliscono sempre più con il passare dei mesi”.

La progressiva ripresa della capacità polmonare va di pari passo con la scomparsa nelle immagini della TAC polmonare dell’effetto vetro smerigliato.

Il Dr. Naccini segnala inoltre che “nel tempo purtroppo si può riscontrare la formazione di cicatrici all’interno del tessuto polmonare. Queste lesioni possono essere piccole o molto estese. L’osservazione dei pazienti nell’arco di dodici mesi ci fornirà maggiori informazioni sull’evoluzione di tali ferite”.

“La nostra Clinica” conclude il Dr. Garzoni “coglie questa occasione per ringraziare tutti i pazienti che, con la loro collaborazione e partecipazione allo studio scientifico hanno, e continueranno a farlo anche in futuro, permesso il rapido avanzamento del sapere relativo alla malattia COVID-19”