Trasporti

«Il Ticino deve sostenere l'apertura del Passo del San Gottardo tutto l'anno»

È quanto chiede al Consiglio di Stato, tramite una lettera, l'Associazione d'area LEA per l'ambiente e l'energia del PLR
©SAMUEL GOLAY
Red. Online
28.04.2025 08:15

«La viabilità del nostro Cantone rappresenta un pilastro fondamentale per l'economia, la qualità della vita e la libertà di spostamento dei cittadini. In questo contesto, il Passo del San Gottardo riveste un ruolo strategico che va ben oltre la stagione estiva, offrendo una via alternativa di collegamento tra il nord e il sud della Svizzera». È con queste parole che la LEA, l'Associazione d'Area per l'ambiente e l'energia del Partito liberale radicale ticinese, si è rivolta tramite una lettera al Consiglio di Stato. L'obiettivo? Chiaro, anzi chiarissimo: «Alla luce delle recenti discussioni e sfide legate alla viabilità delle Alpi, LEA vi chiede di farvi promotori presso le autorità federali affinché l'apertura tutto l’anno (o almeno per un periodo prolungato) del Passo del San Gottardo venga approfondita e sostenuta, nel rispetto di precise condizioni volte a garantire la sostenibilità ambientale e la tutela delle comunità locali».

La missiva, in particolare, fa riferimento alla recente mozione presentata da 60 consiglieri nazionali a Berna, tra cui i ticinesi Simone Gianini e Bruno Storni, che chiede l'apertura invernale. «Riteniamo che questa iniziativa meriti il sostegno del Cantone Ticino» si legge. In tal senso, «e per aumentare l’accettazione della proposta», l'apertura dovrebbe tenere conto di questi principi:

– esclusione del traffico pesante, per evitare un aggravio del trasporto merci su gomma e limitare l'impatto sulle infrastrutture e rispettando l’ambiente;
– accesso contingentato per il traffico leggero, con regolazioni che consentano un flusso sostenibile, evitando congestioni e riducendo le emissioni inquinanti ai portali nord e sud;
– monitoraggio ambientale (acqua, aria, rumore) e infrastrutturale, per garantire che l’apertura invernale non comprometta la sicurezza stradale né la salute dell'ecosistema alpino;
– sostegno alle economie locali, affinché la Valle possa beneficiare di un rinnovato afflusso turistico e commerciale, stimolando attività economiche che altrimenti resterebbero penalizzate dalla chiusura stagionale;
– una stretta collaborazione con MeteoSvizzera e con il Centro neve e valanghe WSL di Davos per garantire il massimo livello di sicurezza per gli utenti della strada.

«Siamo consapevoli – prosegue la lettera – che un progetto di questa portata comporta costi rilevanti, ma riteniamo che le conseguenze di una totale dipendenza dalle sole infrastrutture esistenti possano essere ben più onerose. La crisi dei trasporti nord-sud del 2023, con la chiusura del tunnel autostradale del San Gottardo e dell'asse ferroviario di AlpTransit, ha dimostrato quanto possa risultare fragile l'attuale sistema di collegamenti e quanto possa essere critica l’assenza di alternative. Inoltre, da un punto di vista ambientale, le colonne ai portali autostradali nord e sud del San Gottardo generano un impatto ambientale significativo. Migliaia di veicoli in attesa, a motore acceso, producono alte emissioni inquinanti concentrate in zone sensibili dal punto di vista ambientale e climatico».

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