Innamorata per sempre dei suoi Bisbini

Dieci anni possono bastare. Pensa d’aver fatto la sua parte. Ora Luigia Carloni ha deciso di lasciare il posto a qualcuno altrettanto motivato. Nel corso dell’assemblea del 29 maggio a Mendrisio, infatti, lascerà la carica di presidente del Consiglio direttivo dell’Associazione cavalli del Bisbino. Nella speranza, ma addirittura nella certezza, che non si interromperà il lavoro di salvaguardia di quel branco di 23 avelignesi – chiamati anche Haflinger – che vive allo stato brado, in completa libertà sulle pendici del Monte Generoso. Ne abbiamo parlato con lei ricordando gli inizi del suo impegno, da quando si trattava di salvarli dal macello alla ricerca di fondi sempre necessari per il loro sostentamento.
È stato un inverno rigido quello del 2008-2009. Era caduta anche tanta neve. Agli inizi di gennaio Luigia Carloni era in un bar di Mendrisio e leggendo il quotidiano comasco La Provincia era stata attratta da un articolo un po’ particolare. Parlava di un branco di cavalli che, spinto dalla mancanza di cibo e da un metro di neve in montagna, era sceso fino all’abitato di Rovenna, frazione del Comune di Cernobbio, in provincia di Como. Un animale era perfino entrato nel cimitero e aveva mangiato dei fiori. Gli articoli su questa «invasione» si sono succeduti anche nei giorni successivi.
Dalle lamentele alla solidarietà
Pochi giorni dopo anche il Corriere del Ticino si è occupato di questi cavalli perché si erano spinti fino a Sagno per cercare nutrimento. E la gente del posto si lamentava, con anche qualche manifestazione di paura. Tanto che qualcuno, autorità comprese, stava pensando di catturarli o addirittura di spedirli al macello. «A questo punto ho deciso: bisognava far qualcosa per salvare quegli animali. Sopprimerli non era una soluzione» ci dice Luigia Carloni, riandando indietro con la memoria. Con un gruppetto di amici e persone sensibili all’argomento, Carloni ha così messo in piedi un movimento «nato spontaneamente, per certi versi un po’ a sorpresa, vista l’attenzione che ha suscitato la vicenda dei Bisbini». Li chiama Bisbini perché così dopo poco tempo sono stati denominati i cavalli avelignesi che vivevano sul monte, «a cavallo» fra Svizzera e Italia.
Cambio di proprietà
Luigia Carloni si è così talmente appassionata alla storia dei Bisbini che, assieme ad altri volontari sensibili, ha cercato di mobilitare l’opinione pubblica: «E ce l’abbiamo fatta». Dapprima si è cercato di capire chi fosse il proprietario delle bestie. Si trattava di un alpigiano deceduto anni prima senza lasciare disposizioni. Da allora più nessuno si era occupato di loro. Fu così che nel 2010 nacque formalmente l’Associazione cavalli del Bisbino, la quale divenne in seguito proprietaria dei cavalli stessi.
La transumanza
Così nel maggio di quell’anno i cavalli sono stati spostati sul versante verso Orimento del Monte Generoso dove i pascoli sono ricchi e abbondanti. Avvenne la famosa transumanza – che da allora si ripete ogni anno – che riunì un centinaio di volontari svizzeri e italiani spinti dal desiderio di salvare questi meravigliosi cavalli. Da allora – come detto – i 23 cavalli del Bisbino appartengono ad un’associazione che porta il loro nome e che conta 500 membri. Il Comune di Lanzo ha messo a disposizione un grande terreno dove i cavalli trascorrono i mesi invernali foraggiati e accuditi dai volontari. In primavera vengono portati sui pascoli alti del Generoso e lì rimangono fino al tardo autunno.


Quasi 500 affiliati
«Poter contare su un così gran numero di soci è gratificante ma altresì importante per la gestione del lavoro stagionale e quotidiano. Non si tratta solo di persone ma anche di associazioni e fondazioni che, bontà loro, contribuiscono finanziariamente all’organizzazione del lavoro. Molti soci sono anche svizzero-tedeschi, perché la vicenda dei Bisbini è stata raccontata da diversi giornali d’oltre San Gottardo come il Blick e la Neue Zürcher Zeitung. È stato incredibile lo slancio di solidarietà venuto da più parti. Ad un certo punto è stato coinvolto anche l’allora console svizzero a Milano David Vogelsanger».
Le numerose spese
E quello slancio di solidarietà partito dieci anni fa non si è ancora fermato. Sia a livello di volontari sia a livello di sostegno finanziario. Sì perché la gestione del branco costa. Eccome se costa. Luigia Carloni parla di un budget annuo necessario fra gli 80.000 e i 90.000 franchi. «Basterebbe ricordare le spese per il fieno, per il veterinario quando sorgono problemi di salute, per le assicurazioni, per i lavori di manutenzione del ricovero degli animali e per il pagamento dell’affitto dell’alpeggio. Insomma, bisogna tener vivo l’interesse della gente verso i Bisbini, dandosi da fare su più fronti» aggiunge la nostra interlocutrice.
LI RICONOSCE TUTTI E LI CHIAMA PER NOME

Chi ha fatto il militare in Svizzera qualche decennio fa non può non ricordare l’Haflinger, quel piccolo veicolo da trasporto tuttofare in dotazione al nostro esercito. Ma probabilmente molti non si saranno chiesti il significato di quel nome: ebbene ricorda proprio la razza equina dei 23 cavalli del Bisbino. Ma probabilmente ancora meno persone si saranno poste la domanda sull’origine della denominazione. Deriva infatti da Hafling, un paese in provincia di Bolzano, in Alto Adige. In lingua italiana il Comune si chiama Avelengo, da cui la denominazione avelignese.
Sauro con criniera chiara
Questa razza si distingue per il suo mantello sauro, con coda e criniera chiare. All’inizio selezionato come animale da soma e lavori agricoli, negli anni sessanta e settanta venne allevato essenzialmente per la produzione di carne equina; tuttavia, alcuni esemplari trovarono impiego anche nelle scuole di equitazione. A partire dagli anni novanta sono stati rivisti i criteri di selezione per rendere l’avelignese più «moderno», cioè più adatto allo sport e al turismo equestre. L’introduzione di moderni strumenti di selezione (scheda lineare, indici genetici) ha dato ottimi risultati nel giro di pochi anni. Oggi l’avelignese-Haflinger è cambiato, con un notevole miglioramento della morfologia (più alto e più longilineo) e dell’andatura. Dal carattere docile e tranquillo, è molto robusto e ha un piede sicuro sui terreni più impervi. Grazie alla sua resistenza, veniva solitamente usato per lavori di carattere agricolo-forestale. Per questa ragione, come detto, Haflinger è anche il nome assegnato a un veicolo fuoristrada, utilizzato sia in ambito militare sia civile. Il vero capostipite della razza fu Folie 249, nato nel 1874, dallo stallone arabo El Bedavi XXII e da una cavalla locale. Un perfetto connubio, quindi, fra un forte animale di montagna e un altro con la caratteristica eleganza orientale.
Docile ma forte
«Si tratta di animali molto docili e tranquilli. Ad ognuno dei Bisbini è stato dato un nome ed io li so distinguere uno per uno» ci dice Luigia Carloni. Lei li riconosce grazie alla macchia bianca che si trova sulla fronte. Ognuna è diversa dall’altra. Ammette di chiamarli per nome e di poterli avvicinare senza alcun problema. «Confermo che si tratta di cavalli molto miti e buoni. Ma come per tutti gli animali, basta non romper loro le scatole, altrimenti possono cambiare umore» conclude.
LA LETTERA
Anche se non mi è stato facile prendere questa decisione, vi annuncio che per scelte personali ho deciso di lasciare la carica di presidente dell’Associazione cavalli del Bisbino. Ho iniziato a occuparmi dei Bisbini nel gennaio del 2009, prima ancora che nascesse l’associazione, quando questi cavalli rischiavano di essere catturati e di finire al macello. Ora i Bisbini sono conosciuti e amati e rappresentano un arricchimento per il nostro territorio. Grazie al sostegno di molti di voi l’associazione ha potuto garantire la loro sopravvivenza e la loro salute e ve ne sono personalmente grata. Sono certa che questo sostegno continuerà anche in futuro. Lascio la carica di presidente ma i Bisbini resteranno sempre nel mio cuore perché hanno rappresentato e rappresentano tuttora una pagina importante della mia vita. E finché avrò la forza di scarpinare sul Monte Generoso, andrò a cercarli e condividerò con gli amici le notizie e le immagini dei «miei» adorati cavalli.
