In attesa della nuova sede si amplia quella attuale
I tempi non sono ancora maturi per la realizzazione della nuova sede della Croce Verde di Lugano a Pregassona, dietro l’attuale «base» al numero 46 di via alla Bozzoreda. Il progetto è incagliato in una serie di trattative e per l’allargamento a nord bisognerà attendere ancora diversi anni. A non poter aspettare, però, sono le esigenze di chi assicura il soccorso in tutti gli angoli del distretto, motivo per cui domani verrà pubblicata una domanda di costruzione per ampliare gli spazi dell’edificio attuale dell’ente di primo intervento al fine di garantire un’operatività efficace sia al personale che all’attività stessa.
Le esigenze dell’ente
Partiamo dal contenuto della richiesta avanzata dall’ente. L’ampliamento, approvato dalle assemblee dei soci e dei delegati comunali lo scorso giugno, prevede di ricavare dall’attuale officina posti supplementari dedicati ai veicoli di emergenza «finora rimasti decentralizzati a centinaia di metri dalla sede», sottolinea la Croce Verde. Inoltre, è previsto l’innalzamento di un piano del blocco officina, mantenendo sempre l’attuale altezza dell’edificio. La creazione di nuovi spazi permetterà alla Croce Verde di riorganizzare le destinazioni interne dello stabile e ricavare nuovi spazi dedicati agli uffici, agli spogliatoi e alla formazione, così come per il riposo notturno del personale e dei volontari impegnati ventiquattro ore su ventiquattro. Il piano dei lavori dovrebbe permettere di usufruire dei nuovi spazi entro dicembre 2023.
Detto degli elementi principali che costituiscono la domanda di costruzione, passiamo alle motivazioni. Nel comunicare l’intenzione di presentare la richiesta di ampliamento alla Città, l’ente precisa che i lavori sono da considerarsi come una misura per far fronte alle esigenze impellenti dell’attività della Croce Verde di Lugano in attesa della realizzazione del progetto della nuova sede. Ma di quali «esigenze impellenti» si tratta? Il direttore dell’ente Filippo Tami ci spiega che «la sede ha più di trent’anni (è stata progettata dall’architetto Bruno Huber e risale al 1987, ndr), gli interventi si sono triplicati, è aumentato il personale e per l’emergenza sanitaria abbiamo dovuto interrompere la collaborazione con i volontari nelle ore notturne e togliere di conseguenza le camere a loro dedicate. Inoltre, abbiamo dei mezzi d’appoggio parcheggiati in un magazzino a Pregassona alta, quindi non a portata di mano, e i problemi di spazio sono aumentati. Spazi che dobbiamo assolutamente recuperare. Tutto questo per un investimento complessivo che si aggira attorno ai due milioni di franchi».
Uno stallo ventennale
Il piano dei lavori di ampliamento della sede attuale si inserisce nella lunga attesa (del tema se ne parla dal 2002, ndr) per la concretizzazione del progetto della nuova casa della Croce Verde. Un progetto che prevede, in estrema sintesi, l’allargamento della struttura ai terreni dove sorgono i campi da tennis e per il quale c’è già una variante di Piano regolatore approvata dal Consiglio comunale e dal Consiglio di Stato. Che fare, però, con i campi da tennis? Trattative tra la Città, la Croce Verde e il Tennis Club erano state avviate proprio per trovare una soluzione e, in caso, spostare i campi da gioco in un altro luogo. Con l’ampliamento della struttura per ottenere più spazio, però, la Croce Verde «ha messo una pezza» a una situazione definita «urgente». «Non avevamo un termine temporale, così abbiamo deciso di procedere con gli interventi più urgenti e poi dedicarci alle trattative – spiega Tami –. In ogni caso, prima di cinque o addirittura sei anni i lavori per la nuova sede non partiranno. Il progetto di costruzione del futuro edificio ha vent’anni, e per un motivo o per l’altro si è sempre arrivati a un passo dalla realizzazione. Le trattative stanno andando avanti, ma quando si parla di questi argomenti le tempistiche sono ormai note. In aggiunta, non sono così semplici e veloci perché ci sono più attori seduti al tavolo. Se dipendesse da due interlocutori soltanto, le dinamiche e le tempistiche sarebbero diverse. All’orizzonte ci sono alcune alternative e opportunità, questo è vero, ma sono discussioni che dovranno essere fatte tra il Municipio di Lugano e il Tennis Club 1903».