In cerca di funghi: siamo solo ad agosto ma gli appassionati hanno già fretta

Polenta e funghi. È estate, agosto pieno, abbiamo a che fare con la seconda ondata di canicola, ci si lamenta e si suda, eppure al grotto già si chiede quel piatto - polenta e funghi - oppure risotto ai funghi, tagliatelle ai porcini. C’è chi si stupisce: ma come, la polenta a Ferragosto? Be’, certo. Alcuni ristoratori promettono anche insalate di funghi freschi, se non oggi, per domani («che mi arrivano domani»: sempre domani). Insomma, per farla breve, si parla di funghi. Si mangiano i funghi. La stagione è iniziata, non quella vera e propria. «Consideriamolo una sorta di stuzzichino, un aperitivo toh», butta lì Francesco Panzini, presidente della Vapko - l’associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi -, sezione della Svizzera italiana.
Il vento stia lontano
Se si parla addirittura di stagione iniziata - o quasi -, è perché le condizioni meteo sono quelle ideali per ingolosire i cercatori di funghi, anche in vista delle settimane a venire. Panzini sottolinea: «Sì, sono le migliori condizioni possibili per una stagione davvero fruttuosa e proficua. Questo tempo, quello che caratterizza queste giornate e queste serate, insomma è davvero il massimo: caldo pazzesco, umido, condito da acquazzoni. Meglio è quando gli acquazzoni sono regolari, più regolari: a quel punto i funghi esplodono. E poi è necessario che il vento soffi altrove, perché quello è il peggior nemico dei funghi, in quanto ne blocca la crescita, rinsecchendo il carpoforo. I funghi a quel punto, piuttosto che esplodere, implodono. Questa canicola comunque, abbinata ai temporali - e ne stanno arrivando parecchi, specie in Vallemaggia e in Valle Verzasca, ma anche in Leventina e Valle di Blenio -, rappresenta davvero la migliore base per una buona stagione di raccolta. Calcoliamo che siamo solo a metà agosto. Ma tutti già hanno fretta, anche perché la stagione dura due mesi, due mesi e mezzo appena».
Partono dall’alto
Al momento si trovano in particolare porcini e chanterelle. «Sono i primi ad arrivare. Non ce ne sono ancora tantissimi, ma già in effetti se ne trovano». Dove? Vietato chiedere un punto preciso, si va a stime. «Attualmente tra i 1.600 e i 2.000 metri. I funghi partono dall’alto, poi si abbassano, cicli regolari, normali. In basso qualche porcino già si trova, ma salendo, camminando, ne possiamo raccogliere di più, guadagnandoceli anche, insomma». Detto di Leventina e Valle di Blenio, buone raccolte sono segnalate anche in Moesa, verso il San Bernardino. «Ricordiamoci però di fare molta attenzione, quando andiamo a raccogliere funghi nei Grigioni. Passati i primi dieci giorni del mese, ora si possono cercare, ma il limite massimo è fissato a quota due chili». Non come in Ticino, dove la quota massima è di tre chili.
Il record degli avvelenamenti
Vista la riscoperta del nostro territorio - potere del coronavirus -, e in particolare della nostra natura, facendo 2+2, è prevedibile che possano aumentare anche i «fungiatt» della domenica. «In effetti si riscontra già un maggiore interesse. D’altronde è comprensibile, c’è bisogno di evasioni. Se noi saremo sollecitati, be’, volentieri. L’importante è evitare i danni». Lo scorso anno in effetti aveva fatto segnare il record di casi di avvelenamento legati ai funghi: ben 733. «È proprio così. Un record che si spiega proprio con la crescente voglia di funghi, alimentata dal passaparola sulla bontà dei funghi selvatici - davvero migliori, va ammesso - Tanta gente però non li conosce, e magari porta a casa funghi bellissimi ma immangiabili. Alcuni poi sono tosti e non perdonano. Possibile che anche quest’anno si possa insomma registrare un nuovo record. Eppure noi rimaniamo a disposizione. I nostri controlli poi sono gratuiti».
La differenza con i Grigioni
Controlli garantiti sui funghi raccolti, Panzini auspica maggiori controlli sulle quantità da parte delle autorità. «Si è tanto parlato di permessini, ma a fare la differenza sarebbero i controlli. Che poi le strade che portano dai monti verso il basso sono poche, non sarebbe complicato quindi impostare dei blocchi. Sinceramente in Ticino non sono mai incappato in un blocco di questo tipo, mentre invece nei Grigioni e in Italia sono la regola. Le autorità lo scorso anno dicevano di aver incrementato tali controlli: non mi risulta lo abbiano fatto». E se aumentano i «fungiatt» - al di là dei casi di ingordigia -, diminuiscono le possibili raccolte di ciascuno. «In realtà la cosa strana dei porcini è che uno pensa che, tanto ricercati, dovrebbero sparire anche in fretta dalla circolazione, eppure ce ne sono sempre, e ancora. Si spostano, più in alto, più in basso, di regione in regione». Fin sopra la nostra polenta di metà agosto.