Kangourou della Matematica: un giovane ticinese alle finali nazionali
Ogni anno, decine di migliaia di studenti si ritrovano a sfidarsi con carta, penna e ragionamento logico: non si tratta di un esame o di una prova d’ingresso per qualche istituto, ma del concorso «Kangourou della Matematica», una delle competizioni matematiche più importanti e diffuse a livello mondiale. Nato nel 1980 in Australia e poi divenuto un evento globale, il Kangourou conta oggi la partecipazione di oltre di 100 Paesi. L’obiettivo? Rendere la matematica accessibile e divertente per tutti, promuovendo l’interesse verso la disciplina attraverso problemi intriganti e creativi. Una gara per ogni età, soprattutto. Le prove del concorso Kangourou sono pensate per stimolare la curiosità e la passione dei partecipanti, indipendentemente dal loro livello di preparazione. Per questo, ogni anno il concorso viene suddiviso in diverse categorie, che vanno dalla scuola primaria fino alle scuole superiori. Gli studenti delle elementari gareggiano rispettivamente nelle categorie Pre-écolier ed Ècolier mentre quelli della prima e seconda media partecipano come Benjamin. Per i ragazzi più grandi ci sono poi i livelli Cadet, Junior e Student. Ogni livello prevede una serie di quesiti con risposta a scelta multipla di difficoltà crescente, studiati per stimolare il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi. La peculiarità del concorso sta nel proporre quesiti che, pur non richiedendo competenze matematiche specifiche, riescono a coinvolgere e divertire grazie alla loro impostazione creativa e non convenzionale.
Da Pregassona alle finali nazionali di Cesenatico
Sasha Ghisla, studente di terza media alle scuole di Pregassona, è riuscito ad accedere alle finali di Cesenatico. Già, perché gli studenti ticinesi che riescono ad accedere alle fasi successive devono confrontarsi con i colleghi italiani, i romandi con i francesi mentre gli svizzerotedeschi con i colleghi della Germania. Domizia Debernardis è la docente di Sasha e anche la promotrice del Kangourou alle medie di Pregassona, tra le prime scuole del cantone ad aderire a questo concorso. «Quest’anno hanno partecipato al concorso più o meno 30.000 ragazzi – ci spiega la professoressa Debernardis –, stiamo quindi parlando dell'eccellenza. Sasha aveva vinto la fase della semifinale, arrivando primo in assoluto. In questa fase finale è arrivato decimo, un risultato eccezionale».
Abbiamo detto che la scuola media di Pregassona è tra le scuole promotrici, per il Ticino, dell’evento. Ma come è cambiata la partecipazione negli anni? «Ho iniziato questo progetto molti anni fa: i ragazzi iscritti alla prima edizione ticinese erano 27, l'anno scorso erano 140. L’entusiasmo è contagioso e genera entusiasmo anche negli altri compagni. La competizione si articola in tre fasi: vi è dapprima una fase preliminare fatta a scuola, chi passa approda alla semifinale, generalmente all'Università della Svizzera Italiana. Dopodiché l’ultimo atto, la finale nazionale, svoltasi a Cesenatico. Quest'anno i finalisti erano 45 su 30.000 partecipanti. Sasha è il primo dei nostri allievi che accede alle finali nazionali; anch’io l’ho seguito a Cesenatico. Ed è stata una bellissima esperienza. I partecipanti parlano la stessa lingua, hanno una mente geniale».
Ah, dettaglio: nonostante stiamo parlando di un concorso di matematica, la calcolatrice rimane chiusa nello zaino «Esattamente, anche laddove sembra che siano necessari calcoli pazzeschi, con la logica ed escogitando vie alternative, i ragazzi riescono ad arrivare a un risultato. Sono problemi di logica che spesso risultano assai ostici anche per noi docenti. Per i ragazzi, oltre all’esame in quanto tale, è emozionante sapere di essere immersi in un contesto internazionale».
E Sasha, che ne pensa della sua esperienza? A dirla tutta, predilige le scienze naturali: «È vero – ci racconta –, scienze è una delle mie materie preferite. Come tutte quelle scientifiche. Matematica, però, è quella in cui mi esprimo meglio. A Cesenatico ho trovato molti ragazzi con la mia stessa passione. Passare le fasi iniziali è stato emozionante ma non quanto accedere alle finali, per di più in un contesto che non conoscevo, oltre confine. A oggi non ho ancora un'idea di quello che vorrei fare in futuro, comunque: c’è ancora tanto tempo».