In Ticino la filantropia strategica guadagna terreno tra Stato e mercato

Dove non arrivano il mercato e lo Stato, in una società comunque benestante come quella svizzera, si creano spazi importanti per le fondazioni filantropiche che possono portare risorse, innovazione e sostegno in moltissimi campi dell’attività umana non sempre al centro dell’attenzione dell’azione pubblica e delle imprese solitamente votate al profitto. Negli ultimi anni si sta però affermando un’altra concezione della filantropia definita strategica. In pratica, è un tipo di filantropia che non si limita a donare soldi, ma punta a creare un impatto duraturo e misurabile. «È più simile a un investimento sociale che a un semplice atto di beneficenza», ci spiega Giorgio Panzera, direttore della Fondazione Mantello Filantropia. Si tratta della prima fondazione mantello costituita in Ticino con l’obiettivo di rendere questo genere di attività accessibile a tutti i livelli della società, indipendentemente dall’entità dei capitali a essa dedicati. «La filantropia tradizionale», continua Panzera, «tende a rispondere ai bisogni immediati (come gli aiuti ai senzatetto), mentre quella strategica si chiede: “Come possono affrontare le cause profonde del problema per risolverlo nel lungo periodo?”».
«La crescente consapevolezza della necessità di assumere una responsabilità sociale ha trasformato la filantropia strategica in una tendenza globale, cambiandone il modo in cui essa genera un impatto», continua ancora Panzera.
Le attività filantropiche hanno però bisogno di risorse finanziarie – leggasi patrimoni da investire per finanziare le attività della struttura – per raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Da questo punto di vista in Svizzera, stando agli ultimi dati disponibili elaborati dal CEPS (Center for Philanthropy Studies) dell’Università di Basilea, i patrimoni a disposizione della filantropia sono passati da 70 miliardi di franchi del 2012 a 140 miliardi nel 2022. «Si tratta di una tendenza al rialzo che riflette quella di altri Paesi europei. Se si guarda al numero di fondazioni filantropiche ogni diecimila abitanti, la Svizzera batte Paesi molto più grandi. Il numero di fondazioni pro capite in Svizzera è sei volte superiore a quello degli Stati Uniti e della Germania. Tra i Cantoni, Basilea Città continua a occupare il primo posto con 43,5 fondazioni ogni 10.000 abitanti, seguita da Zugo (34,4), Glarona (27,4) e Grigioni (26,7). Questa densità di fondazioni superiore alla media riflette l’elevato livello di impegno filantropico in Svizzera».
E per quanto riguarda il Ticino? «Nel nostro Cantone alla fine del 2024 erano censite 847 fondazioni, con un saldo attivo di 17 nuove fondazioni tra nuove iscrizioni (+24) e liquidazioni (-7). È il Cantone dove c’è l’aumento più consistente dopo Zugo (+21)», continua ancora Panzera, che però mette in guardia dagli entusiasmi. «I dati del 2024 sono molto sorprendenti, ma le buone pratiche indicano che una fondazione erogativa ha senso di esistere (in termini di resa del capitale, d’impatto e costi di gestione) a partire da 10 milioni di franchi. È quanto emerge sempre dallo studio CEPS dell’Università di Basilea».
SwissFoundations, l’associazione nazionale delle fondazioni, definisce gli enti con un capitale inferiore ai 10 milioni di franchi come «fondazioni piccole che devono preoccuparsi della loro sopravvivenza».
Il Ticino è quindi un cantone molto generoso in termini di filantropia, visto il numero delle fondazioni, ma poco efficace? «I dati a disposizione messi a disposizione della vigilanza cantonale non sono molto incoraggianti. Il patrimonio totale a fine 2021, quando erano state censite 551 fondazioni erogatrici, superava i due miliardi di franchi. Ma la media per fondazione è di 3,6 milioni. Circa il 60% non superava un milione di patrimonio. Questo è un dato preoccupante perché oltre a non essere economicamente sostenibili in termini di costi di gestione, non riescono più a perseguire i loro scopi a causa dei rendimenti compressi dei loro patrimoni. Questo si traduce in un doppio smacco per il Ticino: difficoltà nell’elargire fondi per attività necessarie alla società e allo stesso tempo c’è una perdita fiscale per lo Stato».
Ci sono però delle soluzioni. Una è data proprio dalla Fondazione Mantello Filantropia (FMF) operativa da quest’anno. «In pratica ora è possibile costituire fondi filantropici e trasferire il patrimonio di altre fondazioni dei piccoli enti presso un veicolo filantropico tenuto dalla FMF mantenendo lo stesso scopo, gli stessi organi e le caratteristiche di erogazione. In questo modo si realizzano economie di scala massimizzando le donazioni e riducendo le spese», risponde Panzera. In Svizzera sono 30 le fondazioni mantello, di cui una in Ticino. C’è una seconda soluzione che è una risposta politica. Ginevra, per esempio, nel 2019 ha lanciato un’iniziativa denominata Philanthropic Vitality per capire e comprendere le potenzialità delle attività filantropiche nell’arco Lemanico (Ginevra e Vaud). «L’iniziativa è stata il risultato di una collaborazione tra il settore privato, il mondo accademico, le autorità di supervisione della Svizzera francese, le autorità cantonali di Ginevra e il settore filantropico. Il Geneva Centre for Philanthropy (GCP) dell’Università di Ginevra ha svolto un ruolo chiave in questo studio pionieristico, contribuendo a valutare lo stato del settore filantropico e a identificare opportunità e raccomandazioni strategiche per rafforzarne ulteriormente il ruolo nella regione. Anche il Cantone di Zurigo ha recentemente avviato azioni simili per rafforzare questo settore», spiega Panzera che ricorda che in Ticino manca una sensibilità in questo ambito pure essendo la sesta piazza in questo ambito sia per numero assoluto, sia per densità di fondazioni.
Iniziative politiche in questi anni non sono mancate. Le deputate del PLR in Gran Consiglio Simona Genini e Diana Tenconi, per esempio, hanno presentato un’iniziativa parlamentare generica il 15 aprile di un anno fa e tesa a modificare la Legge tributaria nella parte che penalizza le fondazioni (art. 154) che hanno sede in Ticino, già al beneficio dell’esenzione fiscale, quando queste erogano fondi all’estero. Oggi, in questo caso, l’imposta di donazione è ancora dovuta.