In discoteca già a 16 anni? «Noi manterremmo comunque il limite a 18»

Oggi, come noto, il Consiglio di Stato ha approvato l’avvio della consultazione in merito al progetto di Messaggio concernente la revisione della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (LEAR) e relativo regolamento. Una revisione necessaria, per dirla con il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, «per rispondere alle mutate necessità e ai bisogni ma anche ai mutati costumi, ai modi di vivere la vita negli esercizi pubblici del nostro Cantone degli ultimi 12 anni».
Fra le proposte sul tavolo del gruppo di lavoro c’è, altresì, quella di abbassare a 16 anni l’età per accedere ai locali notturni. Si tratterebbe di una facoltà, non di un obbligo. Riservato esclusivamente alle discoteche. Che cosa significa, questo, per i locali della movida? Come garantire, poi, che i minorenni non consumino alcol? Abbiamo girato queste domande a Sandro «Katta» Cattaneo, direttore artistico e responsabile marketing del Seven Group, che gestisce una rinomata discoteca a Lugano: «Così, a freddo, anzi a caldo, direi che, nel nostro caso, se la revisione dovesse entrare in vigore oggi il Seven resterebbe sui 18 anni».
Il perché è presto detto, aggiunge «Katta»: «Per mantenere uno standing un pochino più alto all’interno e per evitare appunto il discorso sulla gestione degli alcolici. Un controllo, in questo senso, sarebbe di fatto impossibile. Puoi anche prevedere, che ne so, dei braccialetti per far capire ai baristi se un cliente è maggiorenne o meno. Ma se io, diciottenne, entro in discoteca con due amici diciassettenni e prendo le birre per tutti, a quel punto la situazione diventa davvero ingestibile. E poi, onestamente, per dei sedicenni o diciassettenni in discoteca mi sembra troppo presto. Si può tranquillamente aspettare la maggiore età».
Il discorso cambierebbe se il Seven organizzasse concerti: «Però non è il nostro caso al momento. In ogni caso, non ci abbiamo riflettuto molto per adesso».