In migliaia alla camera ardente per salutare Marco Borradori

C’era coda ieri in Piazza della Riforma. E oggi, con la riapertura degli uffici, potrebbe essercene anche di più. Persone che - tristi in volto e in silenzio - si sono presi qualche minuto per rendere omaggio a Marco Borradori e far visita alla camera ardente, allestita all’interno del Patio di Palazzo Civico. Il feretro è stato posto al centro della corte interna e, tutto attorno, una miriade di fiori, lettere, sciarpe, fotografie e altri omaggi lasciati dagli abitanti di Lugano e di tutto il Ticino riempivano ogni angolo. Abitanti di Lugano e del cantone, sì, ma anche tante associazioni e gruppi che hanno voluto ricordare il sindaco - deceduto mercoledì a seguito di un arresto cardiaco - per il suo lavoro svolto in questi anni. Al Patio viene anche data la possibilità di lasciare un pensiero o un ricordo sui Libri di commiato. Ed è da quelli che, probabilmente, lunedì sera si saprà quante migliaia di persone hanno deciso di rendere omaggio a Borradori presentandosi di persona. La stessa cosa si può fare, lo ricordiamo, anche sul sito della Città. Testimonianze che si sommano alle decine di migliaia di commenti affidati ai social network.
Un’aria triste in città
Lugano ieri era strana. C’erano come detto tante persone tristi. Ma anche tanti turisti allegri e rumorosi, intenti a godersi la città e le loro vacanze. A Borradori questo sarebbe piaciuto. «Wer ist gestorben?» ci chiede un visitatore tedesco appena arrivato in centro vedendo la parete di Palazzo Civico piena di fiori e, appunto, le persone in fila per entrare. Chi è morto? Il sindaco. «Der Bürgermeister», rispondiamo. Il turista guarda la fila di persone e si limita a dire «Oh». Poi scompare, ma si vede che anche lui è colpito dalla notizia.
La solennità del momento
All’interno del Patio un’atmosfera triste e solenne allo stesso tempo. Il feretro è stato posto come detto proprio al centro della corte, sorvegliato e protetto dalle statue realizzate nel corso dei secoli da Vincenzo Vela, Francesco Somaini e José Belloni. E a montare simbolicamente la guardia anche un agente della PolCom e un milite dei Volontari luganesi. Entrambi in alta uniforme.
Ancora oggi, tutto il giorno
La camera ardente sarà aperta anche oggi, dalle 8 alle 22, e dunque sarà possibile ancora rendere l’ultimo saluto al sindaco. La grande cerimonia funebre - vedasi articolo a lato - è inveceprevista domani alle 10 allo stadio di Cornaredo. Sono attese più di 7.000 persone. La giornata di lutto si concluderà alle 18.10 (a quell’ora, mercoledì, è spirato il sindaco), quando la popolazione è invitata a osservare un minuto di raccoglimento, al rintocco delle campane di tutte le chiese di Lugano.
I colleghi
Ieri mattina, poco prima delle 8 e dunque prima che la camera ardente venisse aperta al pubblico, il Municipio di Lugano si è riunito per un breve istante di raccoglimento davanti al feretro, sulle note della violinista Maristella Patuzzi.
L’accaduto
«Ancora non ci credo». «Come è stato possibile?». «È davvero difficile farsi una ragione di una tragedia accaduta così all’improvviso». A Lugano in questi giorni sono frasi che si sentono un po’ ovunque. La morte di Marco Borradori - a 62 anni - ha veramente creato uno choc. «È una figura - ci racconta una passante poco più che trentenne - che è stata parte integrante del Ticino fin da quanto ho ricordi». Ed è vero se si pensa che la sua prima elezioni (al Consiglio nazionale) risale proprio a 30 anni fa: era il 1991. «Lo si vedeva sempre in giro. Lo si salutava e lui rispondeva con un sorriso. È davvero strano pensare che non ci sarà più». Borradori, lo ricordiamo, è stato colpito martedì da un attacco cardiaco mentre stava facendo jogging, attorno a mezzogiorno, alla Tenuta Bally di Vezia. Un hobby, la corsa, che praticava da anni. Si stava allenando per la StraLugano e, soprattutto, per realizzare il sogno di partecipare, in novembre, alla maratona di New York. «Senza però l’ossessione - ci aveva spiegato nell’edizione di venerdì il suo preparatore atletico - di arrivare al traguardo. Voleva partecipare, sì, ma per lui era soprattutto l’occasione per stare in compagnia e conoscere un po’ meglio quella città». Borradori è stato trovato da alcuni passanti, che hanno chiamato i soccorsi e hanno iniziato le operazioni di rianimazione. Trasferito al Cardiocentro, le sue condizioni erano sembrate fin da subito disperate. Il suo cuore non ha mai ripreso a battere autonomamente e le sue funzioni vitali dipendevano da una macchina. Il giorno seguente, mercoledì, alle 18.10 l’ultimo filo di speranza è svanito ed è stato dichiarato il suo decesso. Marco Borradori è il sesto sindaco di Lugano a morire in carica. Prima di lui Carlo Frasca (nel 1876), Carlo Battaglini (1888), Girolamo Vegezzi (1899), Emilio Rava (1919) e Paride Pelli (1968).
Il lutto cittadino
Quella di domani sarà ufficialmente una giornata di lutto cittadino. I servizi dell’Amministrazione comunale resteranno chiusi, a eccezione di attività e servizi di base e dei servizi extrascolastici già previsti.