In Ticino un altro Natale senza neve in pianura
Il Natale, nell'immaginario collettivo così come nelle favole, è legato alla neve. Molto più (suo malgrado) Cameron Diaz che non Kate Winslet per rifarci allo scambio di case di L'amore non va in vacanza. In Svizzera, però, a basse quote è raro che sia presente la neve il 25 dicembre. E se state per chiedervelo, sappiate che anche in passato era così.
Sebbene la probabilità di vivere un bianco Natale dipenda fortemente dall'altitudine e dalla posizione geografica, durante il periodo di misurazione (che parte dal 1931) sull'Altopiano centrale e orientale non era presente neve il 25 dicembre nel 60% degli anni. Addirittura, nel caso della Svizzera occidentale e nord-occidentale, il 75% degli anni è stato caratterizzato da un «verde» Natale. In Ticino il 25 dicembre la neve in pianura non sarà presente neppure quest'anno.
A Lugano, non si vedono fiocchi tra il 24 e il 26 dicembre dal 2012, come mostra l'infografica pubblicata da MeteoSvizzera sui social. «Quella invernale a sud delle Alpi è la più secca tra le stagioni dell'anno», spiega il meteorologo Luca Nisi. «Il fatto che in inverno ci siano meno precipitazioni fa parte del nostro clima, ora come nel passato. Anzi, gli scenari mostrano che in futuro le precipitazioni potrebbero aumentare a livello di quantitativo totale». Come detto, il Natale a sud delle Alpi è tipicamente verde in pianura. I cambiamenti climatici non hanno fatto che aumentare le temperature in tutte le stagioni, compresa quella invernale. «Questo fa sì che anche se arrivano precipitazioni nei giorni precedenti al 25 dicembre, è alta la probabilità che siano sotto forma di pioggia anche alle quote più alte».
Insomma, il Natale era «verde» in passato e lo sarà sempre più in futuro. Anche se potrà ovviamente ancora capitare un 25 dicembre «bianco», pure con neve abbondante a basse quote. A Davos, a 1600 metri di quota, il Natale è invece praticamente sempre «bianco». L’unica eccezione dall’inizio delle misurazioni nel 1931 si è verificata nel 2016, quando il mese di dicembre fu molto avaro di precipitazioni. Al mattino del 24 dicembre 2016 non era presente neanche un po’ di neve alla stazione di misura. Il giorno seguente si misurarono appena 3 centimetri di neve e a Santo Stefano ancora 1 centimetro.
Eppure, lo scorso 21 novembre in Ticino c'è stata una nevicata fra le più precoci. Ventisette centimetri a Sonogno (910 metri di quota), 58 a Bosco Gurin (1600 m) e ad Altanca (più di 1400 m), 48 centimetri ad Airolo (1139 m), 7 a Lugano-Viganello, 8 a Morbio Superiore, 6 centimetri a Brissago, 5 a Bellinzona. In totale 11 stazioni di misura avevano misurato nuovi record di novembre per quanto riguarda la quantità di neve fresca giornaliera, sia nella Svizzera tedesca sia nella Svizzera Romanda, così come in Ticino. «Quella nevicata ha mostrato la variabilità della regione alpina. La neve, però, è sparita in breve tempo in un contesto di importanti cambiamenti climatici», chiarisce Nisi. «Con il clima di un tempo, mezzo metro di neve caduto a 1600 metri di quota permetteva di avere un fondo abbastanza definitivo per tutta la stagione invernale. Oggi una simile situazione è impossibile. È vero che era anche molto polverosa e quindi difficile da compattare e da gestire sulle piste da sci. Ma è sotto gli occhi di tutti quanto velocemente sia sparita l'importante nevicata di fine novembre».
Ancora vento
A Sud delle Alpi, nella giornata di venerdì, era attiva un'allerta di grado 2 («pericolo moderato») per venti tempestosi. A Cadenazzo è stata misurata una raffica di 98,6 km/h. Alla stazione cantonale di Camignolo sono stati toccati i 105 km/h. Altrove, le raffiche si sono situate tra i 60 e gli 80 km/h. «Una situazione usuale per il periodo», conclude il meteorologo Luca Nisi. «E parlando di vento da nord, non è finita. Il 23 e il 24 dicembre saranno ancora ventosi a sud delle Alpi. Un po' come già avvenuto lo scorso anno».