Processo

«Io mia figlia non l'ho mai toccata»

Nega ogni accusa l'uomo alla sbarra per aver compiuto atti sessuali con la bimba che al momento dei fatti, risalente al 2000, aveva solo tre anni e mezzo - L'accusa ha chiesto 30 mesi interamente da espiare
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Spartaco De Bernardi
19.09.2024 13:09

Trenta mesi interamente da scontare, un trattamento psicoterapeutico ambulatoriale, l'espulsione per sette anni dalla Svizzera e l'interdizione a vita di svolgere attività a contatto con minorenni. Questa la richiesta di pena formulata dal procuratore  pubblico Pablo Fäh nei confronti di un 65.enne di cittadinanza italiana comparso di fronte alla Corte delle Assise criminali per rispondere delle accuse di ripetuti atti sessuali ai danni della figlioletta, pornografia e rappresentazione di atti di cruda violenza. I fatti rievocati in aula risalgono addirittura a 24 anni fa. Era infatti il 2000 quando l'uomo, patrocinato dall'avvocato Barbara Pezzati, avrebbe abusato in almeno tre occasioni della figlioletta che allora aveva 3 anni e mezzo, quando il padre risiedeva ancora con lei ed il fratellino nel Locarnese. «Io mia figlia non l'ho mai toccata», ha ripetuto l'imputo sollecitato dalle domande del presidente della Corte, il giudice Amos Pagnamenta (giudici a latere Renata Loss Campana e Fabrizio Monaci). Ma il racconto fatto allora dalla nonna e dalla madre della bimba, quando l'incarto venne però archiviato in mancanza di riscontri sufficienti, è riemerso nel 2022 quando l'uomo finì sotto indagine su segnalazione della Polizia federale a causa di file di carattere pedopornografico trovati sul suo computer. Un racconto ritenuto credibile dal procuratore pubblico anche in virtù dalla conferma data dalla vittima almeno per un episodio riguardante dei toccamenti nelle parti intime da parte del padre, che avrebbe poi anche strusciato sul corpo della bimba il suo organo genitale. «Non è vero niente - ha insistito il 65.enne - È stata manipolata da sua madre».

Migliaia di immagini pedopornografiche

Pur ammettendo che sul suo computer vi fossero dei file con immagini pedopornografiche (oltre 33.000) o di zoofilia (più di 1.600), l'uomo ha negato di avere una predilezione per i bambini. «Non sono un pedofilo, quelle immagini non mi eccitano affatto. Se le ho scaricate è perché così facendo potevo avere accesso a ciò che veramente mi interessava: immagini e filmati di suicidi, omicidi o mutilazioni ( due quelle trovate su sul suo PC, ndr.)», ha tentato di giustificarsi malgrado il giudice Pagnamenta gli leggesse i verbali d'interrogatorio nei quali l'uomo aveva dichiarato il contrario, ovvero di eccitarsi alla viste delle immagini pedopornografiche. E anche alla luce delle conclusioni della perizia psichiatrica che hanno riscontrato nel 65.enne un disturbo pedofilico. Perizia che indica anche una scemata imputabilità di grado lieve ed un rischio di recidiva alto.

La parola, dopo la pausa per il pranzo, passerà alla difesa.