Il supertestimone del caso Uva ha ucciso il padre

VARESE - Il supertestimone del caso UVA Alberto Biggiogero ha ucciso con una coltellata il padre nella loro abitazione di Varese al termine di una lite e ha in seguito chiamato la Polizia raccontando cosa aveva fatto.
Biggiogero era assurto all'onore della cronaca nel 2008, quando era stato arrestato nella frazione di Biumo il 14 giugno mentre stava compiendo vandalismi ubriaco con l'amico Giuseppe Uva. Quest'ultimo morirà il giorno seguente alle 10, dopo essere passato prima dalla caserma e poi dall'ospedale. Per il suo decesso vennero indagati sei poliziotti e due carabinieri, accusati di averlo picchiato. Tutti gli imputati vennero però assolti nel luglio 2016, malgrado Biggiogero affermasse di aver sentito urlare Uva in caserma mentre erano separati e pensasse che lo stessero picchiando, arrivando anche a chiamare un'ambulanza per l'amico; intervento però rifiutato dalle forze dell'ordine in un primo momento. Furono loro stesse, pochi minuti dopo, a chiamare nuovamente i soccorsi.
Del caso si era occupata spesso la trasmissione Le Iene, nel quadro di altre presunte violenze di polizia impunite, come la morte di Stefano Cucchi. Malgrado la sentenza, che riporta che non vi è stato alcun caso di violenza e che ha assolto gli imputati con formula piena, la famiglia ricorrerà a Bruxelles. L'atto odierno di Biggiogero ha già portato il sindacato autonomo di polizia Sap a reagire, per bocca del suo segretario generale Gianni Tonelli: "Il testimone "fondamentale e attendibilissimo" del caso Uva, indicato come tale dal processo mediatico imbastito dall'avvocato Fabio Anselmo nella fase delle indagini preliminari, che in realtà era un povero disperato, ha appena ucciso il padre a coltellate a Varese. Questa è la vergognosa verità del partito dell'antipolizia e della macchina cerca soldi che ha ruotato attorno a tanti processi che hanno coinvolto gli appartenenti alle forze dell'ordine negli ultimi anni".