Salute

Influenza, in Ticino cresce la pressione sugli ospedali

Sono una sessantina le persone ricoverate a causa di complicazioni – Non va meglio nelle pediatrie, dove a partire dallo scorso fine settimana i letti si sono via via riempiti a causa di bronchiti, polmoniti e qualche caso di bronchiolite
©Gabriele Putzu
Martina Salvini
01.02.2025 06:00

Cresce la pressione sugli ospedali. Nell’ultima settimana, come conferma il dottor Mattia Lepori, vice capo dell’Area medica dell’EOC, è aumentato il numero di pazienti ricoverati a causa delle complicazioni legate all’influenza stagionale. «Sono una sessantina - spiega - le persone ricoverate. I reparti sono pieni, ma finora non è stato necessario adottare alcuna misura particolare, né ci sono state ripercussioni sull’attività generale».

In generale, osserva, la situazione è in linea con gli anni passati: «Il dato dei ricoveri è stabile e questo mi induce a pensare che l’ondata influenzale non sia più pesante rispetto a quella dell’inverno scorso. Anche i sintomi sono i medesimi: raffreddore, febbre, dolori muscolari». Secondo Lepori, la situazione dovrebbe via via migliorare nei prossimi giorni. «Il picco dovrebbe essere vicino, e se non è stato raggiunto già questa settimana, verrà sicuramente toccato nella prossima». Non va meglio nelle pediatrie, dove a partire dallo scorso fine settimana i letti si sono via via riempiti. «Non abbiamo dovuto ricorrere a trasferimenti negli altri cantoni, ma non sono mancate situazioni in cui è stato necessario spostare i pazienti da una struttura all’altra del cantone», spiega il dottor Giacomo Simonetti, primario dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana.

Si tratta, prosegue, soprattutto di bambini con infezioni respiratorie: «Bronchiti, polmoniti, ma anche qualche caso di bronchiolite, sebbene la situazione sia migliore rispetto a uno o due inverni fa». Non a caso, prosegue, l’attività elettiva ne ha risentito poco. «Abbiamo dovuto rinviare soltanto due interventi, per il resto tutta l’attività è stata mantenuta». Il merito, dice, è soprattutto della campagna di vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV). «Grazie all’anticorpo monoclonale somministrato ai neonati, nessun bambino si è aggravato al punto da necessitare un trasferimento in Svizzera interna. In generale, abbiamo avuto meno casi di RSV e comunque meno gravi».

Buone notizie, invece, per quanto riguarda il COVID. «Al momento - conferma il dottor Lepori - sono solo 24 i pazienti ricoverati con il coronavirus. Era dalla metà di settembre dello scorso anno che non registravamo numeri così bassi».