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J-Ax non risponde a Paolo Meneguzzi: «Ci sono cose più importanti»

La faida a colpi di post e stories fra l'artista ticinese e il rapper può dirsi conclusa: «Pensavo di divertirmi con il beef estivo più assurdo di sempre, poi stanotte è arrivata l'apocalisse» ha scritto J-Ax
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
25.07.2023 16:19

L'estate sta finendo. Precisiamo: la polemica, a tratti bollente, fra il ticinese Paolo Meneguzzi e J-Ax può definirsi conclusa. E così, dopo il dissing Salmo-Luchè, un vero e proprio dissing dei poveri, ecco un'altra parola fine. A pronunciarla, via Instagram, è stato il rapper milanese. Ieri, lo stesso J-Ax aveva lanciato un sondaggio via stories, sul suo profilo, chiedendo ai suoi seguaci se dovesse rispondere, una seconda volta, a Meneguzzi. Il «sì», risultati alla mano, ha trionfato con il 55%. Eppure, J-Ax ha deciso di smorzare i toni.

«Scusate – ha scritto – ma ascolto la minoranza perché oggi ci sono cose più importanti a cui pensare». Ovvio il riferimento: «Pensavo di divertirmi con il beef estivo più assurdo di sempre, poi stanotte è arrivata l'apocalisse». Su Milano, la sua città natale, e in generale su tutto il Nord Italia. Non a caso, J-Ax nella storia successiva ha dedicato un brano degli Articolo 31 al capoluogo lombardo. Milano Milano, già. «Sei troppo bella per dirti addio» recita la parte di testo postata.

Non solo, J-Ax ha anche chiarito che, alla fine, i suoi follower hanno risposto a Meneguzzi meglio di quanto avrebbe fatto lui. Giovanni Frisardi, sulla pagina Spaghetti Funk Rare, ad esempio, ha sentenziato: «Saper collaborare con gli artisti del momento e saper cavalcare l'onda per restare al passo coi tempi non credo sia una roba di cui vergognarsi». E ancora: «Magari piacerebbe a qualcun altro fare il pezzo estivo. Non vedo il nesso tra i tatuaggi e il fatto che si possa fare un tormentone da spiaggia, non capisco il perché si debba mostrare tutta questa tristezza, questo rosicare da quindicenne quando quella che ti piace si mette con quello che ti bastona. Parliamo di uno che è stato lasciato a piedi da Pio e Amedeo come un salame in mezzo alla strada. Parliamo di un miracolato che ha avuto il suo momento ma che poi non ha saputo stare a galla. Ma davvero vogliamo paragonare Mr. Pablo a qualcuno che dal 1993 ha sempre e solo dimostrato come si sta a galla? Il 2006 lo ricordo solo io?».

Meneguzzi, ricordiamo, aveva avviato un'autentica faida grazie a (anzi, a causa di) un'intervista. Nella quale  ha apertamente criticato il pop italiano e, nello specifico, Disco Paradiseuno dei tormentoni estivi firmato da Fedez, lo stesso J-Ax e Annalisa. «L’estate pop 2023 è deprimente, il medium pop mi pare svilito» le parole dell’artista svizzero. Di più: «Vedere gente tutta tatuata che va sul palco a cantare la Disco Paradise di turno mi fa tristezza. Quelle sono marchette».

La risposta di J-Ax, per forza di cose, non si è fatta attendere. Ed era arrivata via stories di Instagram, con tanto di screenshot dell’intervista di Meneguzzi e commento: «Eh, sei sicuro che TU, vuoi parlare di marchette? Comunque ciao, io ti ricorderò sempre come la versione ordinata su Wish di Tiziano». Quindi, la stoccata: «Non c’è niente di più triste dei cantanti falliti che danno la colpa al “pubblico che oggi non capisce più un c***o”. A tutti capita di fare canzoni che non “connettono” col mercato, con la moda o con i gusti delle nuove generazioni. Se quando succede vi ritrovate con in mano un pugno di mosche vuol dire che non avete una fan base che vi supporta anche nei momenti in cui non siete mainstream. Significa che avete fatto musica superficiale che non è entrata nel cuore della gente ma solo nelle orecchie, per poi uscirne dopo una stagione». J-Ax si riferiva in particolare a un altro momento dell’intervista di Meneguzzi, nella quale il ticinese parlava di Miami, album del 2010 a cui il cantante è rimasto molto legato.

Le parole di J-Ax, ieri, avevano solleticato le dita di Meneguzzi. Il quale, invece di scrivere un brano, si è chinato sullo smartphone per scrivere un post infuocato. Indirizzato, ancora, al rapper italiano: «Caro J-Ax, ma chi verrebbe dietro a te (voi) se non seguissi il sistema che hai sempre criticato? Fai il portavoce che il sistema è marcio, che rinneghi Sanremo, The Voice e poi fai le pubblicità del “panettone”. Parli di papponi ma fai il pappone che sta attaccato ai ragazzini per non cadere nell’oblio che probabilmente tanto ti spaventa e per fare i fighi ci urlate ancora “legalizzala”. Ma anche basta».

E ancora: «Io ho una scuola artistica, produco film, dischi di ragazzi e ho una famiglia. Questa è la mia musica. Non ho il successo di prima? Pazienza… Io credo negli ideali e tu nelle canne. Io ero una realtà pop in America Latina nel 1996 (Tiziano credo avesse 16 anni...). Faccio un plauso alla tua ignoranza che si allinea a quello che proponete e a quella di molti superficiali che fuori dall’Italia non sanno andarci. Perché ti ricordo che a qualche chilometro dalla frontiera italiana tu musicalmente non sei nessuno. Ma torniamo a Disco Paradise targata 2023, canzone che poteva uscire anche nel 1974! Fate i duri con i tatuaggi dei dragoni e mi cantate le bolle di sapone? Non lo trovate un po’ trash e un testo un tanto non credibile per l’età che avete? C’è proprio bisogno di dire ‘alza il finestrino’ e scomodare… Battisti? Non sapete cantare, ma gridate, parlate e storpiate linguaggi nel microfono con volgarità, parolacce e messaggi nelle canzoni veramente discutibili o incomprensibili! Ripeto, ce n’è veramente bisogno? Il pop è una cosa seria. Si cerca di creare un’identità, un suono collegato a un’emozione, la perfezione della melodia e del mix, dei testi. Si cerca di mandare un messaggio, che si possa avvicinare a un’arte e soprattutto c’è un’ imprescindibile etica nei messaggi. Ma dimmi un po’. Quale cavolo è il vostro messaggio? A me pare solo che il messaggio sia “dai facciamo soldi”! Creiamo un sistema costruendo standard di scarsa qualità, perché è più facile; perché la qualità è molto più difficile da sostenere. Forse la qualità te la sei dimenticata o perché meglio attaccarsi al treno del trash o di chi ha i follower? Attento… non ho parlato di fan, ma di follower».

Mentre scriviamo queste righe, sul proprio profilo Facebook e su Instagram Meneguzzi non ha più replicato in prima persona a J-Ax. Nelle stories, per contro, ha riproposto quanto hanno pubblicato i suoi fan, e sono tanti, con particolare accento su Wish e Tiziano Ferro ma anche sull'idea che, al netto di chi ha vinto e chi no, il ticinese a suo modo abbia asfaltato il rapper milanese.

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