Confine

In attesa della funicolare, a Lanzo sta ripartendo il Belvedere

Mesi decisivi per trovare un privato interessato a gestire l’impianto una volta rinnovato - L’assessore lombardo Fermi: «Il momento storico è favorevole» - Intanto un giovane imprenditore fa rivivere strutture chiuse da anni
©TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA
Federico Storni
07.08.2023 06:00

A pochi giorni dall’annuncio che è stato finalmente trovato un gestore per la funivia di Monteviasco, sull’altro lato del confine con l’Italia c’è un’altra funivia che attende di sapere se potrà ripartire: quella turistica che collega Santa Margherita (frazione di Valsolda) con Lanzo d’Intelvi, ferma dal 1977. In questo senso, come si è appreso sabato in occasione del secondo Open Day organizzato dal Comitato che da un trentennio si batte per la sua riapertura, sono mesi decisivi per capire se ciò avverrà o meno: «Il progetto è ambizioso ma ha le gambe per andare avanti - ha detto l’assessore lombardo (grossomodo un nostro consigliere diStato) Alessandro Fermi, che è una sorta di sponsor politico del progetto - e il momento storico è favorevole, visto che il turismo nel Comasco è esploso. Ma serve un privato che gestisca la rinnovata infrastruttura. Siamo a un punto fondamentale». Di concreto però sabato - alla presenza di diversi politici regionali - non è invero stato annunciato nulla: gli attori interessanti devono ancora sedersi a un tavolo. Regione Lombardia (proprietaria dell’infrastruttura da un decennio), ci ha detto Fermi, si aspetta che sia il privato a «stimolare» la discussione. L’assessore ieri ha ribadito che se verrà trovato un gestore «come Regione qualcosa ci metteremo», e sostegno finanziario potrebbe giungere anche dal Comune di Alta Valle Intelvi e dal Ministero delle finanze (il ministero Giancarlo Giorgetti aveva visitato la zona lo scorso settembre).

Servono 42.000 passeggeri

La funicolare di Lanzo - «un gioiello del liberty italiana», è stata definita sabato di fronte ad alcune centinaia di persone accorse per l’occasione - è stata in funzione dal 1907 al 1977 e ha sin da subito avuto interessi luganesi, tanto che a garantirne l’esercizio fu a un certo punto la Società Navigazione del Lago di Lugano (SNL), che figura inoltre tra gli azionisti originari. SNL che peraltro, qualora l’impianto ripartisse, ha già affermato che rimetterà in funzione l’attracco a Santa Margherita (che si trova poco distante dalle Cantine di Gandria).

Il Comitato funicolare negli anni scorsi ha commissionato uno studio di fattibilità che dimostra la possibilità di far ripartire l’impianto con uno sforzo economico quantificato attorno ai 9 milioni di franchi. È anche stato stimato che la gestione sarebbe sostenibile con circa 42.000 passeggeri all’anno e un biglietto a 12 euro. Benché in passato, in particolare prima dell’allargamento della strada che percorre la val Mara, la funicolare venisse usata anche da lavoratori frontalieri, un suo recupero andrebbe letto in chiave turistica.

«È qualcosa che vorrei fare»

Jay Singh. 
Jay Singh. 

Quale privato potenzialmente interessato a rilevare la funicolare negli scorsi mesi è stato indicato l’imprenditore di origini indiane Jay Singh. Non è un caso, in quanto il giovane in tempi recenti ha rilevato le attività che si affacciano sul Belvedere di Lanzo (dove si trova anche l’arrivo della funicolare): l’ex hotel Funicolare, il bar Buffa e il discopub Buena Vista. È peraltro la prima volta che queste strutture si ritrovano sotto la stessa proprietà. Da noi raggiunto, Singh per ora non si sbilancia, limitandosi ad affermare che il recupero della funicolare «è qualcosa che vorrei fare per tutta la valle Intelvi, perché per me la cosa fondamentale è lasciare qualcosa a questo territorio».

Il futuro dell’albergo

Quanto al rilancio del Belvedere, i risultati si inizieranno a vedere dalla stagione prossima, al netto che il bar dell’albergo è già stato riaperto. Nei prossimi mesi Singh deciderà in particolare che taglio dare all’hotel Funicolare (che prima della chiusura era un quattro stelle) e alle sue 57 stanze. Non è escluso che una decina di queste vengano nel frattempo messe sul mercato come B&B. Ancora da definire anche il futuro dell’edificio piatto che ha ospitato per sessant’anni il ristorante Buffa: se sembra esserci l’intenzione di mantenerne la destinazione, non è escluso che possa essere demolito e ricostruito. In ogni caso necessita di un risanamento.

Singh afferma di essere arrivato per caso a Lanzo, dove ora risiede: «Ho una formazione da pianificatore urbano e ho deciso di investire qui perché ci vedo tante piccole che me lo rendono interessante, non da ultima la vicinanza con la Svizzera».