Il caso

Incendio sul Monte Gambarogno: primi passi per i risarcimenti

Il Comune si sta attivando per ottenere l’indennizzo dei danni arrecati al patrimonio boschivo e alle diverse infrastrutture per un totale di 3,5 milioni di franchi - Da coprire vi sono anche le spese delle operazioni di spegnimento
L’incendio scoppiato a fine gennaio 2022 aveva tenuto impegnate decine e decine di pompieri per venti giorni. ©Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
22.07.2023 06:00

È alle battute finali il procedimento penale per l’incendio che tra gennaio e febbraio del 2022 mandò in fumo 196 ettari di vegetazione sul Monte Gambarogno. E all’orizzonte si staglia il capitolo dei risarcimenti. Nei confronti dei due giovani confederati che provocarono il rogo, il Procutarore pubblico Simone Barca, lo rammentiamo, ha emanato dei decreti di accusa per incendio colposo proponendo una pena di sei mesi sospesi ciascuno ed una multa. In previsione della chiusura definitiva della vicenda dal punto di vista penale, ci si sta già muovendo in ambito civile.

Avviate le trattative

Il Comune di Gambarogno, come appreso dal CdT, si sta infatti attivando per il tramite del Municipio al fine di ottenere la compensazione dei danni arrecati dalle fiamme sia alle infrastrutture presenti in loco, sia al patrimonio boschivo. Secondo la perizia consegnata negli scorsi mesi all’Esecutivo la fattura ammonta a 3,5 milioni di franchi. Una cifra che riguarda unicamente le opere di rimboschimento, per i quali gli interventi sono previsti sull’arco di dieci anni, nonché quelle di ripristino delle diverse infrastrutture che erano state danneggiate dal furioso incendio: dalle linee della corrente a quelle delle telecomunicazioni, senza dimenticare le condotte ed altri impianti per la distribuzione dell’acqua potabile. Coinvolti sono dunque non solo il Comune, ma anche il Cantone, la Confederazione, i Patriziati come pure Swisscom, Swissgrid. In questa fase il Comune, come detto, si sta adoperando per capire se e quali coperture assicurative abbiano i due confederati che provocarono l’incendio. Attraverso i loro legali cercherà quindi di capire quali possibilità concrete vi siano per ottenere il risarcimento dei danni.
Oltre ai costi per il ripristino della superficie boschiva andata in fumo e per le riparazioni delle infrastrutture compromesse dalle fiamme, i due confederati sono chiamati alla cassa anche per quelli delle opere di spegnimento durate venti giorni, con l’impiego di decine e decine di pompieri, elicotteri ed anche di due Canadair giunti dall’Italia. In totale le diversi entità coinvolte hanno notificato richieste risarcitorie per un totale di 7,5 milioni. Questa somma comprende anche le opere di ripristino citate in precedenza.

Fiamme partite da un bivacco

Il furioso incendio scoppiò nella notte tra il 29 ed il 30 gennaio 2022. Malgrado il divieto assoluto in vigore in quel periodo, i due giovani, provenienti dal canton Svitto, accesero un fuoco per il bivacco nella zona dell’Alpe di Neggia. Fuoco che credevano di aver spento prima di coricarsi. Così si infilarono nei loro sacchi a pelo e si addormentarono. Nel cuore della notte vennero però svegliati dalle fiamme. Tentarono invano di spegnerle. E cercarono, sempre invano, di chiamare i pompieri. Poi, accortisi che questi ultimi erano giunti sul posto, i due confederati salirono in auto e fecero rientro a casa. Ma gli inquirenti erano già sulle loro tracce, tanto che li individuarono in breve tempo.

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