«In vendita anche una porta con l’autografo di Chuck Norris»

Tutti i negozi che non vendono beni di prima necessità, dal lunedì 18 gennaio, hanno abbassato le serrande. Dopo la chiusura di bar e ristoranti, l’ennesimo giro di vite del Consiglio federale ha trasformato le nostre città in deserti urbani. Sulle vetrine di molti esercizi pubblici sono spuntati come funghi volantini in cui si spiega alla clientela che, sì, la saracinesca rimarrà abbassata, ma si potranno comunque effettuare acquisti online (consiglio: provate in ogni caso a chiamare il negozio di fiducia o quello sotto casa). Si corre ai ripari con l’e-commerce dunque, una soluzione che ha permesso ai colossi del web di fare affari d’oro durante la pandemia, ma ha penalizzato i piccoli negozi, molti dei quali non sarebbero ancora così pronti a lanciarsi nel mercato online. Secondo Carlo Terreni, presidente di NetComm Suisse, «gli svizzeri sono degli ottimi compratori, ma dei pessimi venditori». E questo varrebbe per i piccoli negozi, ma anche per le grandi aziende. Secondo Terreni, in particolare, per «le piccole imprese o i negozianti, la penetrazione dell’e-commerce è bassissima: intorno al 3-4%». Ma esistono realtà molto affermate sul web, in cui si trovano principalmente articoli usati (ma anche nuovi): sono i marketplace virtuali, come Ebay, Ricardo o tutti.ch. Come sarà andato il 2020 di questi siti di compravendita online? Ne abbiamo parlato con Patrizia Negri, digital content manager di tutti.ch.
Com’è andato il 2020 di tutti.ch?
«Nella primavera del 2020 abbiamo osservato una crescita dei dati di utilizzo per l’intero periodo del lockdown: in primavera abbiamo registrato per quattro giorni consecutivi il record assoluto nella storia del nostro marketplace online. Anche in estate abbiamo registrato cifre record, perché rispetto, all’anno precedente, un numero nettamente maggiore di persone ha trascorso le vacanze a casa o comunque in Svizzera. Nel corso della seconda ondata di coronavirus continuiamo ad osservare cifre di utilizzo elevate, sebbene non con la stessa intensità della primavera. Probabilmente nel frattempo le persone si sono abituate alla nuova situazione o hanno già comprato il necessario: penso, ad esempio, agli articoli utili per lavorare da casa».
Oltre all’utilizzo del sito è aumentata anche l’offerta di prodotti?
«Sì, è emerso un trend positivo pure per l’offerta di prodotti: le persone hanno trascorso molto tempo a casa, quindi hanno avuto modo di fare ordine e mettere in vendita i propri oggetti».
È stato tutto oro o si sono presentati problemi nel gestire questo aumento di utenti ed annunci?
«La vendita e la consegna, o l’invio dei prodotti, hanno luogo al di fuori della nostra piattaforma, per cui non ricadono su di noi oneri di logistica. Inoltre, avendo molta esperienza ormai, siamo in grado di garantire un ottimo funzionamento della piattaforma anche in periodi di boom, come quello che abbiamo vissuto in primavera durante il lockdown».
A proposito di invio dei prodotti: come funziona il ritiro della merce acquistata? Le misure anti-coronavirus hanno avuto un impatto sulle modalità?
«Gli acquirenti e i venditori concordano tra loro le modalità di consegna, pertanto non disponiamo di dati a riguardo e non sappiamo dire se e in che modo il coronavirus abbia influito su questi aspetti. Naturalmente abbiamo molto a cuore la sicurezza e la salute dei nostri utenti. Noi raccomandiamo di ridurre al minimo le occasioni di contatto diretto con altre persone e di ricorrere il più possibile alla spedizione degli articoli. Nel nostro helpcenter forniamo consigli per la consegna sicura ai tempi del coronavirus».
Prevedete un’ulteriore crescita con la recente chiusura dei negozi?
«È difficile fare previsioni in questo momento. Crediamo che un marketplace online rappresenti per molti un’eccellente opzione per acquistare gli articoli di cui hanno bisogno rimanendo a casa».
Non tutti i negozi sono attrezzati per l’e-commerce: sono aumentati gli esercenti che usufruiscono di tutti.ch per vendere la propria merce?
«La nostra piattaforma propone ai negozi che non dispongono di un sito o di uno shop online una soluzione per offrire i propri prodotti sul web. Va sottolineato però che durante la pandemia hanno utilizzato la piattaforma soprattutto venditori privati, oltre due terzi degli annunci provengono da loro. L’elevata domanda ha naturalmente attratto anche venditori professionali, generando un fenomeno che teniamo sotto stretta osservazione, dal momento che il nostro focus è rappresentato dagli annunci di privati».
Quali sono stati i prodotti più richiesti durante la pandemia e quali invece sono entrati «in crisi»?
«I prodotti che hanno riscosso un interesse maggiore rispetto al solito sono quelli per il fitness, come cross-trainer, tapis roulant o panche per il sollevamento, ma anche giocattoli e articoli per il bricolage, computer, console (le ricerche di PS4 sono quasi triplicate rispetto al 2019) e videogiochi, film, libri, prodotti per il giardinaggio e il fai-da-te. La ricerca di sedie da ufficio e scrivanie è più che triplicata. La gente chiaramente cercava articoli per passare il tempo o per lavorare da casa, specialmente durante il lockdown. Per quanto riguarda il calo della domanda, sicuramente citerei le sezione di biglietti e buoni, offerte di lavoro, immobili o auto. Da metà aprile le cifre di gran parte di queste categorie si sono ristabilizzate».
Gli utenti hanno cercato anche generi alimentari o bevande?
«La sezione dei prodotti enogastronomici rappresenta una delle categorie più contenute del nostro marketplace. Nel 2020, il numero di ricerche in quest’ambito non ha registrato differenze marcate rispetto all’anno precedente».
Quanto sono stati attivi i ticinesi? Quali sono i prodotti più ricercati in Ticino?
«Il Ticino è stato il cantone più attivo negli ultimi 10 anni, con quasi 6 richieste di contatto l’anno per ogni abitante. Vengono offerti soprattutto mobili, come divani, letti, armadi o sedie. Ma nel 2020 anche i veicoli sono stati tra i prodotti più cercati: dalle biciclette alle auto, come BMW, Mercedes o Audi, sino alla Vespa. In Ticino ci sono stati poi annunci davvero particolari (e costosi), come una porta con l’autografo originale di Chuck Norris, un hotel 5 stelle a Lugano e addirittura una clinica privata».